Di giornate mondiali dedicate ai vari cibi ce ne sono a iosa, impossibile stare dietro al ricco calendario. Ma alcune meritano un focus, tra queste la Giornata Mondiale dell'uovo, l'11 ottobre, ricorrenza istituita nel 1996 a Vienna per celebrarne “l'alto valore nutrizionale” (qui un approfondimento con l'intervento della nutrizionista Elisa Alessandroni). Oltre alle questioni nutrizionali, però, l'uovo è protagonista di tante leggende e curiosità.
Hitchock aveva paura delle uova
In un’intervista concessa a Oriana Fallaci durante il festival di Cannes del 1963, in occasione dell’anteprima del film Gli uccelli, il regista Alfred Hitchcock ammette, incalzato dalla giornalista, la sua paura delle uova - non è certo il primo autori horror ad avere una paura bizzarra - «Sono l’uomo più pauroso e più vigliacco che mai le capiterà di incontrare», le disse, confidandole la sua paura, anzi il disgusto provato nei confronti delle uova. «Quel coso bianco, tondo, senza buchi, che poi si rompe e dentro c’è un coso giallo, tondo, senza buchi… Brrr! Ha mai visto niente di più orrendo di un tuorlo d’uovo che si rompe e spande il suo liquido giallo? Il sangue è allegro, è rosso. Ma il tuorlo è giallo, schifoso. Non l’ho mai assaggiato».
Donare le uova alle suore per il bel tempo
Forse non tutti sanno che è tradizione portare le uova alle suore Clarisse, l'ordine religioso fondato da Santa Chiara d'Assisi, affinché benedicano il matrimonio. O meglio, facciano spuntare il sole il giorno del matrimonio. Come spesso accadde, le origini esatte della tradizione sono incerte, ma il collegamento tra bel tempo e Santa Chiara potrebbe essere insito proprio nel suo nome. E dunque per far rischiare il cielo pare basti portare le uova alle suore e queste in cambio della gentile offerta inviano le loro preghiere finalizzate al bel tempo. Perché proprio le uova? La risposta che ci ha convinto di più, leggendo varie ipotesi anche legate al simbolismo (sono simboli della vita per loro stessa composizione), è la più semplice: perché con le uova si possono preparare mille ricette (un tempo l'albume veniva usato anche per creare una specie di calcestruzzo assai resistente). Ci vogliamo credere? Bastano dalle 4 alle 12 uova per preghiera, dipende dal monastero.
Cantare le uova
O meglio, Canté j’euv. È un’usanza piemontese di fine Quaresima, di quando sta per arrivare la Pasqua, che rimanda a rituali pagani di festa della primavera e del nuovo ciclo vitale della natura. Allora i giovani dei paesi passavano di cascina in cascina a salutare le famiglie con un canto benaugurale, omaggio al padrone di casa. E quest’ultimo ringraziava l’allegra brigata canterina offrendo delle uova (ecco spiegato il nome, Canté j’euv) appena deposte dalle galline dopo la pausa invernale. Alla fine del giro, con il bottino, gran frittata conviviale il lunedì di Pasquetta, come da tradizione. Se poi il padrone di casa era di braccino corto, e magari non apriva neppure la porta, il canto diventava scherzosamente male augurante. Insomma quasi una trasposizione campestre del dolcetto/scherzetto di Halloween, che in fondo è un altro rito celtico che si celebrava anche nelle nostre valli.
#MeToo nell'uovo al cucchiaio
Qualche anno fa Alice Waters, in un segmento dell'epico programma della CBS "60 minuti", cucinò un uovo in un lungo cucchiaio di ferro tenuto sulla brace. Era l'egg spoon, un utensile che la chef californiana si era fatta forgiare, dopo averlo visto nel ricettario e saggio storico La magia del fuoco di William Rubel (un attrezzo simile, per inciso, è conservato al Museo Archeologico di Napoli, mecca per gli appassionati di alimentazione antica). Fin qui tutto bene, se non fosse che il bel cucchiaio divenne pomo della discordia, con la miccia accesa dal defunto Anthony Bourdain: «è una Pol Pot in un vestito a fiori», pare sia stato il suo commento nel vedere la Waters utilizzare sei ciocchi di legna per cucinare un semplice uovo.
Lanciato il sasso, intorno all'egg spoon è sorta una guerra (ben raccontata da Kim Severson sul New York Times): da una parte gli entusiasti della decrescita, euforici per aver scoperto un modo ancestrale per valorizzare uova di qualità. Dall'altra i critici: l'uovo sul fuoco come incarnazione del mondo elitario e radical chic degli adepti di Slow Food. Fatto sta, che, dopo il caso Weinstein (che oltre ad aver scoperchiato i ricatti sessuali di Hollywood, ha anche messo a nudo molestie e discriminazioni di genere nella ristorazione), intorno all'egg spoon si è concentrata un'ondata femminista. C'era del sessismo innato negli attacchi alla Waters secondo molte giornaliste di settore e cuoche, come Kat Kinsman che ha ricordato, a contraltare, le agiografie mediatiche di chef uomini che portano avanti stili di cucina molto più estremi, o Samin Nosrat che ha osservato come friggere un uovo in un cucchiaio di ferro sul fuoco non sia certo più elitario di cuocere un uovo in una preziosa macchina sottovuoto. E allora qual è il problema dell'uovo al cucchiaio? Che a proporlo per prima sia stata una donna. Esagerazione? Estremismo? Comunque nell'America del #MeToo non si sta tranquilli nemmeno a friggere un uovo.
L'uovo (quasi) come Messi
Cosa rappresenta la foto con più like nella storia di Instagram? Ritrae Messi con la coppa vinta durante Fifa World Cup 2022 in Qatar, con oltre 75milioni di “cuoricini”. Ma c'è stato un momento in cui l'immagine più apprezzata dagli utenti social era un semplice uovo. Venne pubblicata il 4 gennaio 2019 dal profilo @world_record_egg - che a giugno a rilanciato la sfida con uovo con la bandiera della Palestina - e che oggi conta poco più di 60milioni di like. Potremmo chiederci perché sia stato scelto proprio l’uovo. Un broccoletto o una mela avrebbero fatto lo stesso effetto al popolo degli instagramer? Forse sì o forse no, ma di certo c’è che le uova continuano ad appassionare, a essere protagoniste di libri, tradizioni, l'“ingrediente ossessione” per molti chef (da Carlo Cracco a Davide Scabin, da Terry Giacomello a Massimo Bottura), piatti che amiamo mangiare e ancor prima fotografare.