Crudo, al forno, alla piastra, affumicato. Il salmone coniuga gusto, praticità e versatilità. Un prodotto sicuro, perché piace praticamente a tutti e fa comunque la sua figura. E lo fa con classe, anche quando lo tiri fuori dal frigo e lo mangi semplicemente con pane e burro.
È quello che abbiamo fatto anche noi per la nostra prova di assaggio. Pensando a una tavola all'aperto, ai primi caldi, al gusto di una cena veloce, ma buona, senza neanche accendere i fornelli, con il Salmone Rosso Selvaggio Sockeye dell’Alaska, affumicato a freddo con legna di faggio. Mai banale, soprattutto se ci si spinge a provare abbinamenti inconsueti, ma efficaci. Ecco i nostri risultati: prendete carta e penna, annotatevi i nostri suggerimenti, ma provate anche voi altri altre soluzioni di gusto.
Noi ci siamo divertiti molto, e con risultati sorprendenti.
Già a partire dal primo assaggio, tazza alla mano: l'esperimento con un particolarissimo tè giapponese, dal sapore erbaceo e vegetale, ci ha convinto, per una leggera nota tostata che fa il paio con quella del salmone, un accenno affumicato che incuriosisce, da provare magari durante il pomeriggio, al posto dei biscottini. Convince meno il tè nero proveniente dall’India perché, in unione con il pesce, lascia sensazioni troppo astringenti.
Abbandoniamo il capitolo infusi per qualcosa di più consistente: Champagne Jacquesson Cuvée 734, che di suo è già eccezionale ma in unione con il salmone realizza un'unione ideale nella quale i due si esaltano a vicenda e poi si fondono in un unico gusto. Ancora bollicine con il Brut Rosé Metodo Classico di Baracchi, da sangiovese: complicità di colore e di gusto, con la sua rusticità che sgrassa il palato e regala un'esperienza campagnola e di piena soddisfazione.
Problematica l'unione col Kerner di Pravis: vino e salmone si annullano a vicenda e lasciano la bocca unta e amara. Va molto meglio con il Gavi del Comune di Gavi di Nicola Bergaglio: un'unione che regala complessità: sapidità e acidità insieme donano una bocca piena di frutto, pronta, scattante, sorprendente.
Non convince invece la sensazione pseudo calorica del Pinot Grigio di Marco Felluga mentre fa discutere lo Chardonnay siciliano di Tenuta Rapitalà: le rispettive tostature si incontrano o no? Ultimi assaggi con il Friulano di Villa Rubini, nitido e senza legno, e poche emozioni anche con il Verdicchio dei Castelli di Jesi di Fazi Battaglia che chiude la lista dei vini.
Chiuso con i vini si passa alle birre, con il primo assaggio che proprio non convince: la Sveva del Birrificio Grado Plato, meglio la Kolsch Fruh, la cui spiccata freschezza sposa alla perfezione con il salmone, un prodotto che in Germania costa pochissimo, 0.87 Euro, in cui il grande lavoro lo fa l’acqua proveniente da Colonia, ricca di calcare e di sali minerali. Un'abbinata che lancia un gioco di luppoli al termine del quale esce una tenerissima nocciola. Come al solito la Guinness divide: a prevalere, inevitabilmente, il classico tono amarognolo e l’affumicatura, al contrario, invece la Adelscott lascia tutti molto perplessi: se avete presenti le caramelle Rossana capite anche il risultato.
Last but not least: Bowmore Islay Single Malt Scotch Whisky. Dal punto di vista aromatico l’unione è strepitosa ma forse, accostato a un cibo, sarebbe meglio aggiungere un po’ d’acqua oligominerale al distillato.
Dalla nostra prova sembra proprio che il salmone sia un bel jolly in frigo: a pranzo con la birra, nel pomeriggio (o anche per una sostanziosa colazione) con il tè verde, come aperitivo con lo Champagne, a cena con il Gavi e dopo cena con il whisky. Perfetto, no?
a cura di Giulia Sampognaro