La storica Tenuta Valdipiatta venduta all'imprenditore Cioffi. Ma Miriam Caporali resta a capo della cantina toscana

15 Gen 2025, 16:13 | a cura di
Dopo 10 anni di corteggiamento, la famiglia Caporali cede le quote dell'azienda di Nobile di Montepulciano all'amico e proprietario di Monteverdi Tuscany. L'accordo porterà l'ampliamento dei vigneti

Nuovi investimenti hanno interessato nelle ultime ore il Nobile di Montepulciano. Si è infatti concluso l'affare della vendita della Tenuta Valdipiatta, con la cessione del 100% delle quote.  La storica azienda degli anni Sessanta passa così dalle mani della famiglia Caporali a quella dell'imprenditore Michael L. Cioffi, già proprietario di un'attività turistico ricettiva nella vicina Val D'Orcia, la Monteverdi Tuscany, un albergo diffuso che si trova a pochi chilometri  distanza dalla tenuta. Un corteggiamento durato vent'anni stando alle parole di Cioffi, alimentato da un'amicizia sincera tra lui e Caporali.

Il futuro della tenuta

La famiglia Caporali, con Miriam, resterà come chief operating officer della Tenuta, affiancata dal marito Giuliano, mantenendo così allacciato il cordone ombelicale che la lega da sempre alla cantina. Si parla di un investimento che va oltre il milione di euro, soldi che andranno a finanziare anche il progetto di espansione che prevede ampliamento dei vigneti e potenziamento produttivo e logistico. La tenuta è passata dai 10 ettari iniziali ai 30 attuali di cui 20 vitati e il resto ad uliveto e boschivo. L’accordo arriva dopo una frequentazione importante tra Giulio Caporali e Michael L. Cioffi, amici ultra ventennali.

Una storia d'amicizia e di affari

Erano gli anni Ottanta quando Giulio Caporali acquistava la tenuta Valdipiatta per produrre Nobile di Montepulciano. Un'intuizione che, negli anni, lo ha portato a  realizzare un sangiovese di stirpe toscana con un carattere molto riconoscibile, di qualità e mai banale, tracciando la storia della denominazione insieme a pochi altri produttori. Un percorso poi continuato dalla figlia Miriam che tutt’oggi è la figura femminile tra le più rappresentative e storiche della denominazione.

«Quando incontrai Giulio gli raccontai – spiega Cioffi -  in un italiano approssimativo, di aver letto del suo vino su Wine Spectator e del mio desiderio di acquistare alcune bottiglie della memorabile annata 1997. Finse di non comprendere, sebbene in seguito scoprii che era un autentico uomo del Rinascimento – ingegnere, storico, studioso di civiltà etrusca e scrittore – con un'eccellente padronanza dell'inglese. Dopo avermi pazientemente ascoltato arrancare con il mio imbarazzante italiano nel tentativo di illustrargli quanto sapessi dei suoi successi, mi rivolse un sorriso e disse: Ti piacerebbe vedere la cantina? Nei due decenni successivi, abbiamo trascorso innumerevoli ore conversando di storia etrusca, arte, musica, filosofia, politica e, naturalmente, vino. Il suo passatempo prediletto era sottopormi a degustazioni alla cieca dei vini della sua collezione privata.»

Da allora ad oggi di acqua sotto i ponti ne è passata, però Cioffi non ha mai mollato e oggi ha realizzato il suo desiderio di acquisto che era partito come una domanda scherzosa.

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