Ha vissuto 30 anni in Italia, Iolanda Szabo, ma la sua attività ha deciso di aprirla nella sua adorata Transilvania, dove è cresciuta. La sua famiglia è d’origine ungherese, «una minoranza importantissima nel territorio, con un forte senso di comunità». Stimolato anche dal langos, la tradizionale pizza fritta che la donna ha deciso di portare in giro per il paese.
Langos, la pizza fritta ungherese in Transilvania
Con il suo truck gira per tutta Hargita, nel cuore della Transilvania, tra mercati contadini e paesini, poi a Suseni, piccolo comune che racchiude più villaggi, ha aperto un suo ristorantino con posti a sedere «ma spesso neanche servono, la pizza si mangia in pochi bocconi» scherza. Continuando così l’antica tradizione del langos, un tempo appannaggio esclusivo di fiere e sagre di paese, «ma è un prodotto così buono che è un peccato mangiarlo solo nelle occasioni: volevo che ogni giorno fosse speciale».
La ricetta del langos è semplice e deliziosa: un impasto lievitato «molto simile a quello della tradizionale pizza italiana», steso con il mattarello in forma tonda e cotto in olio bollente da entrambi i lati. Alla fine, una spennellata di aglio tritato, panna acida e formaggio grattugiato «se piace, altrimenti è buonissimo anche senza niente».
Un pezzo di Ungheria in Romania
Per gli ungheresi è un po’ come il pane, «si può mangiare con il cioccolato, la marmellata… qualsiasi cosa va bene, spalmata sopra il langos». Per Iolanda, è il ricordo d’infanzia più caro, «era un qualcosa di magico: le feste d‘estate si riempivano di giostre, colori, musica… e poi i carretti con le pizze fritte. Una vera goduria». Non si facevano in casa «oggi forse si è cominciato un po’ a mettere le mani in pasta, ma prima i langos erano sinonimo di fiera». Ancora oggi in Ungheria si trovano nei principali mercati, ormai tutto l’anno, e anche in Transilvania sono piuttosto diffusi «sono in tanti a farli: a me piace pensare che sia un modo delizioso per conservare un po’ della nostra cultura ungherese».