I 10 migliori Ciliegiolo tra Umbria e Toscana scelti dal Gambero Rosso

28 Giu 2024, 15:26 | a cura di
Utilizzato per anni in blend con altri vitigni come il sangiovese, il ciliegiolo attualmente viene vinificato anche in purezza, per valorizzare le potenzialità dell'uva. Qui abbiamo selezionato i migliori Ciliegiolo di Umbria e Toscana.

Il ciliegiolo è un vitigno a bacca nera coltivato soprattutto nell'Italia centrale, Toscana, Umbria e Lazio in particolare, che sta godendo di un certo successo. Nel giro di cinque-dieci anni gli ettari coltivati a ciliegiolo per produrre Doc Maremma Toscana sono destinati a raddoppiare. Le sue origini sembrerebbero antichissime; qualcuno pensa addirittura sia l'uva utilizzata dagli Etruschi, che abitavano proprio queste zone, per la loro produzione vinicola. Altri invece ritengono che l'uva, il cui nome ovviamente fa riferimento all'analogia olfattiva con la ciliegia, provenga dalla Spagna e sia stata introdotta nel centro-Italia intorno alla seconda metà dell'800 dai pellegrini di ritorno da Santiago de Compostela. A far propendere per un'origine del tutto italica però sono gli ultimi studi genetici condotti sulla varietà: infatti sembrerebbe che il ciliegiolo abbia uno strettissimo rapporto di parentela con il sangiovese.

Il ciliegiolo è stato utilizzato per anni in blend col sangiovese, ma alla fine degli anni '70 alcuni viticoltori hanno iniziato a vinificarlo anche in purezza,decidendo di valorizzare le potenzialità dell'uva. Col senno di poi, la scelta è stata più che corretta: i gusti contemporanei che prediligono vitalità fruttata e leggerezza si incrociano perfettamente con le caratteristiche del vitigno, che nelle versioni più ambiziose è capace anche di sostenere qualche anno sulle spalle. Può essere vinificato pure in bianco o rosato, in questi casi si ottengono vini molto freschi e profumati.

Qui ci concentriamo sui migliori Ciliegiolo in purezza dell'Umbria e della Toscana che hanno ottenuto ottimi risultati sulla guida Vini d'Italia 2024 di Gambero Rosso.

L'Umbria è una piccola regione in quanto a estensione territoriale, ma grande se ci mettiamo a contare l'elevata qualità media degli attori in campo sul palcoscenico del vino. Qui, il vitigno ciliegiolo si va ad affiancare ai due principali vitigni a bacca nera, quali sono il sagrantino e il sangiovese, viene coltivato soprattutto nelle dolci colline intorno a Narni e Amelia, nel sud della regione, ai confini con il Lazio. In Toscana abbiamo trovato ottimi Ciliegiolo nella Doc Maremma Toscana.

I migliori Ciliegiolo Doc e Igt

Ecco i migliori Ciliegiolo dell'Umbria e della Toscana che abbiamo valutati con i Tre Bicchieri  o i Due Bicchieri Rossi del Gambero Rosso.

Umbria

Il Ràmici '20 diLeonardo Bussoletti, Tre Bicchieri 2024, dimostra grande carattere, è un vino che gioca la sua partita nelle durezze, acidità in primis, ma sempre molto integrata a una materia snella e vibrante. La lunghezza del sorso, poi, è magistrale e termina in un finale pulitissimo, speziato, quasi piccante. Molto buono anche il Brecciaro '21  che abbina profumi di piccoli frutti rossi a una bocca fitta, strutturata da una trama tannica evidente. Un vino da bere subito o aspettare qualche anno per godere appieno di una sua evoluzione. Un esempio di tecnica e sentimento che si incontrano e uniscono, convivendo alla grande.

Leonardo Bussoletti fa valere il proprio nome, da sempre dedito a valorizzare la tradizione vinicola umbra. La cantina è nuova (dispone anche di spazi ristorazione e ricettività) ma soprattutto funzionale e moderna e merita la visita anche per la sua bellezza. Leonardo si è proposto di esaltare i pregi del territorio di Narni, coltivando varietà tipiche come il ciliegiolo, ottenendo vini che hanno sapore e carattere da vendere.

Il Ciliegiolo Carmìno 2021 di Zanchi è fitto e complesso, dai sentori di ciliegia, liquirizia e sottobosco. Un rosso che veicola un territorio attraverso un sorso centrato e fresco, dal lungo finale. L'azienda vinicola Zanchi sorge sulle colline di Amelia, in provincia di Terni.  Tra i vitigni, le specie autoctone del luogo sono coltivate e valorizzate attraverso una costante ricerca di qualità.

Tra i vini della cantina Sandonna assaggiati spicca il Ciliegiolo '22 dai netti profumi di ciliegia, frutti rossi con un sottofondo floreale. La bocca è energica, materica e tornano le sensazioni percepite al naso. Un vino di grande vitalità e carattere che arriva alle finali. Nella conduzione dei vitigni sono bandite le pratiche enologiche invasive e si adottano metodologie quali fermentazioni spontanee e una assenza di filtrazioni prima dell'imbottigliamento.

Il Ciliegiolo '21 Marchesi Ruffo della Scaletta, premiato per il migliore rapporto qualità prezzo regionale, ha dato vita a un ciliegiolo elegante, che al naso offre sentori di frutta e un sottofondo ferroso. La bocca è vitale e polposa, dal finale lungo e saporito, che lo portano nelle finali  I vigneti dell'azienda si trovano nella parte meridionale dell'Umbria. Sulle colline tra Calvi e Otricoli, si coltivano varietà tradizionali del luogo. Tra queste domina il ciliegiolo, vitigno principe della zona che fa da base a molte etichette della gamma.

Ciliegiolo 2021 - Marchesi Ruffo della Scaletta

Cantina Giovannini è stata una new entry csia nella guida Vini d'Italia 2024 sia nel Berebene 2024. Sorge a pochi chilometri dalla città di Narni. Un lavoro attento è svolto sul ciliegiolo che nella versione dell'annata 2019 regala un vino che profuma di ciliegie e more dal sorso succoso e strutturato da un tannino ben amalgamato.

Il Monte Calvo '21 di Sassotondo, da ciliegiolo, sorprende il naso per l'attacco nitido di frutti di bosco, poi timo e dragoncello, per virare su nuances di pepe bianco. Piacevole l'ingresso in bocca, caldo, con fresca acidità e finale di ottima continuità. Il Poggio Pinzo '20, sempre da ciliegiolo, ha toni floreali di potpourri e note nitide di ribes al naso, poi al gusto si manifesta goloso, cremoso, dinamico.

Toscana

Edoardo Ventimiglia e Carla Benini, fondatori e conduttori di Sassotondo, sono arrivati a Sovana nel 1990 abbandonando le loro attività cittadine e impegnandosi in un progetto in continua evoluzione, cominciato con un ettaro di vigneto, una casa diroccata e molti ettari di terra abbandonata. È del 1997 la prima vendemmia, nella cantina appena ristrutturata, sotterranea, completamente scavata nel tufo; poi tante bottiglie di anno in anno che conservano quanto ottenuto dalle uve a bacca rossa (ciliegiolo, sangiovese, teroldego e merlot) e da quelle a bacca bianca (trebbiano, greco, sauvignon).

Il Maremma Ciliegiolo Silio '21 ha aromi di piccoli frutti rossi e toni speziati piccanti, sorso ben ritmato e articolazione croccante e saporita. La Maremma è, dal punto di vista pedo-climatico, assai varia. Nelle colline che fanno da confine tra Toscana e Lazio, siamo nei pressi di Manciano, le condizioni sono quasi opposte a quelle squisitamente mediterranee del meridione toscano bagnato dal Tirreno. Fu questa consapevolezza che, negli anni '80 del secolo scorso, convinse Enos - il nonno dell'attuale proprietario di Montauto Riccardo Lepri - a puntare sui vitigni bianchi e sul sauvignon in testa. Una scommessa che suo nipote ha vinto e che, peraltro, ha rilanciato aggiungendo quella con il Pinot Nero.

Il Ciliegiolo Vallerana Alta '21 possiede sorso sapido e continuo, dallo sviluppo ritmato e con un finale dai toni terrosi e balsamici. Attualmente, a incarnare l'anima più intima della Maremma enoica c'è senza dubbio l'azienda di Antonio Camillo. E la sua spiccata umanità rende questo merito ancora più significativo. I suoi vini, sottovoce, si sono imposti tra le etichette più intriganti dell'intero areale, emergendo, soprattutto, grazie al Ciliegiolo, che Antonio ha declinato come nessuno aveva mai pensato di fare nel recente passato. Liberato dai legni piccoli, il suo Ciliegiolo si è distinto per uno stile ben leggibile, dai tratti originali e dalla personalità acclarata.  Dai tratti aromatici che rimandano alla frutta rossa e alle erbe aromatiche, con tocchi di pietra focaia e grafite,

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