Il profumo del pane appena sfornato, dei pangoccioli e della pizza bianca che riempie i vicoli di Frascati arriva anche a Roma, a pochi passi dal Pantheon. Il Forno Ceralli, storica istituzione dei Castelli Romani, ha aperto un nuovo punto vendita a piazza Rondanini, al civico 42, in pieno centro storico. Lo scorso anno, dopo la scomparsa di nonna Rosanna, storica proprietaria che ha legato la sua vita a questo forno, la famiglia continua le antiche tradizioni, ma con ancora più carica: «Abbiamo mantenuto una promessa fatta a mia nonna, la sora Lella di Frascati. Lei diceva sempre: “Porta il nostro forno al centro di Roma e io ti vendo pure il Pantheon”. Amava questo monumento, e noi le abbiamo dedicato questa nuova apertura», racconta al Gambero Rosso Francesco Ceralli, quarta generazione della famiglia di fornai che dal 1920 gestisce il forno a legna di piazza Bambocci, nella cittadina dei Castelli Romani.
Il forno Ceralli apre nel centro storico di Roma
Aperto nel 1920 da Eugenio Ceralli, il negozio a conduzione familiare ancora oggi utilizza lo stesso forno a legna originale, alimentato a fascine di castagno, e continua a produrre filoni, cazzotti e pizza in teglia seguendo antiche tradizioni. «Da noi è tutto come una volta, dalla preparazione all’attenzione per ogni singolo prodotto. Le nostre ciambelle al vino, la pizza bianca e la pupazza frascatana sono ormai simboli locali», spiega Francesco. L’apertura del nuovo punto vendita a Roma, con l'aiuto Cristian Piccolo, un giovane socio e amico di Francesco, segna un momento cruciale per l’azienda. «Non è stato facile trovare il locale giusto. Quando contattai l’agenzia immobiliare per prendere in gestione il locale (che era un ex negozio di pelletterie), mi attaccarono il telefono: dissero che era impossibile ottenere le licenze per aprire un forno in centro. Ma noi abbiamo insistito, abbiamo esposto il nostro progetto al comune di Roma e siamo riusciti a convincere tutti».
A Roma, il forno proporrà una selezione dei suoi prodotti più amati, trasportati tutte le mattine da Frascati: pizza rossa, pizzette, pangoccioli appena sfornati, il banco gastronomia ogni giorno con preparazioni differenti, oltre a dolci artigianali come panettoni, crostate, e l’immancabile pupazza frascatana(un biscotto tipico fatto con farina, olio d’oliva, miele e aroma d’arancia). «La produzione resta tutta a Frascati, dove lavoriamo con una squadra di 19 dipendenti. Al Pantheon abbiamo solo un forno per riscaldare i prodotti», spiega Francesco Ceralli, «La qualità sarà la stessa, non ci siamo montati la testa. Il nostro è un progetto familiare, non siamo imprenditori, siamo fornai», sottolinea il giovane Ceralli.
Il progetto di un franchising a marchio Ceralli
L’inaugurazione ufficiale del negozio romano è prevista per il 7 dicembre, ma l’apertura, a appena una settimana di distanza, ha già riscosso grande successo. «Siamo aperti sette giorni su sette, e il riscontro dei clienti è stato incredibile», racconta entusiasta Francesco, che al momento è fisso al nuovo locale e si occuperà per i prossimi mesi di gestire il flusso di turisti in arrivo per il Giubileo, mentre il padre e la madre, che in questi giorni sono anche loro dietro il bancone di Roma per aiutarlo, saranno poi stabili nel forno di piazza Bambocci a Frascati. «A un anno dalla scomparsa di mia nonna, il pilastro del forno Ceralli, penso sia stata lei a portarci fortuna e a far realizzare questo sogno, il nostro sogno, aprire davanti il Pantheon».
Ma la famiglia Ceralli non si ferma qui, il progetto guarda avanti: dopo Roma, la famiglia Ceralli pensa già a nuove aperture, con l’idea di portare il forno già in una seconda sede a Roma, e chissà, persino a New York. «Non vogliamo solo espanderci, ma raccontare una tradizione, offrire prodotti che rispecchino in ogni luogo la nostra identità». Nel frattempo, il forno storico di Frascati continua a lavorare a pieno ritmo, come si vede dal fumo che esce dal comignolo di piazza Bambocci. «Il nostro cuore resta a Frascati, ma il Pantheon è un sogno realizzato. E mia nonna so che è orgogliosa di noi».