Si chiama Terre Audaci ed è una bottega gastronomica che riunisce prodotti di aziende agricole impegnate a vario titolo nella lotta alla criminalità organizzata. Il primo negozio ha aperto nel centro storico di Ravenna nel 2022, sono seguiti poi uno a Bologna e due corner all'interno di altri store, a Forlì e Faenza; sono imprese sociali sviluppatesi sulle spalle dell'associazione di promozione sociale terreaudaci nata un paio di anni prima. L'origine di questo progetto, però, va cercata più indietro nel tempo, nell'esperienza ventennale di un gruppo di poliziotti che nei corridoi della Questura di Ravenna hanno affiancato, al lavoro quotidiano, l'impegno per promuovere un cambiamento culturale, lo hanno fatto attraverso eventi e iniziative di sensibilizzazione sui temi del consumo consapevole come parte integrante della lotta alla criminalità, a partire dal riuso dei beni confiscati alla mafia.
Sono partiti in 11, tra colleghi e amici, poi il gruppo si è arricchito fino a contare, oggi, 200 tra soci e sostenitori, molti poliziotti, ma anche tanti esponenti della società civile che si sono appassionati al progetto. «Siamo ancora all'inizio, però», racconta Giovanni Arca, poliziotto nella sua prima vita, presidente della associazione di promozione sociale e uno dei soci dell'impresa sociale nel resto del tempo. Aprire un negozio richiede fondi ed energie importanti per una realtà che si basa sul volontariato, «per questo vogliamo investire su questi corner. Ora sono solo in Emilia Romagna ma abbiamo contatti anche in altre regioni. Vedremo: tutto è condizionato da come vanno le cose, dobbiamo fare passetti piccoli perché le economie sono minime. Ma vogliamo stare nel centro città, un po' per vanità : vogliamo partecipare alla resistenza dei nostri meravigliosi centri storici, ma anche per raggiungere i turisti, cosa che avviene abbastanza regolarmente».
Il progetto Terre Audaci
L'idea di fondo si basa sul consumo critico. «Non ci siamo inventati nulla – commenta Arca – esistono realtà tipo Libera molto più grandi e che hanno cominciato molto prima di noi». Libera, di fatto, è un'associazione di associazioni, tra cui anche Terre Audaci (che è anche un punto per associarsi). «Abbiamo scovato tante realtà, le siamo andate a trovare, le abbiamo riunite nei nostri negozi». Nei punti vendita ci sono tanti prodotti artigianali, al 90% biologici, tutti (ad eccezione di quelle a marchio Libera) di piccole realtà. Ci sono conserve dolci e salate, olio di oliva, vini, confetture, pasta, specialità regionali come friarielli o papacelle del Presidio Slow Food, busiate di grani tradizionali, «passate di pomodoro solo del sud, buonissime», e una gamma infinita di conserve, patè sughi, zafferano, creme mandorle dolci, ma anche peperoncino, cioccolato di Modica, panettoni. Ogni prodotto racconta una storia di resistenza, riscatto, di ribellione alla criminalità, di coraggio.
In totale un centinaio di referenze di una ventina di produttori. Acquistare questi prodotti significa sostenere concretamente aziende e cooperative sociali. Tutte realtà impegnate nel contrasto alla criminalità organizzata, ci sono quelle – e sono molte – che operano su terre confiscate alle mafie, c'è chi contrasta il caporalato, chi – come Addio Pizzo - non ha terreni confiscati ma si oppone alle estorsioni e con coraggio lo comunica su ogni prodotto, chi mantiene viva la memoria di vittime di mafia, chi favorisce l'inserimento lavorativo di persone in situazioni di fragilità e marginalità sociale, di carcerati o ex carcerati, offrendo loro una possibilità di reinserimento nella società civile. Semi di Vita del carcere minorile di Bari, per esempio, gestisce un terreno coltivato a funghi e peperoncini e un laboratorio di essiccazione interno al carcere mentre Casa Don Puglisi di Modica produce dolci.
«Ogni acquisto per noi è un atto politico, soprattutto perché ci consente di fare massa critica, sovvenzionando queste realtà». Qualcosa di più di un gesto simbolico ma una dimostrazione fattiva e un sostegno concreto alla causa, una scelta che contribuisce alla costruzione di legalità e giustizia sociale. Così ogni punto vendita è un «baluardo contro le mafie e un simbolo di sostegno per chi lavora ogni giorno per costruire un futuro migliore, unendo gusto, qualità ed etica in un messaggio potente e concreto». Il tutto senza mai perdere l'obiettivo della divulgazione con l'organizzazione di incontri, presentazioni, cene in collaborazione con Slow Food, eventi che rinsaldano il valore sociale dei negozi di prossimità sul tessuto urbano, e contribuiscono alla costruzione di una cultura della legalità. C'è anche una selezione di libri e pubblicazioni sulla storia della mafia e dell’antimafia, che presto avranno anche una nuova collocazione nella biblioteca Bartolozzi Missiroli. nella sede di terreaudaci che aprirà all'inizio del 2025 nel centro storico di Ravenna.