La sveglia suona alle quattro in punto. Il pentimento si insinua ai bordi del letto, prova a tirarti al centro con le coperte che formano un bozzolo. Ma quel panino vale l'alzataccia, pensi. Così come il suono dei transpallet elettrici, la luce solare che si colora di rosso a seconda della lunghezza d'onda, le parole in pidgin che volano tra i banchi, il caffè bollente nelle tazze bianche e invecchiate. Lo storico mercato del pesce di Billingsgate a Londra - nato nel 1876 a Lower Thames Street, poi trasferitosi nella sua attuale sede nel 1982 - vale la sveglia in piena notte, la voragine allo stomaco che si forma mentre ci si veste in fretta, la breve camminata a piedi fino all'autobus notturno più vicino, l'attesa alla fermata, la pioggerella che cala instancabile sulle giacche cerate, i pensieri che invadono la mente assonnata. Uno dietro l'altro i fari delle auto che passano, che raccontano un mondo che lavora di notte, li conti come le pecorelle nella notte.
Respinti a est
Per molti quel mercato segna l'inizio della giornata lavorativa, per pochi altri un turismo insolito. Billingsgate è uno dei più antichi mercati della capitale inglese, insieme alla grande struttura di Smithfield dove si affastellano decine di macellai e selezionatori di carne. Gran parte delle aziende che vi lavorano sono a conduzione familiare, trasmettono l’attività di generazione in generazione. Entrambi questi spazi rimarranno vuoti dal 2028, almeno per un po', i due mercati infatti lasceranno il centro di Londra per trasferirsi a est, molto molto più est di ora. È tutto scritto nei piani approvati dalla City of London Corporation.
I banchi, i transpallet di cui sopra, le miriadi cassette di polistirolo con le specialità ittiche, i banchi di ferro dove si espone la carne, decine e decine di lavoratori, altrettanti clienti proprietari di ristoranti o semplicemente madri e padri di famiglia dovranno viaggiare fino a Dagenham Dock, vicino all’autostrada, per ricreare l'energia incredibile che si è respirata nelle attuali sedi. Certo saranno strutture moderne, più agevoli e accoglienti delle attuali, ma lontane. Il futuro è in periferia, alla fine dell'impero, fuori dai confini di quella che i londoner chiamano "città".
Al loro posto, una storia già vista a Londra: appartamenti e solo appartamenti, "flat" disposti uno sopra l'altro, grandi, confortevoli, costosi. Nella sola aerea di Billingsgate saranno costruite oltre 4mila nuove abitazioni. Una storia che si ripete, dicevamo: i nuovi appartamenti, che la città ha visto crescere a dismisura negli ultimi quindici anni, hanno portato ricchezza in zone complesse e povere, ma con il risvolto negativo di allontanare la working class che lì viveva o lavorava. E pure una bolla immobiliare, con prezzi stellari, che ora schiaccia anche la classe media. È la gentrificazione in tutta la sua crudeltà.
Addio al panino capesante e pancetta
Se lo Smithfield Market perde l'ombra del brutalismo del Barbican, il grande complesso residenziale costruito tra gli anni Sessanta e Settanta a due passi dalla City che ospita centri culturali, un teatro, un bar, un ristorante, molti appartamenti e una bella biblioteca; per il mercato del pesce niente più Canary Wharf, niente più grattacieli finanziari alle spalle. E probabilmente niente più panino con capesante e pancetta alle cinque del mattino. Una volta scesi dall'autobus, si attraversa il lungo stradone che porta all'ingresso principale del capannone, davanti l'immensa insegna gialla e verde di Billingsgate, le persone camminano a passi svelti, altri escono con le buste azzurre gocciolanti e odoranti di pesce. I camion scaricano le casse, i famosi facchini sono al lavoro, indossando i loro cappelli di cuoio rinforzati nove volte, noti nel settore come “bobbin-hats”.
Superata l'entrata principale del complesso, la vita dei lavoratori del mercato ittico è frenetica, c'è chi tira i pesci per la coda, su su in alto appoggiando una mano sotto la guancia, piegando la testa del pesce per mostrare la pupilla nera, donne e uomini in vestiti tradizionali nigeriani esaminano la freschezza dell'occhio. Granchi blu, marroni, giganti, montagne di capesante, cefali, salmone, sgombri. Le scarpe rumoreggiano sopra il sottile strato di acqua che circonda i banchi. Ciaf, ciaf. È freddo, in giro c'è di tutto.
Colazione con capesante
L'angolo più prezioso del mercato è in fondo a sinistra. Citofonare: Billingsgate Cafe. Aperto dalle tre alle otto del mattino, sei giorni su sette. Una tavola calda antica, imperdibile per chi ha la fortuna di frequentare assiduamente Londra. La colazione è assolutamente tradizionale. Per poco più di dieci sterline si può mangiare una breakfast inglese più che abbondante: salsiccia, tre strisce di pancetta croccanti, fagioli, patate fritte, funghi, due uova, cinque capesante ripassate nel burro all'aglio, due toast. Ma forse il prodotto più iconico rimane il panino con capesante e bacon tagliato spesso.
Niente salse, solo se le aggiungi. Te lo mangi all'alba con voracità, la strada per raggiungerlo è lunga, non fai caso al sapore ma ti concentri su quello che rappresenta. Un pasto semplice, accessibile per la classe operaia, quella che frequenta il mercato del pesce, quella che le nuove disposizioni londinesi porteranno sempre più in periferia. Il trasloco di questo pezzo di mondo costerà un miliardo di sterline e centinaia di lavoratori costretti a spostarsi per chilometri rispetto a dove si trovano ora. Cambieranno anche i clienti, non tutti potranno permettersi di attraversare l’immensa periferia di Londra per comprare pesce o carne a buon mercato.