Probabilmente il vitigno vernaccia prende il nome dal latino vernaculum che significa dire “del posto”, “nativo”. Questo spiegherebbe la molteplicità di uve che nel nostro paese vanno sotto questo nome. Le più note sono la vernaccia di San Gimignano, in Toscana, la Vernaccia di Oristano DOC, la Vernaccia IGT e blend in Sardegna, ottenuta da uve più che mature, coltivate nel bacino del fiume Tirso. Per la versione DOC Le sono necessari almeno due anni di maturazione in legno per acquisire caratteri evoluti, con sentori di mandorla e un gusto leggermente amarognolo e acidulo ammorbidito dalla notevole gradazione alcolica minimo 15° da disciplinare). Di questo vino, generalmente adatto a un discreto invecchiamento, esistono diverse varianti, con affinamenti più o meno lunghi. Ad ovest di Macerata, nelle Marche, si produce invece un particolare spumante dalle uve di vernaccia rossa, cioè la Vernaccia di Serrapetrona Docg; è di colore granato purpureo intenso, ha profumi vinosi e fragranti, con un gradevole finale amarognolo e astringente. Può essere secca, amabile o dolce, e i risultati migliori si ottengono con la spumantizzazione secondo il metodo classico tradizionale.
Qui ci concentriamo sulle migliori espressioni della vernaccia della Sardegna, tra le quali la Vernaccia di Oristano DOC, prima denominazione riconosciuta in Sardegna nel 1971, un piccolo gioiello del nostro patrimonio ampelografico, un vino dal sapore antico. La vernaccia di Oristano, secondo antica tradizione, è coltivata con impianti di densità elevata e rese molto basse, attorno ai 50 ettolitri per ettaro. Oggi coesistono il vecchio sistema di allevamento ad alberello con la più moderna controspalliera, comunque con poche gemme per ogni pianta, in modo da avere sempre uve di grande qualità. La vendemmia tardiva, verso la fine di settembre e l’inizio di ottobre, consente di avere un’importante concentrazione di zuccheri. Dopo la spremitura e la fermentazione comincia il processo di affinamento, che permette alla vernaccia di sviluppare il suo particolare corredo aromatico.
La Vernaccia di Oristano Doc invecchia per alcuni anni in caratelli di rovere e castagno. Le piccole botti sono tenute scolme per consentire lo sviluppo dei lieviti flor, responsabili dei tipici sentori, che donano complessità olfattiva e gustativa al vino. Nella Vernaccia di Oristano Doc Riserva, la maturazione nei caratelli può arrivare a oltre 10 anni, e in certi casi superare addirittura i 30/40 anni. Il colore assume i toni caldi dell’ambra, l’aroma ricco e denso con sentori di frutta secca, nocciole e mandorle. Un vino di grande carattere, complessità e personalità, vellutato e suadente, con aromi di frutta tostata, datteri, fichi secchi, miele di castagno. Una vera esperienza sensoriale di grande intensità e persistenza.
I migliori vini da vernaccia di Oristano
Ecco i migliori vini ottenuti dal vitigno vernaccia di Oristano secondo Gambero Rosso, in purezza o comunque presente in alta percentuale nei vini indicati, appartenenti alla Vernaccia DOC, Vernaccia IGT e blend, che quest'anno hanno ottenuto i Due Bicchieri Rossi, essendo arrivati in finale durante le degustazioni per la guida Vini d'Italia di Gambero Rosso 2024, o i Due Bicchieri
Il Pontis 2021 di Attilio Contini (vernaccia di Oristano 70% e moscato 30%) è un bianco dolce IGT, ma mai stucchevole e con una deliziosa vena sapida, che quest'anno è arrivato in finale; di grande fascino, poi, la Vernaccia di Oristano Flor DOC 2019, molto buoni anche il Giganti Bianco IGT 2021 e il Karmis IGT 2022, entrambi blend di vernaccia di Oristano 70% e vermentino 30%). 125 anni di storia per una cantina che, dalla fine dell'800, porta avanti con orgoglio una tradizione difficile, poco nota, complessa da comunicare, ma dal fascino indiscutibile: la Vernaccia di Oristano DOC, quella IGT e i vari blend vernaccia della Sardegna. Qui declinata in diverse versioni. Parliamo di un vino ossidativo, intrigante, con un impianto olfattivo da vino dolce, ma dal palato secco e sferzante di sapidità. Soprattutto nelle versioni più vecchie ogni sorso è un viaggio nell'oristanese. La famiglia Contini, però, non si ferma qui e ha al suo attivo anche bianchi, rossi e bollicine, rigorosamente da vitigni autoctoni. Una gamma ampia, insomma, con tanti vini che ogni anno si distinguono negli assaggi.
- Pontis Bianco da Uve Stramature IGT 2021 - Attilio Contini
- Vernaccia di Oristano Flor DOC 2019 - Attilio Contini
- I Giganti Bianco IGT 2021 - Attilio Contini
- Karmis IGT 2022 - Attilio Contini
Il Q Òrriu sulle bucce Vernaccia IGT 2022 è uno dei vini prodotti da Quartomoro di Sardegna, cantina nata nel 2009, ma già pienamente assurta tra le grandi. La Paternità di Quartomoro, cantina dell'Oristanese, di stanza ad Arborea, è di Piero Cella, enologo e vignaiolo coadiuvato dalla moglie Luciana e dai due figli. Il diktat aziendale è: minor intervento possibile, lasciando all'ampia gamma di vini la possibilità di esprimersi. tutti di carattere, schietti, che parlano del terroir attraverso vitigni autoctoni poco noti e vecchie vigne.
Silvio Carta è una storica azienda che, oltre al vino, produce liquori e distillati di altissimo livello qualitativo. Sul fronte enologico è la Vernaccia di Oristano il fiore all'occhiello, ma sono da menzionare anche alcuni bianchi e rossi frutto dei principali vitigni tradizionali dell'Isola.