Con la sua simpatia e con il suo talento in cucina, dove combina con creativitร influenze asiatiche, francesi e africane, lo chef francese Mory Sacko ha saputo conquistare il pubblico e le critiche internazionali. Lanciato nel 2020 dal programma televisivo Top Chef, ha imparato il mestiere nelle cucine parigine del Royal Monceau, dello Shangri-La e del Mandarin Oriental, dove รจ diventato rapidamente sous-chef di Thierry Marx. Il suo primo ristorante, MoSuke, contrazione del suo nome e di quello di uno schiavo africano diventato samurai, ha ottenuto una stella Michelin a pochi mesi dallโapertura facendo di lui, a soli 31 anni, uno dei simboli della nuova generazione di chef "afro-francesi". La nostra intervista.
Lei si identifica con il termine "afro-francese"?
Mi definisco un francese con origini dellโAfrica Occidentale. Ma anche afro-francese mi va bene. Sono francese come qualsiasi altro francese, perchรฉ รจ la terra dove sono nato e cresciuto. Ma ho anche delle origini che mi piace celebrare, federare e ribadire, quando รจ necessario.
Un orgoglio evidente anche dalla sua iconica giacca da cucina.
Lโho disegnata io. L'idea era quella di combinare simboli forti come la giacca bianca, che naturalmente associamo agli chef, e che รจ nata in Francia, con un taglio a kimono, che ci riporta al Giappone, e un piccolo contorno di tessuto wax sul colletto e sui polsini che evoca l'Africa occidentale.
ย Il suoย nuovo Lafayette's, a due passi dall'Eliseo, รจย diverso da MoSuke...
Il contrasto รจ piuttosto netto. Con MoSuke abbiamo creato qualcosa di molto naturale, piccolo, intimista. Persino i piatti, fatti su misura, hanno note vegetali e minerali grazie allโuso di grรจs o di legno. Per il Lafayette's invece stavo cercando un luogo storico, esteticamente decisamente francese. Volevo ci fossero arazzi, stucchi, soffitti dipinti e persino un bel parquet scricchiolante. Ho sempre sognato di poter proporre la mia cucina, che รจ francese ma anche africana, in un posto come questo. Mi diverte molto e trovo bello che i clienti possano mangiare un mafรฉ e ordinare contemporaneamente unโentrecรดte bรฉarnaise.
ย In pochi anni รจ diventato una star nel mondo della gastronomia. Lโamericana Time le ha dedicato la copertina sui 100 "leader emergenti" del 2023. Che impatto ha avuto sul suo lavoro?
ร stata una vera sorpresa! Essere su quella prima pagina mi ha senza dubbio permesso di fare un salto di qualitร in termini di status e di riconoscimento.ย
ย Parlando di personalitร , la sua ha parecchie sfaccettature.
In effetti, negli ultimi anni ho creato molti ristoranti e quindi molte storie parallele. MoSuke รจ un ristorante gourmet ed รจ il luogo in cui posso portare avanti le mie idee ed esplorare piรน liberamente la mia personalitร . Nei MoSugo, invece, facciamo street food e ci si trovano solo cose che voglio mangiare di solito, come il pollo fritto o gli hamburger.
ย Poi รจ arrivato anche Edo a Parigi, Lione e Marsigliaโฆ
Sรฌ, lรฌ ho proposto ancora street food, ma servendo 500 persone al giorno ho dovuto creare piatti molto generosi, gourmet e che fossero anche d'impatto. Invece da Vuitton a Saint Tropez mi sono divertito a creare un menu da brasserie concettuale, con un vero lavoro sui prodotti e la presentazione dei vassoi per il pranzo, gli ekiben in legno, studiata nei minimi dettagli. E ora c'รจ il Lafayetteโs.
ย Come fa a gestire tutti questi progetti? Time Magazine ha scritto che lei sta creando un impero
Per fortuna non รจ ancora un impero (ride, ndr)! Piรน seriamente, bisogna sapersi circondare di persone giuste e rendersi conto che non si puรฒ essere ovunque. Ioย sono da MoSuke sia a pranzo che a cena. Negli altri ristoranti ci sonoย executive chef. Sono sempre molto coinvolto nella fase creativa,ย ma ho saputo passare la mano per la gestione della quotidianitร . Lavoro con la mia compagna (รmilie Rouquette, ad del Gruppo Mory Sacko): il nostro modo di lavorare รจ decisamente cambiato in questi anni.
Come si crea un menu?
Parto sempre da un lampo di ispirazione, da un desiderio. A volte funziona tutto subito, altre volte รจ piรน complicato, bisogna cercare piรน a lungo. Prendiamo il Lafayetteโs: vorrei aggiungere un piatto a base dโanatra alla griglia. Mi ispiro alla ricetta degli spiedini suya del Cameroon e a unโalrea in stile ranch-bbq texano: due interpretazioni della carne grigliata e vedremo solo alla fine cosa rimarrร di entrambe. Magari terremo le spezie suya allโinizio e poi laccheremo lโanatra con il barbecue texano. Oppure una delle due ricette prevarrร da subito...
Cita Texas e Camerun, ma oggi ha tempo di andare a cercare ispirazione fuori dalla Francia?
Non รจ facile, ci provo. Qualche mese fa sono andato in Mozambico per vedere le balene, i dugonghi e provare la cucina locale. Conosco molto bene l'Africa Occidentale, perchรฉ รจ lรฌ che sono nati i miei genitori, ma non conosco affatto l'Africa Orientale. Il Mozambico รจ un poโ il tratto dโunione tra la parte australe e quella orientale, รจ possibile trovare la cultura sudafricana come quella del Corno dโAfrica, per cui รจ interessante assaggiare la loro cucina.
Cucina Aperta รจ il titolo del programma che lei presenta da due anni sulla tv pubblica francese. Cosa significa per lei?
ร un programma che mi permette di viaggiare attraverso la Franciaย alla scoperta delle sue regioni, dei suoi prodotti e delle persone che li producono. Credo che il terroir sia una delle piรน grandi ricchezze del Paese. ร anche un'opportunitร per dimostrare che una cucina come la mia non aggredisce nรฉ snatura il concetto di terroir. Porta semplicemente uno sguardo diverso e fresco, una visione diversa, che non vuol dire migliore. Sono due gastronomie che non si oppongono, ma possono coesistere.
ย Lei รจ molto amato dai telespettatori ma cosa pensano di lei i suoi colleghi?
All'inizio forse erano scettici, perchรฉ la nostra prima stella รจ arrivata molto velocemente:ย magari pensavano che fosse soloย un effetto mediatico. Poi, a poco a poco, hanno capito che sono uno chef che lavora sodo e con passione. Anche grazie al programma Cuisine Ouverteย lโatteggiamento nei miei confronti รจ cambiato: abbiamo girato piรน di 120 puntate, il che significa che ho potuto discutere con piรน di 120 chef che ora mi conoscono personalmente.
Nessuna diffidenza versoย una gastronomia con influenze africane?
No, al contrario! Sia il pubblico che gli chef si chiedono di cosa si tratti e vogliono provarla. Sono felice di avere l'opportunitร di stupirli con i miei piatti: se gli piace la mia cucina, magari non andranno subito in un ristorante africano per provare un pollo Yassa o un Thieboudienne, ma non avranno comunque preconcetti negativi. ร anche una questione generazionale. Le persone tra i 15 e i 35 anni, anche 40, sono abituate a contesti multiculturali, hanno amici asiatici o africani. Per gli altri, invece, questa cucina a base di spezie e peperoncino รจ totalmente nuova e noi li aiutiamo a scoprirla.
ย Cosa pensa della scena afro-gastronomica in Francia?
Tra gli chef che conosco, penso subito a Georgiana Viu, che l'anno scorso ha ricevuto la sua prima stella. ร una donna brillante, con una forza che io non ho, e soprattutto รจ una chef incredibile. Ho avuto l'opportunitร di mangiare nel suo ristorante, Rouge, e mi รจ piaciuto molto: ha una sua visione, che รจ una visione dell'Africa diversa dalla mia.
ย Pensa anche ad altri?
A Parigi c'รจ Elis (Bond). Anche se non รจ sempre facile, lui รจ quello che propone le ricette piรน sperimentali e impattanti. A volte funziona, a volte no, ma in ogni caso osa. Altre due persone che adoro sono Fousse e Abdou (Djikine) del BMK Paris-Bamako. Il loro approccio รจ ancora diverso perchรฉ loro propongono i classici, rivisti e adattati in modo che piacciano a piรน persone possibili, un poโ come รจ stato fatto in precedenza con la cucina asiatica. Penso che sia un passo obbligatorio per internazionalizzare questi piatti e penso che loro lo facciano molto bene.
E in Africa?
In Africa ne conosco meno. C'รจ senza dubbio Dieuveil Malonga (del Meza Malonga), che si trova in Ruanda e che sta facendo un vero e proprio lavoro di fondo partendo dalll'agricoltura. Sta anche lavorando sulla formazione del personale: un problema reale nel continente. Ho l'impressione, perรฒ, che le cose stiano cambiando rapidamente. Un anno fa ero ad Abidjan (Costa dโAvorio) e ho visto che nella baia di Assinie erano stati aperti molti nuovi hotel e piccoli b&b di charme per una clientela molto esigente in fatto di qualitร . Una clientela che ha capito che in Africa c'รจ una ricchezza che puรฒ essere sfruttata senza cercare necessariamente di imitare l'Occidente. Cosa che vale anche per la gastronomia.
Non le piacerebbe aprire un ristorante sul continente?
Oh sรฌ! Era un sogno e ora รจ un obiettivo. Penso a Dakar o ad Abidjan e vorrei un ristorante sostenibile e di alta qualitร . Soprattutto, perรฒ, non vorrei deludere i nostri ospiti. Da Lafayetteโs o da MoSuke vengono molti ivoriani, camerunensi, persone abituate a viaggiare in tutto il mondo. Ecco, vorrei proporre loro anche n Africa unโesperienza allโaltezza di quella che trovano a Parigi.