Il turismo di montagna è sempre più apprezzato ed inevitabilmente sta cambiando, diventando esperienziale in ogni stagione dell’anno, e non più legato unicamente alle attività sciistiche. Una delle mete più affascinanti e coinvolgenti è senza ombra di dubbio l’Alto Adige, in particolare l’incantevole Bressanone, la città vescovile ai piedi delle Dolomiti, nella luminosa Valle Isarco. È tra le località di montagna italiane più belle e accattivanti, potendo offrire vari punti di interesse, dalla bellezza del borgo medievale, ai tanti luoghi e siti di interesse storico culturale, unitamente ai tantissimi percorsi escursionistici lungo la vallata e sulla montagna, immersi nella natura. Non ultima, l’enogastronomia che ha veramente tantissimo da offrire.
Dove mangiare e dormire a Bressanone
Sul ponte Aquila, di accesso al borgo, a pochissimi metri dal campanile denominato Torre Bianca, c’è la guest house più antica di Bressanone, in origine stazione di posta con camere, la prima, quella che accoglieva i viaggiatori con le loro carrozze e cavalli. Ricordiamo che da sempre questa località è crocevia importante per chi dall’Italia si vuole recare verso i paesi europei oltre le Dolomiti. Divenuto poi hotel Adler, oggi proprietà della famiglia Mayr che ne ha una grande cura. È particolarmente suggestivo dormire tra le sue mura antiche, le camere affacciano sulle Dolomiti che cingono il paese, sul fiume Isarco e sul centro storico.
Prima che albergatori, i Mayr sono ristoratori e da ben sei generazioni conducono il ristorante Oste scuro, poco distante, al vicolo Duomo. Locale storico d’Italia, mantiene gli arredi originali, le sale risalgono al XIII secolo, all’interno di uno degli edifici più antichi del centro, da sempre proprietà del capitolo del Duomo. Divenuto poi osteria nel 1743, qui i frati servivano lo Zehentwein, il vino con il quale i contadini pagavano i tributi. Oltre il tramonto era vietato mescere vino, anche se nella penombra si beveva e mangiava ugualmente, da qui il singolare nome Oste scuro. Oggi un ristorante raffinato, dove il tempo sembra essersi fermato, anche se c’è contemporaneità in cucina grazie alle tecniche utilizzate per realizzare i piatti che offrono un bel percorso tra la tradizione altoatesina. Da provare il menu Territorium dove troveremo in apertura il piatto con testina di vitello, lingua e guancia, eccellente, la zuppa di vino sylvanere con i tirtl i tipici ravioli ripieni di spinaci e ricotta, buonissimo il carré di agnello in crosta. Proprio di fianco al ristorante troviamo la bellissima enoteca Vitis, fornitissima, con una buona cucina contemporanea che ben esalta i prodotti altoatesini da accompagnare ai vini scelti.
Altro ristorante storico di grande interesse è l’Apostelstube dell’Hotel Elephant, due forchette nella guida ristoranti del Gambero Rosso, una stella Michelin, cinque secoli di storia che il giovane chef Mathias Bachmann sa ben gestire senza sentirne il peso. Stile decò anni 20, solo quattro tavoli, di ampio respiro internazionale la sua cucina che strizza tanto l’occhio alla cultura giapponese.
Ad Albes, appena fuori Bressanone, In piazza Santa Margherita c’è una trattoria deliziosa, Kircherof, un antico maso, due gamberi nella guida ristoranti del Gambero Rosso, dove il menù cambia giornalmente, seguendo la disponibilità di quanto viene coltivato in proprio e trattato con il massimo rispetto dallo chef Wolfgang Schmidl, tanta tradizione su tecniche e idee fresche e giovanili. A questo punto vi starete chiedendo dove gustare un buon strudel o la mitica sacher:alla pasticceria Klemens, in via Rio Scaleres, ci si può accomodare per un ottimo servizio caffè, e poi tuffarsi nei tanti dolci artigianali, ottima la qualità degli ingredienti utilizzati.
A proposito di turismo esperienziale, vale la pena visitare l’Abbazia di Novacella, seguendo il percorso a piedi che parte proprio da Bressanone, non è difficile o particolarmente impegnativo, sono tre chilometri andata e ritorno, indimenticabili. Quando si è in prossimità dell’abbazia, già a distanza si notano bellissime vigne, giardini, orti e frutteti. Vale la pena prenotare una degustazione guidata dei vini, simbolo non solo del territorio altoatesino, ma soprattutto della grande operosità e specializzazione enologica di questo sito religioso.
Poco fuori Bressanone, in un angolo più selvaggio delle Dolomiti, si può fare un’esperienza indimenticabile, al Forestis Hotel e spa, dove i tempi della montagna diventano il mantra che infonde benessere e relax. Il corpo principale della struttura in legno ha attraversato diversi momenti della storia che qui, a 1800 metri, nella totale quiete, è stata anche a suo modo travolgente. Fu la monarchia asburgica a costruirlo nel 1912 per farne un sanatorio polmonare, per l’aria salubre di queste montagne e per la posizione bene assolata. Se ne sono poi innamorati Teresa e Stephan Alois, salvandolo dal lungo oblio, progettando il loro albergo con spa, attentissimo al rispetto dell’ambiente. Siamo esattamente in località Plancios, sul massiccio della Plosa che è ritenuto una delle meraviglie naturali più belle al mondo. Forestis perché circondati dai boschi e tutto qui profuma di erbe di montagna.
La cucina del ristorante Forestis assume quasi un valore mistico, tale è la dedizione verso la natura boschiva e i suoi ritmi. In cucina troviamo il bravissimo chef Roland Lamprecht, profondo conoscitore dei prodotti della montagna intorno ai quali dà forma ai piatti, che cambiano giorno per giorno. Il mondo vegetale conduce gran parte del gioco, pur incontrando qua e là carni e pesci. Divertentissimo il pairing con i cocktail miscelati con le botaniche di montagna. Da ogni angolo del ristorante, e dell’hotel, avremo una vista piena sulle Dolomiti e noteremo il bellissimo cambio di luce durante le ore del giorno e quelle serali.