Le Langhe si preparano a inaugurare il nuovo anno vitivinicolo 2025 con qualche novità e più di una polemica interna. Grandi Langhe giunge, infatti, alla IX edizione e si prepara ad accogliere i professionisti del mondo del vino a Torino il 27 e il 28 gennaio 2025 alle OGR - Officine Grandi Riparazioni di Torino, annunciando un nuovo format che prevede una maggiore apertura verso aziende, buyer, giornalisti e, per questi ultimi, una sala dedicata per l’assaggio delle nuove annate con il servizio dei sommelier. Il modello sembrerebbe quello delle anteprime toscane.
La settimana precedente, invece, si svolgerà, come di consueto, Nebbiolo Prima, giunta ormai alla 29esima edizione con un format sempre più esclusivo: una ristretta selezione di giornalisti e influencer - soprattutto internazionali - chiamati ad Alba a degustare e valutare le nuove annate dei vini a base di nebbiolo delle principali denominazioni di Langhe e Roero. L’anno scorso erano a disposizione 300 campioni per un totale di circa 175 aziende. Numeri onestamente risicati vista l’ampiezza delle denominazioni coinvolte. Così come, del resto, assai limitato è il numero di giornalisti invitati, con una evidente sottorappresentazione (e sottostima) della stampa nazionale a vantaggio di quella internazionale.
Quale futuro per Nebbiolo Prima e Grandi Langhe
Dal 2017, grazie alla collaborazione tra il Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Langhe e Dogliani, il Consorzio di Tutela del Roero e l’associazione Albeisa, Nebbiolo Prima è stato collegato di fatto al programma di Grandi Langhe. Oggi però, con il nuovo format allargato lanciato dall’evento di Torino c’è da chiedersi quali siano il ruolo e il futuro delle due iniziative.
«Nebbiolo Prima - racconta la presidente del consorzio Albeisa Marina Marcarino - nasce dall’Alba Wine Exhibition di alcuni anni fa. Fin dall’inizio si apre un colloquio con la stampa e tra la fine degli anni '70 e nel corso degli ’80 c’era anche l’ospitalità a casa del produttore. Poi il territorio è cresciuto ed è diventato un’eccellenza del vino italiano. I giornalisti che all’inizio erano pochi sono diventati tanti, anche troppi: un’affluenza che era poco omogenea». Da lì nasce la necessità di selezionare gli accessi. «Da qualche anno, pertanto - spiega la presidente di Albeisa - selezioniamo un ristretto numero di giornalisti - quest'anno 36 - per garantire una qualità elevata in due sezioni distinte». Una cifra risicata, che di fatto esclude la gran parte dei media nazionali, specializzati e non, se si pensa ad altre manifestazioni come Benvenuto Brunello o come le anteprime della Toscana dove l’accoglienza della stampa è ben più ampia ed esauriente (e, di conseguenza, più ampia ed esauriente è pure la copertura mediatica).
L'attacco di Marina Marcarino a Grandi Langhe
Anche per questo motivo l’apertura della prossima edizione di Grandi Langhe alla degustazione dei vini di annata con la presenza prevista di almeno 200 “scrittori” del vino desta qualche motivo di riflessione. «Quando con Pietro Ratti, allora presidente del consorzio del Barolo e Barbaresco, nasce l’idea di Grandi Langhe si decide di dividere i compiti: Albeisa si sarebbe occupata delle degustazioni tecniche per la stampa, mentre Grandi Langhe avrebbe accolto i buyer», racconta Marcarino.
Che poi attacca: «Ecco perché trovo molto stupida questa iniziativa del consorzio delle Langhe di aprire alle degustazioni tecniche per i giornalisti. Ci era stato chiesto di trasferire tutto a Torino, ma noi organizziamo un evento molto diverso: una settimana intera dedicata a una degustazione altamente tecnica con i vini coperti e assaggiati nelle condizioni ambientali ideali. Alle OGR di Torino, viceversa, ci sarà di tutto». Condizioni, peraltro, che non permetterebbero di degustare nel modo migliore. «Noi diamo un servizio ai giornalisti - continua Marcarino - e molti esclusi chiedono già di partecipare. È stato un errore mescolare stampa e buyer. Il buyer cerca altre cose: è sempre più focalizzato sulla vendita del vino. Grandi Langhe è un’iniziativa pensata per il mercato: doveva fare del Piemonte un punto di riferimento in un contesto di eventi orientati al mercato in cui c’è solo il Vinitaly». Racconta Marcarino: «All’inizio il progetto era anche quello di visitare il territorio, offrendo la possibilità di spostarsi tra i comuni, da Barolo a Monforte a Castiglione. Poi con Matteo Ascheri presidente cambia il format: tutto viene concentrato a Torino perché nelle Langhe non ci sono strutture sufficientemente capienti per un evento del genere». Ora però il format cambia ancora con la sala dedicata alla stampa.
Degustazione coperta contro degustazione palese
«Io non capisco la logica di questa iniziativa del consorzio Barolo e Barbaresco. Inoltre, allestire una sala per i giornalisti significa che molti produttori non possono esporre. E poi a Sergio Germano (il presidente del consorzio Langhe; ndr) interessa una cosa più ampia, con la partecipazione di altre zone del Piemonte. Non so quanto verrà accolta bene questa cosa dai produttori», accusa Marcarino.
Ma il cuore della critica resta l’assaggio delle nuove annate. «La degustazione che si farà a Grandi Langhe è palese: chi assaggia può leggere il brand, allora ha più senso assaggiare direttamente al banchetto. E poi ogni produttore può scegliere quale vino presentare in degustazione nella sala per la stampa. Quindi può esserci chi decide di mettere una barbera o un moscato. È una cosa molto diversa dall’anteprima del nebbiolo. Che senso ha?». Poi incalza: «L’anteprima ha lo scopo di far capire che cosa è successo in quell’annata. Tutto deve essere coordinato in tal senso. Il giornalista partecipa e sa qual è il quadro dell’annata. Come produttore sono sempre stata contraria alle degustazioni palesi. Il motivo è semplice: vedo che c’è un approccio diverso a seconda dell’etichetta. Se trovi in degustazione cantine celebri come, per fare un esempio, Conterno o Voerzio, e poi ti capita il signor Pinco Pallo le opportunità per le novità si riducono. I primi che assaggi sono sempre i vini top: siamo umani. Altrimenti non si spiegherebbero certi prezzi. Invece, la degustazione coperta riserva delle sorprese che altrimenti non avresti colto».
Una partecipazione limitata
Resta il fatto che a Nebbiolo Prima saranno presenti soltanto 250 produttori per un totale di 450 bottiglie: praticamente la metà dei numeri comunicati dal consorzio Barolo e Barbaresco relativamente a Grandi Langhe dove si aspettano 490 produttori per un totale di circa mille etichette in degustazione per i giornalisti in sala stampa. C’è da chiedersi, a questo punto, se c’è stato (e se ci sarà) un confronto su questi temi tra i due consorzi. «Ho già espresso le mie critiche a Germano - ammette Marcarino - ma daremo la possibilità ai giornalisti nostri ospiti di partecipare a Grandi Langhe. Nebbiolo Prima, infatti, si conclude il giorno prima dell’evento di Torino. Quanto ai produttori, non abbiamo fatto sondaggi sull’argomento ma l’iniziativa crea un po’ di confusione». E Marina Marcarino come si comporterà? «Io parteciperò a Grandi Langhe ma non darò il mio vino per l’anteprima».