Il vino italiano seduce San Paolo

24 Apr 2012, 14:39 | a cura di

Si è conclusa da poche ore la kermesse del Roadshow a San Paolo, ed ha avuto un successo straordinario. Dalle 14 alle 20 oltre 800 persone hanno gremito il salone degli eventi dell'Hotel Unique. Nel cuore dell'elegante zona verde dei Jardim Paulista,  l'Unique è una delle architetture più affascinati

della città: si tratta di un modernissimo complesso che da lontano dà l'idea di una nave ormeggiata tra gli alberi, ed è opera del celeberrimo archistar Ruy Ohtake.

 

Qui i 50 produttori del Roadshow (era la penultima tapa della quinta edizione) hanno incontrato operatori, importatori, ristoratori e sommelier paulistanos e versato i loro migliori vini (oltre 200 etichette) senza soluzione di continuità dall'apertura alla chiusura della manifestazione.

 

Contemporaneamente facevano registrare il tutto esaurito di due workshop-degustazione tenuti da Marco Sabellico, che per l'occasione era affiancato dal collega Jorge Lucky, uno dei più apprezzati giornalisti enogastronomici brasiliani. A sorpresa ha partecipato al workshop anche Luca Gardini, campione mondiale dei sommelier, in città per Expovinis Brasil, che inizia oggi e chiuderà i battenti il 26 aprile. Expovinis è la più importante esposizione enologica del Sud America, e non  a caso ha scelto come sede la capitale dello stato di San Paolo. La città con i suoi oltre 11 milioni ( ma sono 20 nell'area urbana, e 29 in quella allargata) è la più grande metropoli dell'emisfero sud, è protagonista di una straordinaria crescita economica, e la sua popolazione consuma vino  - il 50% di tutto quello consumato in Brasile - con entusiasmo. Abbiamo avuto modo di parlare con ristoratori di grido e di ammirare ricchissime carte dei vini che nulla hanno da invidiare a quelle delle altre grandi città del mondo. «Non potrebbe essere diversamente, in una città dove un abitante su quattro ha ascendenze italiane -  ci racconta Massimo Leoncini, sangimignanese, head sommelier e buyer per i prestigiosi locali della catena Fasano – Qui c'è benessere economico, c'è cultura e sensibilità per il bello e il buono. E in questo momento il vino italiano è sulla cresta dell'onda». «E' un mondo complesso e affascinante che appassiona i brasiliani, e i paulistani in particolare -  gli fa eco Suzana Barelli, caporedattore della celebre rivista Menù -  speriamo solo che i recenti rumors sulla crescita delle accise non blocchino l'import dei vini stranieri». «I consumi sono ancora bassi, circa 2 litri per abitante -  ci racconta Jorge Lucky – ma la classe media oggi con l'economia in crescita ha possibilità di spesa, e con il crescere della cultura enologica si affina il gusto. Ecco perché i vini europei saranno sempre più consumati in Brasile. I vini Sudamericani, i nostri, i cileni e gli argentini, sono molto buoni. Ma poi nasce nel consumatore la voglia di qualcosa di più complesso e profondo». «Quanto al discorso delle accise in crescita - continua - sono ottimista. Si tratta per ora semplicemente di richieste avanzate dai produttori brasiliani, che rappresentano solo il 25%, oggi, del mercato. Una categoria piccola. L'unico effetto che hanno sortito è stato quello di vedere boicottati i loro prodotti per una settimana in moltissimi ristoranti del paese». Staremo a vedere. Già oggi, con il 13% di diritti di dogana e le altre tasse si arriva al moltiplicare per 6 il valore del vino all’origine. Poi va aggiunto il ricarico… E’ la tassazione l’unico freno al consumo. Intanto però il Lambrusco qui scorre a fiumi (70% del vino italiano importato), e sposa a meraviglia la feijoada, il tradizionale stufato di carne e fagioli, e lo stesso vale per il Chianti Classico, eccellente con il churrasco, la celebre carne allo spiedo. Appuntamento il 27 aprile a Rio de Janeiro, per l'ultima tappa del Roadshow, allo Sheraton Rio Hotel & Resort. 

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