Olmi: convertirò gli chef all'olio

3 Ago 2011, 10:17 | a cura di

Il regista lombardo racconta la sua passione per l’extravergine e annuncia: potrei girare un film in cui il protagonista sia proprio il succo delle olive e la sua rivoluzionaria forza in cucina

 

 

 

Il regista si sostiene al braccio della sua compagna. Ha una malattia, la

sindrome di Guillaine Barré gli ruba le fibre nervose e gli rende assai difficile muoversi, camminare. Ma non di pensare. «Bisogna rinascere ogni giorno, dice Cristo nel Vangelo di Giovanni – sorride sereno – Come fa un albero che ogni anno è nuovo. Tutto cio che la natura produce ha una sua ragione. L'olio e una delle note più squillanti». Sì, perché Ermanno Olmi – poeta della cultura contadina – è un appassionato di olio, un fruitore militante del succo prodotto dalle olive di cui ne ha sempre, a casa, una decina di bottiglie diverse. «Spesso, la sera, mi preparo nel piatto un paio di fette di pane e mi diverto a provarci sopra due o più oli diversi: è la mia cena!». Così, mentre è a Roma per il montaggio del suo ultimo film – Il villaggio di cartone – che uscirà a fine anno, lo incontriamo per parlare del suo amore, l’olio extravergine di oliva... 

 

Stefano Polacchi

Agosto 2011

 

 

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