Da qualche giorno a Novara si sono riaccese le luci nel salotto buono della città, in piazza Martiri, fra il Duomo e il Castello. Là, dove fino a un anno fa, c'era il Cannavacciuolo Bistrot è arrivato Alchemiae di Luca Mendozza, il locale del pizzaiolo napoletano trasferitosi da 17 anni nella città piemontese.
Tra pizze e padellini
"Sarà un indirizzo popolare aperto a tutti, da mattino a sera, su tre livelli, partendo dallo spazio caffetteria a piano terra fino alla terrazza, con gli stessi prezzi della mia precedente pizzeria di via Pietro Micca" racconta Mendozza. Per questo la Margherita continua a costare 7,50 euro (in carta ce ne sono altre 3 versioni), la Cosacca (pomodoro San Marzano, grana padano, pecorino romano, basilico e olio EVO) solo 7 euro. E per i cavalli di battaglia di Mendozza, come la Napoli a Novara (pomodorini del Piennolo gialli e rossi saltati in padella, con provola partenopea aggiunta in uscita, ricotta, pepe e basilico a crudo) o la Sciué Sciué (la pizza fritta con ripieno di ricotta, provola affumicata di Napoli e cicoli napoletani) non si va oltre gli 11 euro. "Ho ridotto l'offerta di pizze tradizionali, ora sono una ventina, ma ho introdotto il padellino napoletano con l'uso del carbone vegetale che dà all'impasto il colore nero per richiamare la lava del Vesuvio" racconta Mendozza davanti al forno Marana che adesso è il cuore del nuovo locale.
Un locale per tutte le tasche
Degli ambienti che ospitavano il bistrot stellato dello chef di Cucine da incubo, non è stato toccato quasi nulla, salvo l'arrivo di nuovi tavoli e sedie e il riordino della terrazza panoramica da quasi 100 posti che, con l'arrivo della bella stagione, diventerà uno dei punti di forza di Alchemiae. "Non ce n'era bisogno, Antonino ci ha lasciato un locale molto bello" commenta Mendozza, soddisfatto dopo i primi giorni di riapertura. Ai 90 coperti interni, disposti su tre piani, si aggiungono quelli dei dehors ospitati sotto i portici colonnati. L'unicità del locale sta nell'accesso diretto al foyer del Teatro Coccia, uno dei più importanti teatri storici italiani, spesso considerato nel Novecento come l'anticamera della Scala, perché qui debuttavano cantanti e direttori poi destinati al più prestigioso palcoscenico della lirica italiana. Dopo Toscanini, ultimo in ordine di tempo è stato Riccardo Muti nel 1967, poi protagonista anche della serata di riapertura nel 1993. "Per gli ospiti del teatro ho pensato a un angolo bar apposito, in modo che durante gli intervalli possano venire a bersi qualcosa velocemente senza uscire all'esterno, poi naturalmente li aspetto tutti per il dopo teatro quando saremo aperti fino a tardi, cosa non usuale a Novara" precisa il nuovo patron.
Un napoletano trapiantato a Novara, “ma resto partenopeo"
L'entusiasmo dell'imprenditore nato a Chiaia, cresciuto a cento metri dallo stadio di Fuorigrotta, salito a Novara per raggiungere i parenti è travolgente. Diventato pizzaiolo durante la pandemia, ha studiando e collaborato con i maestri Giorilli e Bonci fino a conquistare nel 2022 il Trofeo Caputo, campionato mondiale del pizzaiolo. All'inizio del prossimo anno si appresta a lanciare anche un menù degustazione pizza, dove i clienti avranno la possibilità di fare un percorso con vari tipi di impasti e topping, dall'antipasto al dolce. Ma la vera novità è che Alchemiae non sarà più esclusivamente la pizzeria molto apprezzata dai novaresi negli ultimi tre anni. "Darò spazio anche alla cucina, ma non mi posso certo mettere a cucinare la paniscia: c'è chi lo fa benissimo. Io porto in tavola la mia napoletanità, con poche cose, ma buone". Abbiamo provato in anteprima alcuni piatti che col nuovo anno entreranno nel menù: le classiche polpette al sugo, la parmigiana di melanzane, la scarola con olive di Caiazzo, la braciola con i friarielli, le candele di Gragnano con il ragù alla Genovese, il baccalà fritto con riduzione di cipolle di Montoro, sono solo alcune delle suggestioni. "Voglio che certi sapori siano quelli autentici della mia terra, per questo faccio arrivare dalla Campania, il fiordilatte, il sugo di pomodori San Marzano e anche i dolci, dalle sfogliatelle ai baba: i costi sono più alti, ma qualche cliente mi dice che mia pizza è differente e questo mi riempie di orgoglio" racconta Lucariello, il diminutivo con cui gli amici chiamano Mendozza. All'ombra della cupola di San Gaudenzio il passaggio di consegne fra Cannavacciuolo e Mendozza è stato nel segno della napoletanità. Salvo forse l'irrinunciabile tiramisù alla Novarese, fatto con crema di mascarpone e biscottini di Novara Camporelli.