Un'alba insolita per la piccola cittadina di Eymet, nel dipartimento della Dordogna, a sud della Francia, dove la guerra del vino franco-spagnola non sembra volgere al termine. Circa 100 viticoltori si sono radunati davanti alla Maison Parsat, azienda négociant specializzata in bag in box, per bloccare un altro camion spagnolo pronto a consegnare il suo carico. La scena, già emblematica del disagio che vivono i piccoli vignaioli, rappresenta solo uno dei tanti atti di una battaglia del sindacato Coordination rurale.
La protesta e il blocco del camion spagnolo
Guidati dal Coordination rurale, i viticoltori provenienti dalla Dordogna, dalla Gironda e dal Lot-et-Garonne hanno occupato pacificamente l’azienda alle prime ore del mattino. Il sindaco di Eymet, Jérôme Bétaille, è intervenuto per calmare gli animi, affiancato dalla polizia locale e dai rappresentanti sindacali delle sezioni regionali. Il proprietario della Maison Parsat, Jean-Marc Parsat, è arrivato più tardi, affrontando le accuse dei manifestanti.
Secondo quanto riportato dal quotidiano francese Le Démocrate, i viticoltori hanno chiesto trasparenza sui conti aziendali, sospettando che una percentuale significativa della produzione provenisse da vino spagnolo importato. Maison Parsat ha mostrato i libri contabili, rivelando che tra il 60 e il 70 per cento dei suoi vini è di origine spagnola. Pur non trovando prove di frodi – il vino straniero non veniva venduto come francese – la rabbia dei viticoltori non si è placata del tutto.
L’accusa del sindacato Coordination Rurale
«Non stiamo dicendo che il signor Parsat spacci il vino spagnolo per francese, ma quando vediamo le nostre vigne estirpate e le nostre aziende in difficoltà, è un fattore scatenante per noi», ha dichiarato Rémi Dumaure, responsabile della sezione della Dordogna del Coordinamento rurale, al quotidiano Dordogne Libre. Le lamentele non sono nuove. Già a febbraio, Parsat era stato accusato di «usare troppo vino spagnolo e non abbastanza prodotto locale». Allora, il produttore aveva spiegato che il mercato e i prezzi più competitivi del vino spagnolo lo costringevano a tale scelta.
Durante la protesta, però, il proprietario dell'azienda di vino Maison Parsat ha ricordato di aver lanciato qualche mese fa un’iniziativa solidale: il vino Résurrection, realizzato esclusivamente con uve locali acquistate a prezzi sostenibili. La produzione – 150 ettolitri distribuiti in 5mila bag in box – è stata venduta nei supermercati Leclerc di Bergerac al prezzo di 10 euro per confezione. Nonostante l'operazione commerciale a favore dei vignaioli, questi ultimi lamentano che essa sia stata tardiva e insufficiente. «È un peccato che l’idea di valorizzare i nostri prodotti locali gli sia venuta solo ora», ha commentato Karine Duc, rappresentante del sindacato Coordinamento rurale del Lot-et-Garonne, al giornale Petit Bleu d’Agen.
La crisi del vino francese
La crisi del settore vitivinicolo francese è tra le più gravi della sua storia. La competizione con i vini stranieri, unita al calo dei consumi interni, ha portato all’estirpazione di molte vigne nella regione di Bordeaux e della Dordogna. Le tensioni sono il riflesso di un settore che si sente abbandonato. Pur apprezzando l’annuncio di Maison Parsat di voler lanciare altri nuovi progetti solidali, i viticoltori restano cauti. Un incontro per definire i dettagli è stato fissato per il 28 gennaio 2025 presso la camera dell'Agricoltura del Lot-et-Garonne ad Agen. Per i viticoltori della Dordogna, però, la battaglia è solo all’inizio.