Una verticale รจ un movimento di ginnastica, una delle basi della disciplina; quando si parla di vino, invece, il discorso diventa piรน complesso. Per il produttore, lโazienda marchigiana Umani Ronchi nel nostro caso, si tratta del racconto in prima persona di piogge, gelate, siccitร , trombe dโaria, delle ore difficili del vignaiolo insonne, ma anche della gioia della vendemmia, del colore degli acini e della emozione del primo sorso di ogni anno. Per il pubblico รจ una passeggiata nella storia, nella propria esperienza enologica, nel cambiamento del gusto e la sua evoluzione, trai vini degustati e quelli amati.
Eโ difficile raccontare le emozioni che un vino riesce a scatenare senza ricorrere ai tecnicismi degustativi, utili a descriverlo ma quanto mai sterili per racchiudere la sensazione che scatena in Proust il ricordo della โmadeleineโ. Ed รจ anche difficile descrivere la bellezza di una piovosa serata napoletana a Cittร del gusto Napoli passata a degustare il primo vino bianco assaggiato nella propria vita, il Verdicchio dei Castelli di Jesi, il vino che ha scatenato la passione per questo prodotto nellโallora ragazzo che oggi scrive questโarticolo. Rinuncio stavolta alle classiche schede. Voglio parlarvi di altro, anzitutto dei protagonisti.
Lโagente generale Italia della Umani Ronchi prima di tutti. Mariano Gennari, che ringraziamo ancora una volta, ย ha raccontato lโazienda con la passione che emerge dalle storie e dai vini di questa importante realtร marchigiana che dal 1957 non smette di offrirci eccellenti prodotti; ย il volto sorridente di un uomo che ama il proprio vino, lo conosce, lo rispetta e che ieri sera ciย ha incantato con la sua professionalitร ed umanitร .
Maria Sarnataro, vicepresidente dellโAIS Campania, la voce tecnica della serata, ha guidato la verticale coinvolgendo il pubblico, attraverso descrizioni dettagliate e sapienti.
Poi loro: i grandi vini.
Il Vecchie vigne che ha aperto le danze con lโannata 2010, seguita dalla 2009 (miglior bianco dโItalia del 2012 eletto dal Gambero Rosso) ed il ย 2008 in un crescendo di complessitร e morbidezza al palato . Il Plenio, nomen omen, un destino vergato a chiare lettere sullโetichetta che riluce nel bicchiere trai riflessi dorati, e si esprime nel gusto pieno ed equilibrato. 2008 in apertura, poi 2006, per concludere con uno strepitoso 1997,ย un bianco di quindici anni con un nasoย che i tanti amici dellโAIS presenti allโevento hanno avvicinato per espressioni e vivacitร ai grandi Riesling renani, con gli accenni dโidrocarburo che tanto stupiscono e coinvolgono.
Sorpresa finale il Metodo Classico Extra Brut servito in abbinamento con un Pecorino di Lauticauda di media stagionatura e il Maximo, il sauvignon da uve botritizzate che ha accompagnato il cremoso al mascarpone con polvere di caffรจ e mandorle salate preparato dallo chef Giovanni Pastore.
La verticale tecnica รจ stata accompagnata dalla focaccia del pizzaiolo Michele Leo e seguita dai finger food proposti ย per lโoccasione, un gambero con maionese alla paprika con fagiolini e una polpettina di alici su letto di valeriana.
Un grande successo per il secondo appuntamento con i wine lab, per il quale ringraziamo anche Tommaso Luongo, delegato AIS Napoli, che ha contribuito alla sua progettazione.
Il prossimo appuntamento del Wine Lab sarร dedicato ai grandi rossi; seguiteci su facebook e sul sito e scoprirete presto chi saranno i prossimi protagonisti, attesi alla nostra Cittร del gusto Napoli.
Qui le foto della serata:ย goo.gl/BH7lM
Luigi Orlando