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Il locale si sviluppa come un immenso corridoio diviso in tre aree definite da un sistema a quinte di tende di velluto. Un’area sarà occupata da una grande fornace (una sorta di fortino in mattoncini inglesi rossi e neri sormontato da una enorme cappa nera) dentro al quale verranno alimentati due forni a legna per i diversi stili di pizza (napoletana e romana) e che comprende anche una grande griglia per la carne alla brace. Un’altra area sarà occupata da una stanza con cucina e salotto intorno, circondata da vetrate, primo esempio in Italia di cucina sharing. La stanza, che ricorda la cabina dei barconi sul Tevere, potrà infatti essere affittata anche per una sera per cene private con la cucina a disposizione per cucinare in proprio o con uno chef fornito dal locale. A colazione lo stesso salotto fornirà il set per corsi di cucina che vedranno l’avvicendarsi di numerosi chef anche di passaggio nella Capitale, e corsi di fotografia food tenuti da Sigrid Verbert, la nota blogger Cavoletto di Bruxelles. Dentro anche una biblioteca con 600 700 libri di cibo da consultare liberamente. Una terza area infine terrà insieme intorno al bancone di 13 metri con cucina a vista rivolta verso la strada, l’offerta di una trattoria tradizionale e della caffetteria. Tutti i piatti del menu potranno essere fruiti in tre diverse misure: cicchetto o tapas, mezza porzione, porzione intera in omaggio alla filosofia spagnola secondo cui ogni piatto può essere ridotto ad un boccone. Al bancone wine bar e cocktail bar si potrà mangiare in continuazione durante tutto il giorno. Al progetto hanno lavorato Dario Laurenzi ( Laurenzi Consulting ) e l’architetto Roberto Liorni, già autore delle atmosfere di molti locali capitolini.
Altri due concept romani di imminente apertura portano ancora la sua firma.
In Prati, quello che negli anni Sessanta era un famosissimo bar, i Professionisti in via Vittoria Colonna (nella foto lo storico Palazzo Blumensthil), meta obbligata dei tassisti romani in quanto aperto tutta la notte, mezzo secolo dopo intende recuperare l’antico fasto dei grandiosi bar del Novecento, dai torinesi, ai triestini ai napoletani. Il locale, con l’immenso bancone in legno massello e i ripiani di zinco a calamitare il centro della scena, ha più di un’ambizione. Intanto quella di tener insieme la più alta tradizione della pizza e della caffetteria nonché della pasticceria napoletane facendo così convivere in uno stesso ambiente tutta l’immensa e composita storia gastronomica partenopea: una vera e propria Disneyland del più verace spirito napoletano. Ne dovrebbe gioire la vasta colonia dei napoletani accasati a Roma che qui troverà tutti i grandi classici della sua terra, sia dolci che salati, a cominciare dalle brioches di pan brioche alle sfogliatelle fino ai sartù e alle mozzarelle in carrozza. Al piano di sopra una zona più intima e riservata è impegnata per il ristorante dove non mancherà nessun grande classico della cucina. Uno spazio che ben si adatta a riunire intorno a un tavolo le famiglie partenopee (e non solo, naturalmente…) come se fossero nella loro città. A chiudere il cerchio una completa offerta di specialità targate Campania con l’esposizione di prodotti del patrimonio gastronomico difficilmente reperibili in una così completa gamma non solo nella Capitale, ma nella stessa Napoli, dai formaggi ai salumi alle conserve ai 18 diversi tipi di taralli… Nome ancora incerto che dovrà necessariamente suonare da omaggio all’epoca d’oro dei grandi caffè.
L’ennesima novità sul fronte in movimento della Capitale aprirà invece al Pigneto. Questa volta si tratta di una ex carrozzeria con 700 mq di, in via Alviano, presa in consegna dal gruppo (tra cui lo chef Marco Gallotta) che oggi guida un altro locale di successo nello stesso quartiere, Primo. Il loro “secondo” locale (il nome non è stato ancora deciso ma Secondo è uno di quelli in pista) porta con sé due e vere proprie chicche. Innanzitutto ci saranno solo tavoli sociali nello stile delle birrerie tedesche dell’Ocktober Fest trasferito d’estate nel giardino arredato con le lucette tipiche delle grandi feste di campagna e delle balere estive di paese.
Una grande griglia, prima in assoluto a Roma, vedrà poi rosolare su lunghi spiedi polletti ruspanti, spiedi che scolano in una grande vasca d’acciaio dove le patate aspettano di rosolare nel grasso. Atmosfera campestre per festose comitive di famiglie o di giovani anche grazie al forno a legna (per il pane e le pizze) e a una grande piastra sulla quale saranno cucinati dieci diversi tipi di hamburger con qualità di carne sceltissime.
Insomma, il fiore gourmet capitolino sboccia in primavera...
Rubina Rosselli
2 marzo 2012