ssa” festeggiava la cucina italiana - abito scuro per tutti - mentre a guidare le danze in cucina era Ettore Bocchia, chef del Grand Hotel Villa Serbelloni, nonché uno dei protagonisti delle polemiche di questi giorni con un suo “distinguo” personale sulla cucina molecolare a Striscia la Notizia.
Ma chi si aspettava rumori e gossip sulle polemiche feroci che hanno alimentato questi giorni è rimasto a bocca asciutta perché ieri sera sostanzialmente si beveva e si scherzava, tanto che abbiamo colto solo poche battutine qua e là.
“Vediamo che bella cena molecolare si riesce a fare su una nave”, quello sì lo abbiamo sentito, così come il buon Marcello Leoni del Sole di Trebbo che giustamente sottolineava come “Quelli di Striscia sono riusciti a fare quello che han fatto perché hanno fatto parlare persone poco preparate, e perché il nostro settore è da sempre poco compatto e facile alle divisioni”.
Verissimo, Marcello. Perché il vero motivo per cui ieri, tra i più grandi chef italiani e buona parte dei giornalisti, non si è parlato granché della cucina molecolare è stato perché una polemica fresca fresca ha sgomberato il campo.
L'intervento di Livia Iaccarino, del Don Alfonso di Sant'Agata sui due Golfi, che non ha risparmiato critiche e attacchi alla guida de l'Espresso, è stato il vero argomento di conversazione. E tra un sorriso, lo champagne e le paillettes di una festa che, complice il transatlantico, sembrava rubata a Broadway negli anni settanta, l'eterno confronto tra critici e criticati si è riacceso. Lasciando l'amaro in bocca, nonostante la cena di Bocchia fosse buona. E la sensazione che se si continua così c'è proprio poco da far festa.
Marco Bolasco