Il quartiere genovese che dà il nome a un dolce: storia dei biscotti del Lagaccio

19 Nov 2024, 11:26 | a cura di
Poco sopra la stazione di Genova piazza Principe si erge il quartiere del Lagaccio. Sede di un’ex bacino artificiale utilizzato per alimentare le industrie locali, dà oggi il nome ai famosi biscotti genovesi

I prodotti italiani sono il perfetto esempio del binomio che lega il cibo al territorio. Una nomenclatura o un particolare senso d’appartenenza che fanno riferimento al paese d’origine o alla regione di produzione. I biscotti del Lagaccio incarnano appieno questo spirito prendendo il nome proprio dal quartiere genovese dove sono stati cucinati per la prima volta. Oggi, parlando del Lagaccio si fa riferimento al prodotto da forno ancor prima che alla giurisdizione territoriale. Genova si vanta di questa conquista e non si può darle torto visto il successo nazionale che hanno ottenuto nel tempo.

Biscotti del Lagaccio_Preti

L’origine dei biscotti del Lagaccio

Nacquero nel 1593 questi biscotti che altro non erano se non fette di pane biscottate per aumentarne la conservabilità. La doppia cottura li rendeva ideali per essere trasportati nei lunghi viaggi che i pescatori intraprendevano all’epoca. Il forno in questione, grazie alla posizione strategica sulle prime alture della città, si trovò in breve tempo ad aumentare la produzione di questi biscotti che, seppur nella loro semplicità, piacevano a tutti. Solo successivamente l’impasto venne arricchito con burro e semi o essenza di anice. È proprio questo caratteristico aroma a rendere il prodotto così ambito e richiesto. Un semplice sapore che svolta la popolarità di una miscela di acqua, farina e lievito. In origine il Lagaccio presentava svariate somiglianze con i vicini biscotti della salute di Ovada. L’aggiunta dell’anice ha segnato l’inizio dell’allontanamento delle due preparazioni e l’avvicinamento del Lagaccio a una nuova categoria merceologica. Non si parla più di fetta biscottata, ma di pasticceria secca.

Quartiere del Lagaccio - Genova

Come si preparano i Lagacci

Farina, zucchero, burro, lievito di birra e semi di finocchio. Semplici ingredienti per una lavorazione così complicata da relegare questi biscotti quasi al solo settore commerciale. Sono in pochi i coraggiosi, e pazienti, che si cimentano nella loro preparazione domestica, ma chi lo fa sa che occorrono almeno due lievitazioni prima della lavorazione vera e propria e due cotture per ottenere l’effetto biscottato. Un rituale che fin dal passato era scandito con precisi momenti nel corso della giornata, ognuno corrispondente a una specifica fase. Una volta pronti si conservano per lungo tempo e si accompagnano perfettamente alla colazione del mattino, immersi nel caffè latte o alla merenda pomeridiana con il tè.

Biscotti del Lagaccio_Panarello

Dove trovare a i biscotti del Lagaccio a Genova e dintorni

La loro fama li precede e i biscotti del Lagaccio si sono diffusi a macchia d’olio in tutto il territorio ligure. Sono ormai diversi i produttori a livello artigianale e industriale che li producono. Le aziende Preti e Panarello si possono fregiare del merito della distribuzione a livello nazionale del Lagaccio. Attenti alle varie diete alimentari li sfornano anche in versione senza zuccheri e con farine integrali. Altra importante realtà a livello locale è Pirlo, con sede a Genova e ad Arenzano che ha messo sul mercato la linea all’olio extravergine di oliva. Spostandosi ancora più a Ponente si trova il Biscottificio Giordano di Varazze dove acquistare i biscotti del Lagaccio dallo spiccato sentore di anice. Per una fuga dal traffico cittadino basta varcare la soglia della pasticceria Tagliafico di Genova dove trovare alche la tipologia al “frutto” con l’aggiunta di uvetta e frutta mista. Qui i Lagacci si possono acquistare da asporto o consumare in loco, ma soprattutto in questo luogo si segue ancora il taglio tradizionale a mano. Dopo l’incisione durante la prima cottura vengono strappati a mano, una firma che rende unico ogni biscotto.

Foto di apertura di Tagliafico

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