L’Italia è il Paese più rappresentato in Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento europeo, con nove rappresentanti su 49, tra cui anche l’ex governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini (Pd) e l’ex sindaco di Firenze Dario Nardella (Pd). A seguire, c’è la Germania con sette membri, poi la Francia che arriva a sei, mentre la Spagna – l’altro grande Paese agricolo e produttore di vino – si ferma a quattro. Se, quindi, la presidenza è andata alla ceca Veronika Vrecionovà, con vicepresidenti da Francia, Germania e Romania, non si può certo dire che il Belpaese non abbia guadagnato il suo spazio.
La centralità di Herbert Dorfmann
Se l’Italia ha dovuto rinunciare a Paolo De Castro - ha fatto rumore la sua non candidatura alle Europee dopo 15 anni in cui sedeva tra i banchi di Bruxelles – può sempre fare affidamento su Herbert Dorfmann (Partito Popolare del Sudtirolo) che conosce bene la Comagri (vi è dentro dal 2009) e in questi anni è stato un punto di riferimento per l’agricoltura italiana in Europa. Tra i quasi veterani c’è Carlo Fidanza (FdI) che, dal 2009 al 2014, è stato membro supplente della Comagri.
Dentro anche l’ex presidente del Parco dei Nebrodi Antoci
A rappresentare il settore primario in Europa c’è anche Giuseppe Antoci, ex presidente del parco dei Nebrodi in Sicilia, di cui è noto l’impegno per la legalità: oggi è sotto scorta dopo l’attentato del 2016 a cui è per fortuna sopravvissuto. Completano il quadro Sergio Berlato (FdI), Camilla Laureti (Pd), Salvatore De Meo (Fi), Raffaele Stancanelli (Lega) e Cristina Guarda (Verdi).
Il numero degli italiani sale ancora con i membri sostituti: Nicola Procaccini e Francesco Ventola (FdI), Annalisa Corrado ed Elisabetta Gualmini (Pd), Isabella Tovaglieri (Lega), Giuseppe Antoci (M5S).
Tutti i dossier aperti per vino e agricoltura
A loro il compito di riscrivere quel “patto” con gli agricoltori, che nei mesi scorsi è stato messo a repentaglio dalle proteste dei trattori, riformulare il concetto di Green Deal e lavorare alla prossima Pac. Per il settore vitivinicolo sono tanti i dossier sul tavolo, in primis l’etichettatura comune e gli health warning. Senza dimenticare che il momento è particolarmente delicato, con i consumi in calo e le grandi denominazioni (Francia in testa) in grande difficoltà. Vedi alla voce espianti. A settembre è già previsto il primo tavolo con il gruppo di alto livello della politica vitivinicola, che coinvolgerà tutti gli Stati membri.