Le particolarità e il fascino della conformazione territoriale della Liguria sembrano andare di pari passo con quelle dei vini. Parliamo di una lingua di terra di 350 chilometri: percorrendola non si può non rimanere incantati dai pendii scoscesi, dai picchi appenninici elevati che emergono dal mare.
La viticoltura in Liguria. Difficoltà della produzione e ricerca della qualità
Ed è proprio su questi pendii che troviamo i piccoli fazzoletti di terra dove sono coltivate le varietà tradizionali. Se c’è un luogo in cui si può parlare di viticoltura eroica è proprio questo. Qui i vignaioli non hanno molte possibilità di utilizzare mezzi meccanici o trattori, perché il lavoro viene fatto quasi esclusivamente a mano da veri e propri artigiani del vino. La superficie vitata complessiva è molto contenuta, parliamo di circa 1500 ettari totali, ma la qualità è davvero alta, e soprattutto è trasversale, interessa diverse tipologie e numerose varietà.
Lo strapotere del Vermentino
Il 65% della produzione è bianchista, grazie ad alcuni vitigni che troviamo in più areali. Uno di questi è senza dubbio il vermentino, grande vitigno del Mediterraneo che in nessun luogo come questo riesce a esprimere i tipici profumi solari con un timbro tutto ligure. L’altro grande bianco è il pigato, parente strettissimo del vermentino che troviamo unicamente nella Riviera Ligure di Ponente.
Passiamo ai rossi. La varietà più interessante, e rimaniamo a Ponente, è il rossese, che a Dolceacqua trova la sua terra d’elezione.
Il fascino delle Cinque Terre e dello Sciacchetrà
Chiudiamo con uno dei territori più belli d’Italia, le Cinque Terre. Celebri anche i vini, a partire dagli Sciacchetrà, vini passiti tirati in pochissime bottiglie, o i bianchi secchi ottenuti dalle varietà autoctone bosco, albarola e il già ampiamente citato vermentino: quest’anno ne recensiamo 11 nella guida Vini d'Italia del Gambero Rosso, davvero pochi, ma vale la pena assaggiarli. Provare per credere.