Dalle Langhe all'Afghanistan. Ventitre cantine al femminile si uniscono per sostenere R-Women

19 Mar 2025, 11:16 | a cura di
Cultura del vino come cultura della solidarietà. Succede nelle terre del Barolo e Barbaresco, dove una ventina di produttori e di prestigio si uniscono per sostenere i diritti delle donne afghane attraverso la fotografia

Il vino è spesso sinonimo di radici e fatica, ma a volte anche di solidarietà e impegno sociale, specie nelle Langhe. Qui tra colline e vigneti 23 cantine  - da Domenico Clerico a Tenuta Carretta, da Sandrone Luciano a Poderi,  passando per  cantine Oddero e Anna Maria Abbona - hanno deciso di unirsi per sostenere R-Women, un progetto dell'Associazione culturale Sapori Reclusi che racconta la resilienza e la forza delle donne afghane attraverso la fotografia. Un dialogo tra mondi lontani che trova nel vino un ponte di solidarietà e condivisione, unendo le storie di resistenza delle donne del Barolo e Barbaresco con quelle di chi lotta per la libertà al femminile a Kabul.

I diritti delle donne in un progetto fotografico

Si tratta di un viaggio fatto di immagini intense scattate per lanciare un messaggio potente di sorellanza e consapevolezza. Da Jamila che beve the verde nel centro di un negozio antico a Chicken Street immortalata da Fatimah Hossaini - foto in alto - alla ragazza in vendita al primo offerente ritratta da Mahshad Jalalian in mezzo alla folla - in foto in basso. Sono in totale 60 le immagini che dal 7 giugno saranno esposte alla sede centrale della Banca d'Alba ad Alba, in un percorso curato dai fotografi Davide Dutto e Manoocher Deghati che mette insieme dodici reporter internazionali, tra cui il vincitore del Premio Pulitzer Massoud Hosseini.

Il vino come storia di resistenza

Un coro di donne per le donne inedito, capace di porre l'accento sulla discriminazione femminile nel mondo. «Il nostro vino è una storia che si beve, un racconto di fatica e dedizione», afferma una delle produttrici coinvolte nel progetto. «Conosciamo la forza della vite che cresce anche nei terreni più difficili», racconta un'altra produttrice. «Ed è la stessa forza che ritroviamo nelle vite di tutte le donne che non smettono di lottare». Parole che sintetizzano il cuore del vino delle Langhe e che dimostrano come la cultura del vino possa diventare cultura della solidarietà». Le cantine che hanno aderito al progetto includono nomi di rilievo del panorama vinicolo delle Langhe, tra cui: Domenico Clerico, Sandrone Luciano, Poderi e cantine Oddero, Conterno Fantino, Albino Rocca, Ettore Germano, Rizzi, Lalù, Adriano Marco e Vittorio, Gaudio, Francesco Rinaldi & Figli, Sottimano, Elio Altare, Giuseppe Cortese, Tibaldi, Virna Borgogno, Tenuta Carretta, Anna Maria Abbona, Giuseppe Rinaldi, Paola Sordo, Castello di Verduno, Poderi Colla e Poderi Marcarini.

Un messaggio che risuona

Il progetto non si ferma alla mostra, ma prosegue con dibattiti, eventi e incontri nelle scuole, per avvicinare il pubblico alle tematiche dell'emancipazione femminile e della consapevolezza sociale. Perché ogni bicchiere di vino può essere un simbolo di resistenza, di cultura e di cambiamento. Un messaggio che risuonerà forte anche tra gli stand di Vinitaly dove saranno presenti con i loro vini, perché il tema della sostenibilità e del valore umano nella produzione vitivinicola è sempre più centrale. In un mondo dove le parole di Omar Khayyâm, «bevete il vino, questa è la vita eterna»,  sembrano più attuali che mai, le donne delle Langhe stanno scrivendo una nuova pagina di storia, unendo il vino alla lotta per i diritti delle donne.

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