Dici Piemonte e pensi a un vino rosso, dici Alto Adige e pensi a un bianco. Quando si parla di vini di qualità a Dop, l'associazione spesso è immediata. Su questo tema specifico ha puntato la lente l’Osservatorio sulla competitività delle Regioni del vino, con Nomisma Wine Monitor in collaborazione con UniCredit, che nell'edizione 2024 hanno fotografato sia le performances dei vini regionali, in Italia e all'estero, sia analizzato il posizionamento nel percepito dei consumatori italiani. L'indagine (che ha coinvolto mille cittadini italiani) è stata presentata al Vinitaly e ha permesso di comprendere notorietà, reputazione, modalità e frequenza di consumo dei principali vini Dop italiani.
Piemonte, Toscana e Veneto svettano su tutte
Le regioni a cui il consumatore italiano, in generale, associa i vini di maggiore qualità sono Piemonte, Toscana e Veneto, con una distanza importante rispetto alle inseguitrici: Friuli Venezia Giulia, Sicilia, Trentino e Puglia. Rispetto al terzetto di testa, secondo la ricerca, quando si parla di consumatori più giovani (Gen Z), il gradino più alto del podio è della Toscana. Considerando i soli vini rossi fermi, si confermano Piemonte, Toscana e Veneto le regioni a cui vengono associati i prodotti maggiore qualità. Per i vini bianchi, il podio è composto, in ordine, da Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Sicilia. Per i rosati, Veneto, Toscana e Abruzzo. Infine, per gli spumanti, sono Veneto, Lombardia e Trentino quelle che a detta del consumatore italiano producono le bollicine di maggiore qualità.
Le denominazioni più popolari: guida una Dop toscana
Anche in virtù di tale percezione, in termini di notorietà spontanea, ovvero senza un elenco di vini tra cui scegliere, le prime tre denominazioni vitivinicole che vengono in mente ai consumatori italiani sono Chianti, Prosecco e Barolo. Secondo l'indagine di Wine Monitor, anche il fatto che appena il 3% degli italiani non è in grado di citare un vino Dop. Cosa accade, poi, in materia di spumanti, se si interrogano i consumatori sulla percezione che hanno rispetto alle stesse Dop in termini di valori e attributi espressi, considerando anche caratteristiche reputazionali e situazioni di consumo? Il Prosecco si distingue per freschezza e convivialità, il Franciacorta per qualità ed eleganza, il Trento Doc per qualità e richiamo al territorio. In relazione alle situazioni di consumo, principalmente attribuite dagli italiani, il Prosecco si configura come spumante «perfetto per festeggiare, adatto per l’aperitivo e molto versatile», mentre per Franciacorta e Trento Doc emerge anche la connotazione di «vino adatto per un regalo speciale o un’occasione importante».
Export, le top regioni per performance nel 2023
L'Osservatorio ha preso in esame anche le esportazioni regionali del 2023, alla luce del -0,8% a valore registrato da tutto il vino italiano lo scorso anno. Le prime tre regioni per valore, come già descritto nel settimanale Tre Bicchieri del 21 marzo, delle esportazioni si confermano Veneto, Piemonte e Toscana, che pesano assieme oltre due terzi sull’export nazionale. Tra le prime dieci regioni esportatrici, sono in controtendenza con importanti crescite Friuli Venezia Giulia (+8,4%), Abruzzo, Puglia, Lombardia, Emilia Romagna e Trentino Alto Adige. Nel dettaglio, i vini Dop (che nel complesso hanno tenuto a valore con +0,3% a fronte di un -4% a volume) hanno visto aumentare spumanti e vini bianchi, mentre i rossi fermi hanno subito riduzioni, anche pesanti. Tra bianchi Dop, l’aumento più è di quelli siciliani (+7%), tra gli spumanti il Prosecco (+5%), tra i rossi hanno limitato le perdite quelli piemontesi (-1%). Male i rossi Dop del Veneto con -12 per cento. Infine, tra le prime dieci regioni più presenti a scaffale coi vini fermi e frizzanti Dop, quasi tutte hanno perso a volume. Sono in terreno positivo solo i vini Dop della Sardegna (+13%) e dell’Abruzzo (+3%), mentre i Dop della Sicilia e del Trentino Alto Adige hanno mantenuto i volumi di vendita del 2022.