L'Europa propone nuovi nomi per i vini dealcolati per renderli più attraenti sul mercato: da alcohol free a 0,0%

28 Mar 2025, 13:01 | a cura di
Nel pacchetto vino della Commissione Ue novità anche per estirpi, nuovi impianti e fondi promozione. Le misure si basano sulle richieste del Gruppo vino di alto livello

Nuova definizione per i vini no-low alcol, via libera agli estirpi dei vigneti con fondi nazionali, stop alle autorizzazioni per nuovi impianti in base alle esigenze di mercato e prolungamento della durata dei reimpianti, controllo delle rese, aumento dei fondi per interventi di contrasto alla crisi climatica e per il sostegno all'innovazione, tempi più lunghi per le azioni di promozione, un Qr code in etichetta armonizzato a livello europeo per calorie e ingredienti, potenziamento dei compiti dei Consorzi per promuovere l'enoturismo.

Sono, in sintesi, le misure contenute nel Pacchetto vino, la proposta legislativa che la Commissione europea ha approvato venerdì 28 marzo e che sarà presentata nelle prossime settimane al Parlamento e al Consiglio Ue. Il documento si basa in gran parte sulle richieste avanzate a Bruxelles a dicembre 2024 dal Gruppo di alto livello vino. Il Commissario europeo all'Agricoltura, Christophe Hansen, aveva annunciato misure urgenti per il vino (anche durante la recente visita in Italia, durante Agricoltura è, a Roma) all'inizio del suo mandato. Ora, potrà presentare la proposta alla Comagri del Parlamento Ue già ai primi di aprile.

Parola d'ordine flessibilità

La proposta (che interviene su tre regolamenti) è basata sul concetto di flessibilità e affronta una «crisi differente da quelle passate», in cui convivono elementi congiunturali e strutturali (calo dei consumi nel post-pandemia, rallentamento dell'export, nuove preferenze dei consumatori, effetti dei cambiamenti climatici sulle produzioni) e che tiene conto del fatto che i territori europei viaggiano a doppia velocità, con regioni vitivinicole in profonda crisi e altre in crescita. L'obiettivo, secondo le informazioni raccolte da un funzionario europeo, è dare agli Stati dell'Ue a 27 tutti gli strumenti per garantire sviluppo e competitività alle imprese.

In arrivo "Alcohol free" e "Alcohol light"

Cambia la denominazione dei vini dealcolati e parzialmente dealcolati, introdotti nell'Ue con la riforma del 2021. L'obiettivo è usare termini più semplici e familiari. Nel documento proposto da Hansen, la proposta è di chiamare e usare in etichetta due termini: il primo è "Alcohol free" (senza alcol) per i vini con titolo alcolometrico fino a 0,5% vol. con la possibilità di usare "0.0" se la gradazione è al di sotto di questa soglia, soprattutto perché gradita in alcuni mercati, come i Paesi arabi o i Paesi dell'Africa; il secondo è "Alcohol light" (a bassa gradazione) per quei prodotti che sono oltre lo 0,5% (o la cui gradazione è al di sotto del 30% rispetto alla media della rispettiva categoria di vino). Altra novità riguarda la semplificazione delle norme per la produzione di spumanti no-low alcol e, infine, l'apertura alla dealcolazione di vini aromatizzati (oggi vietata), per «rispondere alle richieste dei consumatori».

Nuovi impianti e reimpianti viticoli

Il "pacchetto vino" della Commissione interviene sulle autorizzazioni degli impianti viticoli. Gli Stati membri potranno limitare e bloccare la concessione di quelle nuove (nella misura dell'1% annuo) sia a livello nazionale sia regione per regione. La loro durata rimane triennale, con sanzioni per chi non le utilizza. Per quanto riguarda i reimpianti, la proposta estende la durata delle autorizzazioni a 8 anni e sospende le penali per chi non ne fa uso. Dare più possibilità ai produttori per valutare meglio quando e cosa impiantare in funzione delle evoluzioni di mercato, è l'obiettivo dichiarato. Ogni Paese produttore potrà stabilire i criteri della concessione per nuovi vigneti e anche per i reimpianti, regolandosi sulle necessità di sviluppo di certe aree produttive. Inoltre, Bruxelles darà la possibilità di rimuovere, entro il 2026 e senza penali, le autorizzazioni ancora circolanti.

Procedura d'urgenza per gli estirpi ma con fondi nazionali

Per controllare le produzioni, la Commissione ha trovato il consenso sull'uso della vendemmia verde e su quello degli estirpi (la cosiddetta rottamazione dei vigneti) ma finanziati solo con fondi nazionali e approvati dalla stessa Commissione con una procedura d'urgenza. Si tratterà di un iter «accelerato», si apprende da funzionari europei, per quegli Stati che intendono estirpare gli impianti o applicare la vendemmia verde «in determinate aree specifiche che sono particolarmente in difficoltà». In materia di controllo delle rese, ci sarà la possibilità di fissare delle regole per il controllo e per una gestione degli stock di vino su specifica richiesta delle associazioni di produttori o interprofessionali. Infine, gli Stati membri potranno fissare criteri per i programmi di ristrutturazione dei vigneti.

Più tempo per la promozione sugli stessi mercati

Il settore vitivinicolo dovrà adattarsi alle fluttuazioni del mercato e soddisfare meglio la domanda. E la proposta legislativa della Commissione interviene sulla durata dei tempi delle azioni di promozione (con fondi Ocm) verso i Paesi terzi, prolungando da tre a cinque anni il tempo per le imprese che vogliono investire su uno stesso mercato. Nel pacchetto, c'è anche l'aumento del tasso di sostegno (che sale all'80 per cento) per i finanziamenti all'innovazione. L'obiettivo è adeguare più rapidamente l'offerta alla luce della riduzione dei consumi, fornendo strumenti finanziari che puntino all'innovazione di prodotto.

Ingredienti e nutrition fact: verso un Qr code unico

Per evitare, come accaduto finora, che ogni Paese interpreti la norma sull'indicazione obbligatoria dei nutrition fact e degli ingredienti, e per scongiurare il rischio di una babele di etichette, la Commissione propone di introdurre un pittogramma, un simbolo unico per tutti i 27 Paesi, che evidenzi al consumatore che dietro al Qr code ci sono sia le informazioni nutrizionali sia gli ingredienti. Per farlo, chiede a Parlamento e Consiglio la delega per stabilire una volta per tutte il simbolo da utilizzare. L'obiettivo è armonizzare le norme ed eliminare qualsiasi rischio di interpretazione, così come il rischio che le imprese sostengano pesanti costi di ristampa delle etichette a seconda dei Paesi di destinazione dei vini.

Enoturismo e ruolo dei Consorzi

Il pacchetto vino interviene anche sull'enoturismo - tra gli elementi chiesti dal Gruppo di alto livello - e, partendo dal presupposto che le attuali misure inserite nel programma settoriale non sono ben utilizzate, estende ai Consorzi di tutela del settore vitivinicolo la possibilità di beneficiare degli aiuti per sviluppare il turismo del vino. La Commissione ha voluto estendere i destinatari delle misure, prima identificati solo nelle organizzazioni interprofessionali, come sottolineato dai funzionari europei. Non essendo tali organizzazioni diffuse in tutta l'Ue la misura di finanziamento è stata poco utilizzata. Estenderla ai Consorzi di tutela, che per esempio in Italia sono presenti in tutti i territori, potrà contribuire allo sviluppo.

Climate change

In materia di contrasto alla crisi climatica, il pacchetto vino dell'Ue potenzia le misure di sostegno già a esistenti in materia di climate change in agricoltura e innalza il contributo pubblico all'80 per cento, per quei sistemi vitivinicoli che rispondono a obiettivi di adattamento e mitigazione del clima. Si tratta, spiegano i funzionari Ue, di uno strumento addizionale a disposizione delle filiere del vino.

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