Spesa troppo cara? Gli svedesi boicottano i supermercati. Lo sciopero di una settimana

26 Mar 2025, 12:17 | a cura di
In Svezia i consumatori protestano contro l’aumento dei prezzi alimentar. Per una settimana, boicottano i grandi supermercati, accusati di approfittare della scarsa concorrenza

È iniziata lunedì 24 marzo in Svezia la protesta dei consumatori contro l’impennata dei prezzi dei prodotti alimentari. Per sette giorni, i cittadini aderenti all’iniziativa hanno deciso di non fare acquisti presso i grandi supermercati e le catene della GDO, tra cui Ica, Coop, Lidl, Willys ed Hemköp. Il boicottaggio, ribattezzato “Bojkotta vecka 12” (Boicottaggio della settimana 12), ha preso piede attraverso i social – Facebook, TikTok, Instagram – diventando rapidamente un tema di dibattito nazionale e attirando l’attenzione della politica.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Nahid Sadeghi (@nahid_gbg)


Secondo quanto riportato dal Guardian, l’iniziativa nasce dalla frustrazione per aumenti ritenuti ingiustificati: il costo medio annuo per la spesa di una famiglia è aumentato di circa 30.000 corone (2.763 euro) dal gennaio 2022, mentre prodotti simbolici come il caffè rischiano di superare la soglia psicologica delle 100 corone (9,21 euro) a confezione.

Cibo sempre più caro: il sospetto sull’oligopolio dei supermercati

Secondo molti consumatori, dietro l’aumento dei prezzi ci sarebbe una concorrenza limitata, con pochi attori a dominare il mercato della grande distribuzione e a trarne vantaggi economici. Le catene coinvolte si difendono attribuendo i rincari a dinamiche globali: l’inflazione, i conflitti internazionali, i danni climatici che danneggiano i raccolti e l’aumento del costo delle materie prime. Ma i dati confermano l’esasperazione degli svedesi: secondo la piattaforma Matpriskollen, solo nell’ultimo mese i prezzi del cioccolato sono aumentati del 9,2% e nell’arco di un anno la crescita arriva al +24,9%. Olio e burro (+7,2%), formaggi (+6,4%), latte e pasta (+5,4%) sono tra i prodotti più colpiti. Non è un caso isolato: proteste simili si sono già registrate in Bulgaria, dove il fatturato della GDO è calato del 30%, e in diversi Paesi dell’Europa orientale, tra cui Croazia, Bosnia ed Erzegovina, Montenegro e Serbia.

La politica si muove (poco) mentre i consumatori cercano alternative&lt

Il governo svedese ha finora mantenuto una posizione prudente. Il ministro delle Finanze Elisabeth Svantesson ha dichiarato che, nonostante l’inflazione generale sia scesa dall’11% del 2022 all’1,3% del febbraio 2025, i prezzi dei beni alimentari restano ostinatamente alti. Il ministro degli Affari Rurali, Peter Kullgren, ha riconosciuto la difficoltà per le famiglie meno abbienti e ha annunciato una nuova strategia per il settore alimentare, con l’obiettivo di rafforzare la produzione interna e stimolare la concorrenza. Intanto, alcuni consumatori, come riportato dal Guardian, si organizzano attraverso canali alternativi come i gruppi “reko-ring”, che permettono l’acquisto diretto dai produttori locali, saltando i passaggi della distribuzione. Resta da capire se il boicottaggio durerà nel tempo e se, al di là del segnale simbolico, riuscirà a modificare davvero le scelte delle grandi catene.

linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram