Con i suoi 756mila ettari di superficie vitata, la terza più grande al mondo, e un consumo annuo di 6,3 milioni di ettolitri di vino, la Cina è pronto a ridefinire gli equilibri del settore. Il 14 novembre 2024, il Paese ha ufficialmente aderito all'Organizzazione Internazionale della vigna e del vino (Oiv), diventando il 51esimo membro di un organismo che da un secolo definisce gli standard del settore vitivinicolo globale. L'adesione arriva in un anno simbolico, durante le celebrazioni del centenario dell'Oiv, e sancisce l'importanza crescente della Cina nel mondo del vino.
Il 51esimo membro dell'Oiv
L'annuncio dell'adesione della Cina è giunto dopo un processo di consultazione di sei mesi (ne avevamo già parlato qui), avviato in seguito alla presentazione della domanda da parte del ministero dell'Agricoltura e degli Affari rurali cinese il 14 maggio 2024. Questo passo, oltre a rafforzare il peso politico ed economico di Pechino nel panorama internazionale, segna un cambio di passo per l'Oiv, che ora rappresenta l'85 per cento della superficie vitata globale. Secondo i dati del rapporto state of the world vine and wine del 2023, la Cina è il nono consumatore mondiale di vino, con 6,3 milioni di ettolitri annui, ed è già una delle principali nazioni per superficie coltivata a vite, preceduta solo da Spagna e Francia. Un traguardo che dimostra come il settore vinicolo cinese stia evolvendo rapidamente, sia in termini di produzione che di consumo. Sebbene la ratifica formale da parte del governo cinese sia prevista nei prossimi mesi, il Paese ha già ottenuto il diritto di partecipare a pieno titolo alle discussioni e alle attività dell'organizzazione. Questo garantirà alla Cina un ruolo chiave nella definizione degli standard internazionali, facilitando lo scambio di competenze e il rafforzamento delle collaborazioni con altri paesi membri.
L'Oiv e il futuro della viticoltura globale
Fondata nel 1924 a Parigi, l'Oiv è considerata il principale riferimento globale per le questioni scientifiche, tecniche ed economiche legate alla viticoltura e alla vinificazione. Con l'ingresso della Cina, l'organizzazione rafforza ulteriormente la sua posizione come foro internazionale di collaborazione e sviluppo per i produttori di vino di tutto il mondo. Nel contesto delle sfide globali – dai cambiamenti climatici all'innovazione tecnologica – l'adesione cinese apre nuove prospettive. Non solo offre al mercato cinese una piattaforma per acquisire know-how tecnico e scientifico, ma rappresenta anche un'opportunità per gli altri Stati membri di accedere a uno dei mercati vinicoli in più rapida crescita. Come sottolineano gli esperti, la Cina ha già avviato importanti investimenti in ricerca e sviluppo, mirando a produrre vini competitivi a livello internazionale.
Questa adesione potrebbe aumentare l'accelerata del Paese, un protagonista sempre più centrale nel panorama vitivinicolo. Del resto, con oltre il 95 per cento dei principali paesi produttori di vino del mondo tra i membri dell'Oiv, l'organizzazione si conferma un punto di riferimento cruciale per lo sviluppo sostenibile del settore. Il vino forse diventerà per il gigante asiatico un simbolo di apertura e ambizione globale. E nel bicchiere del futuro, la Cina vuole essere una presenza costante e determinante.