Sud Ovest ci si accorge del fascino dell’interno, con i suoi colori, le sue forme e la sua natura. In questo contesto variegato di colori e paesaggi si inserisce in maniera costante e precisa il vigneto. Le varietà di uve cambia a seconda delle zone. Il Vermentino, principe della Gallura vinicola, trova il suo habitat ideale tra le rocce granitiche del nord est. E poi man mano che si scende il Cannonau, forse il più noto vitigno regionale che offre risultati diversi a seconda dei territori in cui viene fatto. E ancora il Bovale, un grande autoctono del cuore dell’isola. Fino ad arrivare al sulcitano Carignano, proprio uno di quelli che ama crescere sulla sabbia a due passi dal mare.
Un percorso vinicolo accomunato dalle varietà storiche dell’isola e da tanti viticoltori che negli anni hanno saputo valorizzarle al meglio dando dei prodotti che non hanno più paura di guardare i mercati internazionali e sfidare i prestigiosi vini mondiali.
Ed è forse la consapevolezza di tutto questo che ha fatto nascere il progetto CONVISAR, un consorzio di aziende che hanno deciso di aggregarsi per migliorare la qualità della filiera produttiva. Ben sei cantine (Argiolas di Serdiana, Li Duni di Badesi, Piero Mancini di Olbia, Cantina del Mandrolisai di Sorgono, Cantina Gallura di Tempio e Trexenta di Senorbì) rappresentative di diverse aree geografiche condividono la necessità di unire energie, fondi e competenze con l’obiettivo comune di mettere in luce le produzioni e migliorarne la competitività sul mercato. La strategia individuata dal Consorzio punta dunque sulla valorizzazione delle specificità del territorio costituite dalla sua morfologia, dal clima e dalla tradizione vitivinicola coniugate con la tecnologia più avanzata.
Il responsabile Scientifico del Convisar è il Professor Giovanni Nieddu dell’Università di Sassari che spiega quali sono stati gli obiettivi ed i primi risultati. «Uno dei primari obiettivi è stato quello della conoscenza e la valorizzazione della biodiversità viticola della Sardegna. Un’altra ricerca ha riguardato la selezione genetica e sanitaria delle principali varietà. Si è badato molto all’identificazione, il ripristino e la valorizzazione di sistemi di paesaggio viticolo polifunzionali della Sardegna e un punto centrale del progetto è stato il collaudo di tecniche enologiche e studio dell’evoluzione del vino. Infine, un altro obiettivo perseguito è stato quello di favorire la crescita tecnica delle aziende e del personale promuovendo un rapporto costante tra enologi delle cantine. Sono Moltissimi – conclude Nieddu – i dati scientifici e tecnici sinora acquisiti, ma uno dei più importanti spunti di prosecuzione e premessa del comparto è l’avere coniugato ricerca pubblica e privata, lavorando con un gruppo di esperti vitivinicoli, uniti al di sopra delle aziende o delle Istituzioni di appartenenza, nell’interesse della Sardegna.»
Giuseppe Carrus
26/07/2011