Il mese di aprile sorride all’export di vino italiano e fa risalire i numeri del quadrimestre: +7% a valore rispetto allo scorso anno (per un totale di 2,5 miliardi di euro) e +5,8% a volume (690,76 milioni di litri). Segno che il peggio è passato? Così dicono i dati Istat sulle esportazioni, con qualche disallineamento di troppo rispetto ai dati import registrati dalle dogane (come avevamo già rilevato nei mesi scorsi).
![Bottiglie di vino](https://static.gamberorosso.it/2021/02/bottiglie-etichette-1024x683.jpg)
La Russia continua a fare scorte: +125%
Guardiamo la situazione Paese per Paese. Russia in primis, che continua a fare scorte di vino tricolore: +125% a valore e + 120% a volume. Come rivela l’Osservatorio Uiv, questo fortissimo rialzo degli ordini, però, ha anche un risvolto della medaglia: le nuove accise sul vino entrate in vigore dal primo maggio, con maggiorazioni delle aliquote fino al 243%, che lasciano presagire un calo importante nella seconda metà dell’anno.
In Giappone c’è uno stress di approvvigionamento
L’altro picco riguarda il Giappone, dove l’Istat registra un importante +14,2% a valore e un +35,7% a volume. Il dato in risalita riguarda non solo l’Italia, ma tutta l’Europa e come spiega l’Osservatorio Uiv-Vinitaly ha a che fare con «l’entrata in vigore ad aprile della annunciata legge di riforma dell’autotrasporto merci, che ha imposto un abbassamento della durata massima delle ore di lavoro di camionisti e corrieri, tra le più alte al mondo. Questo fattore da inizio anno ha causato “stress da approvvigionamento” a tutti i livelli della logistica, come verificatosi nel 2021/22 in tutto il mondo a seguito della crisi dei container». Da vedere come proseguirà il resto dell'anno.
![](https://static.gamberorosso.it/2024/06/export-vino-1024x683.jpeg)
Disallineamento dei dati import ed export
Infine, resta in standby il dato della Germania. Nel pari periodo il dato export sale a +0,4%, mentre alle dogane tedesche l’indicatore import scende a -12%, con un gap di 25 milioni di litri. Un fattore che non si riscontra per il nostro competitor principale sul lato sfusi, la Spagna, che vede crescite allineate export/import del 20% circa.
A parte questi casi speciali, restano i risultati incoraggianti degli Stati Uniti che guadagnano punti percentuali e si riposizionano in terreno positivo (volumi a+2,6% e valore a +6%) e del Regno Unito (+12% a volume e +11,5% a valore). Recupera la Svizzera da -6% a -1% e risale anche il Canada (+5%). Un aprile, quindi, favorevole, che fa riprendere fiato alle cantine italiane, ricordando però che il confronto è con il 2023, quando il quarto mese dell’anno era stato il peggiore del quinquennio.