I 13 migliori Sauvignon dell'Alto Adige scelti dal Gambero Rosso (con il Bianco dell'Anno)

10 Dic 2024, 18:39 | a cura di
Grande variabilità del territorio, una straordinaria ricchezza ampelografica, enorme frammentazione delle vigne che vede migliaia di famiglie interpretare il territorio e le vendemmie. Queste le parole chiave per descrivere la viticoltura dell'Alto Adige, che ogni anno ci regala vini di grande livello.

L'Alto Adige è una delle punte di diamante del panorama viticolo italiano, dove il legame fra viticoltore, territorio e vitigno è espresso da una gamma di vini di grande qualità, come dimostrano anche quest'anno le etichette premiate, 24 o comunque arrivate in finale, inserite nella guida Vini d'Italia 2025 del Gambero Rosso. Il Premio per il miglior Bianco dell'Anno, uno dei Premi Speciali, è stato assegnato proprio  a un grande vino della regione, il Gran Lafóa '21 di Cantina Colterenzio, un Sauvignon che stimola sensi e passione, una selezionedella porzione di vigna più vocata per il vitigno, a 450 metri di quota, che ci regala un bianco poderoso, intensissimo e allo stesso tempo straordinariamente elegante.

Il vigneto atesino: le tante facce del territorio

Il vigneto atesino è racchiuso in poche migliaia di ettari, nella provincia di Bolzano, che si adagiano sui fianchi delle colline risalendo il corso dell’Adige e dell’Isarco. Ciò che non si intuisce in questa descrizione è la grande variabilità del territorio, che spazia dai 220 metri del fondovalle agli oltre 1000 nella Bassa Atesina e nel Renon, dove calcare, limo e porfido si alternano, con esposizioni che ruotano a 360°, la straordinaria ricchezza ampelografica e ancor più l’enorme frammentazione delle vigne che vede migliaia di famiglie interpretare il territorio e le vendemmie.

In Alto Adige, infatti, oggi le aziende non coltivano più tutti i vitigni previsti dalla denominazione, ma soltanto quelli che esprimono un forte legame con il territorio. Si passa dai viticoltori che vinificano le uve provenienti dai pochi ettari di proprietà, grandi strutture cooperative, storiche aziende della provincia che alla loro opera affiancano quella di piccole aziende che conferiscono le uve in cantina. Ciò che non cambia mai è però la cura con cui vengono gestiti i vigneti e l'attenzione posta a tutte le operazioni di cantina, volte alla produzione di vini che esprimono la luminosità di questo territorio.

I migliori Sauvignon dell'Alto Adige premiati con i Tre Bicchieri e Due Bicchieri rossi

Qui vi segnaliamo i migliori Sauvignon dell'Alto Adige, che includono anche tre etichette della sottozona Terlano. Sono le etichette he hanno ottenuto il massimo riconoscimento della guida Vini d'Italia del Gambero Rosso 2025 o che sono comunque arrivate in finale.

Il nuovo Gran Lafóa '21 di Cantina Colterenzio, premiato come Bianco dell'Anno nella guida Vini d'Italia 2025, è un Sauvignon in purezza che manifesta grande eleganza al naso, dove il frutto bianco si fonde alla perfezione con il ricordo del rovere di maturazione, impreziosito da tenui note floreali e di spezie. In bocca è succoso, lunghissimo e chiude su una bella nota di pesca.

La cooperativa di Colterenzio può fare affidamento sulla preziosa opera di circa 300 viticoltori, che in massima parte conducono piccoli appezzamenti viticoli nelle zone più vicine alla cantina: Colterenzio, Cornaiano e Appiano. A completare la piattaforma viticola concorrono vigne meno estese nei dintorni del capoluogo e di Salorno, al confine con il vicino Trentino. Spetta a Martin Lemayr il compito di tradurre in vini di spessore questi raccolti.  Compito svolto alla perfezione, come testimonia l'assaggio di tutte le etichette presentate quest'anno,

Il Sauvignon Renaissance '21 porge un quadro aromatico figlio dell'ottima vendemmia, fatto di un frutto croccante che si intreccia con le note floreali, lasciando sullo sfondo un ricordo di rovere. In bocca colpiscono la sapidità e la tensione, per un sorso lungo e di classe. Giocato più sulla freschezza varietale e l'immediatezza della beva il Sauvignon Praesulis '22, che conquista per armonia.

Nonostante la famiglia Prackwieser sia dedita alla coltivazione della vite da generazioni, è con l'ingresso di Markus che l'azienda prende la fisionomia che oggi conosciamo. Le vigne si distendono sul versante orientale della bassa valle Isarco dai 400 metri dedicati ai vitigni che più necessitano di calore fino agli 800, costantemente accarezzati dalle brezze dell'Ora nel pomeriggio e da quelle che scendono dallo Sciliar la notte.  Pochi i vitigni coltivati, per una produzione che non conosce punti di debolezza.

Eccelle il Sauvignon Sàcalis '21, una Riserva di ampio spettro aromatico che debutta sulla nota affumicata per lasciare spazio al frutto bianco, ai fiori e a una curiosa nota sulfurea. Il palato è asciutto e giocato tutto sulla tensione e la sapidità. Giocato più sulla freschezza varietale e l'immediatezza della beva il Sauvignon Praesulis '22, che conquista per armonia,

L'azienda di Christian Plattner nasce sulle colline che cingono la città di Bolzano in direzione della Valle Isarco. Pendii baciati dal sole e accarezzati dalle brezze alpine, che da sempre sono la culla della schiava, mentre poco più in basso si trova la culla del Lagrein. Negli anni la piattaforma viticola si è allargata anche alla zona d'Oltradige, dove trovano dimora i vigneti di pinot bianco e sauvignon.  Conosciuta e apprezzata soprattutto per i suoi rossi, anno dopo anno propone una gamma di bianchi di assoluto valore.

Il Sauvignon Mantele '22 si fa apprezzare per agilità e lunghezza. Spesso le cooperative dopo decenni di autonomia sentono l'esigenza di unire le forze e dare vita a realtà più grandi.

La particolarità dell'azienda Nals Margreid risiede nell'aver unito due territori molto lontani, quello di Nalles e quello di Magrè all'estremo sud della provincia. Ciò permette a Harald Schraffl e al suo gruppo tecnico di avere uve che maturano in condizioni molto differenti e che portano in dote carattere e originalità.  La produzione di via Heiligenberg propone una gamma di vini inappuntabili, che alterna interpretazioni strettamente legate al vitigno a interpretazioni dove si valorizza il legame fra vitigno e territorio.

A. A. Sauvignon Mantele 2022 - Nals Margreid

Il Sauvignon Mathias '22 gioca con il frutto esotico e le note sulfuree prima di donare un palato fine e di notevole lunghezza.

La cantina della famiglia Pfitscher si trova perfettamente immersa fra i vigneti nella zona di Montagna, dove il pinot nero ha trovato uno dei suoi territori d'elezione. Vigne che si estendono per molti ettari lungo i due versanti della valle, alternando zone calde e soleggiate ad altre più fresche e ventilate, permettendo così una produzione dove ogni vitigno è coltivato nella zona a esso più congeniale.  Sempre più centrale il ruolo del vitigno rosso borgognone in casa Pfitscher, con più etichette che ne esplorano il legame con le vigne della zona.

Ottimo il complesso e armonico Sauvignon Greel '22 di Cantina Bozen. La cooperativa di Bolzano è una delle realtà più importanti della provincia, un'azienda che può contare sull'attività di un piccolo esercito di soci che coltiva oltre 300 ettari di vigneto che spaziano dai 200 metri del fondovalle ai 1000 del Renon. Ogni vitigno trova la sua collocazione ideale, sfruttando non solo l'altitudine ma anche le differenti composizioni del suolo e permettendo così una produzione che coniuga ricchezza ed eleganza.

A. A. Sauvignon Greel Ris. 2022 - Cantina Bozen

Il Sauvignon Stein '22 di Eichenstein apre le danze con un'intensa nota esotica e floreale che trova sviluppo al palato, dove rivela sapidità e progressione nel sorso.

La cantina di Josef Waldner si adagia in posizione incantevole su una sorta di grande terrazza affacciata sulla valle dell'Adige, circondata dai vigneti aziendali e da un fitto bosco che isola la proprietà. Qui, a 550 metri di altitudine, si sviluppa gran parte della piattaforma viticola, che viene completata dalle storiche vigne nel fondovalle in corrispondenza di Marlengo. In cantina il giovane enologo Martin Pollinger dà vita a una ristretta gamma di etichette di valore assoluto.

Intrigante il Sauvignon Vigna Rachtl '21, che sfrutta l'ottima vendemmia per donare profumi intensi e sfaccettati, che conducono a un palato succoso e molto lungo. La zona della Bassa Atesina si sviluppa a ridosso della provincia di Trento, ma può contare su vigneti che dai 220 metri del fondovalle risalgono i ripidi pendii fino a superare i 1000.

Qui opera da generazioni la famiglia Tiefenbrunner, che può fare affidamento su una importante piattaforma viticola, cui si aggiunge la collaborazione con numerosi viticoltori della zona, per una produzione che non conosce punti di debolezza.

A. A. Sauvignon V. Rachtl Ris. 2021 - Tiefenbrunner

Intrigante il confronto fra i due Sauvignon '22 di Manincor, da una parte il Tannenberg, giocato sull'intensità aromatica e sul dinamismo del sorso, e dall'altra il Lieben Aich, che invece porge profumi più nascosti e profondi, per liberare un sorso di grande eleganza e consistenza. Il tessuto agricolo della provincia di Bolzano è caratterizzato da una proprietà estremamente frammentata, dove le aziende spesso coltivano meno di un ettaro ciascuna.

L'azienda dei conti Goëss Enzemberg rientra le novero delle eccezioni, una splendida realtà che conduce una piattaforma viticola molto estesa, che dalle sponde del lago di Caldaro si allunga fino alla zona di Terlano e alle colline che dominano Merano.

Il Quarz '22 è il consueto Sauvignon che coniuga ricchezza ed eleganza, quest'anno caratterizzato da un sorso particolarmente sapido.

Fra le aziende che negli ultimi decenni hanno contribuito in maniera determinante a diffondere nel mondo la qualità dei vini atesini sicuramente un ruolo di rilievo spetta alla cooperativa diretta da Rudi Kofler. Quasi 200 ettari vitati che esplorano il calcareo conoide di Andriano e i rossi pendii di Terlano, dove invece è il porfido a dettare legge, seguiti passo passo dalla nutrita schiera di soci e valorizzati in cantina dal lavoro di Rudi e del suo staff.

 

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foto di apertura credits Benjamin Pfitscher

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