Tadej Pogacar è l'uomo del momento nel mondo del ciclismo. Poco più di un mese fa ha trionfato al Giro d'Italia, ma neanche il tempo di godersi il successo che il fuoriclasse sloveno classe 1998 è tornato in pista al Tour de France, partito da qualche giorno da Firenze. L'obiettivo è la storica doppietta Giro-Tour riuscita, per l'ultima volta, ad un campione del calibro di Marco Pantani proprio nell'anno di nascita di Pogacar. Per sostenere ritmi così intensi, una corretta alimentazione è più che mai necessaria, e tra i segreti dietro ai successi di Pogacar si cela una colazione da ben 40 minuti e un grande classico della cucina italiana: la pasta alla carbonara.
Il legame tra il campione e la cucina italiana
Il legame tra Pogacar e il Belpaese, come raccontato dalla Gazzetta dello Sport è rinforzato dalla militanza del ciclista presso squadre italiane durante la sua trafila nelle categorie giovanili, dai suoi due manager Alex e Johnny Carera e da Livigno, dove si è svolto il primo appuntamento con colei che poi oggi è diventata la sua compagna, ovvero Urska Zigart, anche lei ciclista. Ma tornando all'alimentazione, e nello specifico alla colazione, il pasto è preparato da un cuoco italiano, Michele Romano, che si occupa della nutrizione di tutto il team della squadra ciclistica Uae Team Emirates. Si inizia, come raccontato dallo stesso Pogacar, con «porridge di riso con fragole e mirtilli», seguito «da pane con lievito madre, molto più digeribile, e una piccola omelette con uova fresche e verdure di stagione. E waffle con marmellate di pesche e lamponi».
La sua specialità: la pasta alla carbonara
Un giusto equilibrio tra dolcezza ed acidità, che permette poi a Pogacar di "sgarrare", una volta conclusi gli allenamenti, con sughi tipici della cucina italiana. «Il primo che torna a casa prepara la pasta», ha raccontato Zigart sempre alla Gazzetta dello Sport. «Tadej sta diventando molto bravo a preparare i sughi per condirla. La sua specialità è la carbonara, e si arrabbia molto quando non trova il guanciale e deve accontentarsi della pancetta».
