al bancone di qualche bar, ci si sente porgere la atroce domanda: “prosecchino?”.
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Ecco: la diffusione di questo prodotto ha portato con sé una certa confusione da parte del pubblico meno attento. Vale la pena di richiamare l'attenzione su qualche punto chiave. Proprio per questo sono in corso alcuni eventi internazionali per scardinare l'equazione “prosecco = vino frizzante&poco impegnativo” e ricollocare nella giusta posizione questa eccellenza italiana. Riposizionarla insomma nella sua zona di origine. Che per la doc comprende 15 comuni di 9 province tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, con una superficie di quasi 6000 ettari di vigneti e 166 cantine che nel 2011 hanno prodotto 70 milioni di bottiglie, di cui il 40% destinate all'esportazione. Numeri altissimi che proprio per questo vogliono un po' di chiarezza. Un aiuto arriva anche dai nuovi media, con la Conegliano Valdobbiadene Academy, vera community che si propone di diffondere la conoscenza del mondo sparkle, tramite tutorial, corsi e test onn line.
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Intanto il prodotto può classificarsi in tre categorie: il Prosecco doc, la docg Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, con la sottozona Superiore di Cartizze docg, i cui vigneti si estendono solo per 106 ettari con viti vecchie di grande valore commerciale e la docg Asolo. Non solo: per la loro bellezza le colline di Conegliano Valdobbiadene rappresentano un “paesaggio culturale” che nel 2008Â è stato avviato al riconoscimento come Patrimonio dell'Unesco, a oggi il territorio è inserito nella Tentative List italiana. A tutela del valore di questi territori continua la sperimentazione, già avviata nel 2011, per l’utilizzo delle vinacce per produrre compost fertilizzante per i vigneti.
Riconosciuto come Primo Distretto Spumantistico d'Italia nel 2003, da allora a oggi ha mantenuto una crescita costante. Oggi il giro d'affari si assesta intorno a 450 milioni di euro, tra mercato interno ed estero, anch'esso sempre più consolidato negli anni. In particolare negli Stati Uniti la crescita è quasi raddoppiata.
Non è un caso che il Consorzio di tutela del Prosecco doc sia presente proprio negli Stati Uniti con una serie di iniziative - come l'evento Italian Wine Tales a Houston il 5 febbraio organizzato con la regia di Gambero Rosso -Â volte a rafforzare la riconoscibilità del marchio, per chiarire, dice il presidente del Consorzio Prosecco Doc Stefano Zanette, “che il termine Prosecco non indica una tipologia di vino, quanto una ‘denominazione d'origine’ quindi una regione precisa”.
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Antonella De Santis
31/01/2013