"Abbiamo iniziato a produrre olio durante lo Stato pontificio". Ecco l'azienda che produce il biologico più buono d'Italia

18 Giu 2024, 16:45 | a cura di
Marfuga è una delle migliori realtà produttive dell'Umbria che spicca per un'eccellente costanza qualitativa, anche in difficili annate come quella trascorsa. Con il suo moraiolo biologico (e non solo) porta alto il nome dell'olivicoltura di qualità

«Siamo arrivati alla quinta generazione, dopo un percorso iniziato sin dai primi anni del 1817, come testimonia un contenitore marcato dallo Stato pontificio, che rappresentava l’unità si misura di vendita dell’olio prodotto dalla mia famiglia». La passione che Francesco Gradassi ha sempre messo nello sviluppo della sua azienda olivicola e del frantoio non è arrivata per caso, ma è figlia di una storia familiare che ha trovato terreno fertile in una zona tra le più prestigiose al mondo per la qualità delle produzioni olearie e per la ricerca in campo agronomico e olivicolo in particolare. Ci siamo fatti raccontare come è evoluta l'azienda in questi due secoli di storia e come si è arrivati all'eccellenza e a vincere premi su premi come quello per il "miglior Biologico" sulla guida Oli d'Italia 2024 di Gambero Rosso con l'etichetta Affiorante Monocultivar Moraiolo Bio 2023.

Il percorso aziendale dal Novecento a oggi

Già agli inizi del secolo scorso Domenico Gradassi aveva instaurato un proficuo commercio di damigiane del proprio olio con il nord Italia, ma la svolta qualitativa si ha con il figlio Ettore, padre dell'attuale titolare, intorno agli anni '60. «Il vero sviluppo commerciale si ebbe, però, solo negli anni Novanta, quando ho iniziato insieme a mio padre a far conoscere il nostro olio extravergine di oliva Marfuga nelle più importanti gastronomie d’Italia e nei principali store in giro per il mondo», ci racconta Francesco. Un periodo dove spesso incontri di questo tipo non venivano pianificati come avviene oggi, ma che avvenivano in modo molto più "diretto" con gli acquirenti: «Il tutto avveniva in un periodo storico dove non esisteva internet, e incontravamo direttamente i potenziali clienti nelle lussuosissime gastronomie delle più importanti città italiane» aggiunge.

L'attenzione maniacale alla vendita

Un percorso aziendale fatto di continui sviluppi sia per quanto riguarda le innovazioni tecnologiche in frantoio, ma anche sull'aspetto commerciale che il titolare non ha mai messo in secondo piano rispetto alla produzione. Oggi, infatti, il marchio Marfuga è presente in oltre mille punti vendita in Italia e l'olio viene esportato in oltre 25 paesi del mondo. A questo si aggiungono anche i quattro negozi monomarca Marfuga sparsi tra Umbria e Toscana. Un successo che è stato figlio di sacrifici e scelte difficili come quando Ettore Gradassi alla fine degli anni '90 incontrò a Milano il titolare di una famosissima enoteca in via Solferino: «Era la nostra seconda visita e sarebbe servita per constatare quanto olio avesse venduto durante tutto l’anno della nostra prima fornitura di circa 12 bottiglie da 0,75 litri», ci racconta Francesco. «Il gestore ci spiegò con molto rigore che erano state vendute solamente quattro bottiglie. Mio padre, senza esitare e con grande stupore del distinto proprietario, volle e ottenne indietro tutte le bottiglie invendute restituendo completamente l’importo che era stato pagato in fattura. In un primo momento ci fu un attimo di esitazione, ma poi il tutto si definì con una stretta di mano. Da quel giorno, comunque, questa bellissima enoteca diventò uno dei più importanti clienti a Milano».

Il futuro di Marfuga

Oggi Marfuga conta 40 ettari di oliveti, adagiati sui colli di Campello sul Clitunno, Spoleto e Trevi, per un totale di 16mila alberi. Come ogni azienda al passo con i tempi anche Marfuga non ha mai smesso di guardare ai prossimi passi, e anche su questo il titolare ha le idee chiare: «I progetti futuri riguardano la digitalizzazione e l'innovazione tecnologica, ma anche impianti di ulivi rigorosamente tradizionali e nuovi uliveti che ci permetteranno una più costante produzione». Una visione che però, come ci tiene a precisare Francesco, non può prescindere dalla prossima generazione che prenderà il timone dell'azienda: «Questo è un mestiere nobile che abbiamo l'obbligo di preservare e tramandare. Il desiderio è quello, in un prossimo futuro, di inserire in azienda le mie due figlie Ginevra ed Elettra».

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