Subito dopo la Sicilia, aprono le danze anche Puglia ed Emilia-Romagna. Il caldo torrido e la siccità stanno trasformando la vendemmia in un evento preoccupante per le principali regioni vitivinicole italiane, senza più distinzioni tra nord e sud della penisola. Mentre la crisi climatica colpisce con forza, le vendemmie nelle due regioni italiane iniziano con un anticipo senza precedenti, rivelando le conseguenze devastanti di un’estate infuocata e di gravi carenze idriche. La situazione è tanto drammatica quanto emblematicamente significativa, riflettendo una realtà sempre più difficile in Italia meridionale, dove la scarsità d'acqua e le alte temperature stanno avendo un impatto diretto sulle produzioni agricole e vitivinicole. L’emergenza si espande ormai in tutto il paese e le sfide per i viticoltori si sommano a preoccupazioni più ampie per l’economia e la sostenibilità agricola.
Vendemmia anticipata in Puglia
In Puglia, la vendemmia è partita con circa due settimane di anticipo, un segnale chiaro delle anomalie climatiche che hanno caratterizzato tutto l'anno. Confagricoltura Puglia segnala che varietà come Chardonnay e Pinot grigio sono già state raccolte dalla fine di luglio, con l'uva da tavola che segue lo stesso schema. Questo anticipo è stato spinto dalle elevate temperature e dalla scarsità di piogge, che hanno costretto molti produttori a ricorrere a irrigazioni di soccorso, con un conseguente aumento dei costi. Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Puglia, ha dichiarato sul Corriere della Sera che nonostante la qualità dell'uva rimanga alta, «in alcuni casi il caldo ha causato ustioni sui grappoli», e ci si aspetta una leggera diminuzione della produzione rispetto agli anni precedenti. Tuttavia, il problema maggiore resta l'aumento dei costi legati all'irrigazione, che mette ulteriormente alla prova la sostenibilità economica per i viticoltori pugliesi.
La situazione in Emilia-Romagna
In Emilia-Romagna, la vendemmia è anch'essa anticipata, con i primi grappoli bianchi destinati alle basi spumante previsti già per l'8 agosto. Confagricoltura Emilia-Romagna avverte che, sebbene si preveda una crescita della produzione del 10% rispetto all'anno precedente (lo avevamo già annunciato qui), le difficoltà climatiche potrebbero influenzare negativamente la maturazione delle uve. Questa tempistica straordinariamente anticipata riguarda principalmente i vitigni a bacca bianca destinati alle basi spumante, ma potrebbe estendersi anche ai vitigni a bacca rossa, se il caldo persistente continua a influenzare la maturazione degli acini. «Il condizionale è d'obbligo», spiega Renzo Pelliciari, presidente della sezione vitivinicola, «perché se la temperatura rimane sopra i 36 gradi, la maturazione dell'acino potrebbe rallentare». Nonostante le difficoltà, ci sono aspettative di una vendemmia positiva per il Lambrusco e il Pignoletto, che potrebbero riportare risultati migliori rispetto ai due anni precedenti.
Emergenza idrica e crisi agricola
La crisi climatica e la carenza d'acqua stanno creando una situazione di emergenza in tutto il meridione. In Sicilia e Sardegna, la situazione è particolarmente grave, con una perdita stimata di 4 miliardi di euro e circa 33.000 posti di lavoro persi nel primo trimestre del 2024. Le riserve d'acqua sono in esaurimento, e la situazione è ulteriormente aggravata da sabotaggi e conflitti per l'accesso alle risorse idriche, come riportato dai recenti incidenti in Puglia.
Sempre in Puglia, la necessità di irrigazioni di soccorso e le conseguenti spese aggiuntive pongono una pressione economica sui viticoltori, mentre in Emilia Romagna, l'anticipazione della vendemmia è accompagnata da preoccupazioni riguardo alle malattie della vite - come flavescenza dorata (in prossimità dei fiumi) e mal dell'esca (favorita dell'eccesso di piogge primaverili e da un caldo estivo senza sosta) - e all'aumento dei costi di produzione. Marcello Bonvicini, presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, sottolinea l'urgenza di un cambiamento strutturale per garantire la sostenibilità del settore: «confidiamo in una svolta che porti all'aggregazione delle cantine sociali o cooperative per rafforzare la competitività del sistema vitivinicolo». La crisi attuale potrebbe quindi rappresentare un'opportunità per rivedere e ottimizzare le pratiche del settore vitivinicolo, in un contesto sempre più complesso.