"I vini dealcolati devono essere sottoposti ad accisa: non esistono altre soluzioni". L'ammonimento di Assodistil

28 Nov 2024, 15:40 | a cura di
L'associazione dei distillatori non scende a compromessi e spiega perché non avrebbe senso trattare il liquido idroalcolico come rifiuto

La strada verso l’approvazione dei vini dealcolati è tracciata, ma non è affatto in discesa. Lo certifica la presa di posizione di Assodistil, l'associazione nazionale industriali distillatori di alcoli e acquaviti che, da un lato, ha apprezzato la volontà del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida di chiudere l'iter normativo ma, dall'altro lato, ha puntato il dito su alcuni aspetti che il decreto non affronterebbe. Tema sui cui si era già espressa, nelle scorse settimane, attraverso una lettera aperta al Masaf.

Il ricorso alle accise

Antonio Emaldi, che guida l'associazione dei distillatori italiani, ha sollecitato che le miscele idroalcoliche ottenute dalla dealcolizzazione dei vini debbano sottostare alle norme del Testo unico accise: «Un decreto non può derogare ad alcuna legge dello Stato», ha ammonito in una nota ufficiale. Produrre soluzioni alcoliche con grado sopra 1,2% deve avvenire in regime di deposito fiscale di alcole, preventivamente autorizzato da Dogane e Monopoli, è la richiesta di Assodistil secondo cui, inoltre, è «impreciso considerare il liquido idroalcolico tra i prodotti intermedi», perché l'attuale norma include solo vino, vermouth e sidri di frutta.

Il problema smaltimento

No secco di Assodistil anche alla proposta (definita «incredibile», scomodando addirittura il Miracolo di Cana) di alcune sigle di settore, tra cui Uiv, di evitare le accise se il liquido idroalcolico è trattato come un rifiuto, perché ci sarebbero «solo costi di smaltimento in capo ai produttori di vini dealcolati». E siccome il metodo a membrana è quello più usato in Europa per la dealcolizzazione, c'è un problema acqua: sono necessari dieci litri per ogni litro di vino trattato. In cifre: se il vino dealcolato coprirà lo 0,5% del mercato (l'Ue stima un +15% annuo di crescita), l'Italia per trattare 22,5 milioni di litri di vino dovrebbe smaltire 225 milioni di litri d'acqua.

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