Salvia e menta in un dolce non le avete mai provate? Allora non conoscete le originali frittelle che si fanno solo a Sauris. Come ci racconta Lucia Protto, responsabile del Centro Etnografico di Sauris, «una volta in paese si preparavano dolci solo per le occasioni speciali perché lo zucchero era raro, e a causa del clima rigido (siamo tra i 1000 e i 1400m di altitudine) non crescevano alberi di frutta, fatta eccezione per il susino selvatico. Non erano comuni neanche altri dolci con le mele come lo Strudel, molto apprezzato nelle vallate vicine.
Oltre ai crostoli, o chiacchiere che dir si voglia, per Carnevale ma anche per i matrimoni si preparavano delle frittelline con le erbe molto particolari chiamate vledlan». I vledlan oltre a ingredienti di uso comune hanno all’interno foglie essiccate di salvia o di menta, erbe tra le più resistenti al freddo che anche in passato un po’ tutti avevano nell'orticello o sul balcone. Nella frazione di Lateis queste frittelline dalla forma irregolare anche un po’ buffa assumono la forma tronca di vlee, ovvero "pulce" in saurano, la lingua locale di derivazione germanica.
![](https://www.gamberorosso.it/wp-content/uploads/2025/02/vledlan-sauris-frittelle2.jpg)
Archivio Fotografico Pro Loco Sauris Zahre A.P.S.
La ricetta dei vledlan
Ingredienti:
- 3 uova
- 2 cucchiai di zucchero
- farina di frumento q.b.
- 1 bicchiere di latte
- un pizzico di bicarbonato o di lievito per dolci
- un pizzico di sale
- 2 cucchiai di grappa
- menta o salvia essiccate (anche in forno se le abbiamo fresche)
- olio per friggere (ma in passato si usava lo strutto)
Preparazione:
Ogni casa ha la sua variante, c’è chi le prepara sbattendo le uova intere con lo zucchero e chi suggerisce di montare prima gli albumi e poi aggiungere i tuorli, lo zucchero, il latte, un pizzico di sale e di bicarbonato, ed infine qualche cucchiaio di grappa per profumarle. Si versa la farina a cucchiaiate fino a formare una pastella piuttosto densa da arricchire con foglie di salvia o menta secche tritate finemente. Si friggono in olio bollente e servono calde cosparse di zucchero a velo.
La notte delle Lanterne e le origini del Carnevale saurano
Il Carnevale di Sauris è una celebrazione dalle tradizioni antichissime, probabilmente uno dei più suggestivi ed autentici di tutto l’arco alpino. In passato dopo l’Epifania i Saurani lo festeggiavano anche tre volte la settimana, coprendosi il volto con maschere di legno oppure con una "cappellina" di pizzo bianco su cui venivano disegnati bocca e occhi. Oggi la celebrazione si concentra soprattutto nella Notte delle Lanterne, evento molto sentito dai saurani ma aperto anche ai visitatori che arrivano da fuori per parteciparvi.
![](https://static.gamberorosso.it/2025/02/vlednan-carnevale-sauris-5-1.jpg)
foto: Archivio Fotografico Pro Loco Sauris Zahre A.P.S.
Protagonisti immancabili del Carnevale sono due personaggi dall’aria misteriosa: il Rölar e il Kheirar. Il Rölar è una figura tra il magico e il demoniaco che in abiti scuri e col volto coperto da fuliggine urla e scuote i campanacci (che ricordano quelli dei mamuthones) che gli cingono alla vita per annunciare l’inizio del Carnevale e allontanare con il frastuono gli spiriti del male.
![](https://static.gamberorosso.it/2025/02/vlednan-carnevale-sauris-2-1.jpg)
foto: Archivio Fotografico Pro Loco Sauris Zahre A.P.S.
Il Kheirar, ovvero il Re delle maschere, col volto coperto da un mascherone di legno, in passato bussava alle porte delle case con una scopa di saggina e una volta all’interno ramazzava il pavimento compiendo una sorta di rito propiziatorio atto a spazzar via la le fatiche dell’inverno e lasciar spazio a nuove energie. Faceva poi entrare una coppia di maschere che ballavano al suono della fisarmonica per poi spostarsi di casa in casa.
![](https://static.gamberorosso.it/2025/02/vlednan-carnevale-sauris-7-1.jpg)
foto: Archivio Fotografico Pro Loco Sauris Zahre A.P.S.
Oggi il Kheirar e il Rolar conducono i festeggiamenti tra le vie del paese, seguiti da un corteo di maschere che possono essere di due tipologie: maschere "brutte", zotiche e rozze, a cavallo tra il ridicolo e lo spaventoso, e maschere "belle", dai movimenti aggraziati e i vestiti della festa. Che ci si abbigli con abiti d’epoca gelosamente conservati o stracci trovati in cantina poco importa, ma necessariamente il volto dev’essere celato da una maschera di legno (anche a nolo presso l'ufficio turistico) intagliata come da tradizione dagli artigiani locali. Uno dei divertimenti maggiori per i saurani è cercare di indovinare chi si cela dietro la maschera, che non parla ma emette solo gridolini per non farsi identificare.
![](https://static.gamberorosso.it/2025/02/vlednan-carnevale-sauris-3-1.jpg)
foto: Archivio Fotografico Pro Loco Sauris Zahre A.P.S.
Al calar del sole, il corteo di maschere si avvia munito di lanterne per una passeggiata in mezzo ai boschi innevati da Sauris di Sopra a Sauris di Sotto. All’arrivo viene appiccato in una radura un grande falò propiziatorio e i festeggiamenti vanno avanti tutta la notte nel borgo animato da musica e balli, ritemprandosi dal freddo con un bel bicchiere di vin brulè e vassoi di vledlan a volontà.