Associazione a delinquere finalizzata alla frode. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per la banda di falsificatori che aveva contraffatto alcune prestigiose etichette di vino toscano. Avevano venduto migliaia di bottiglie di Sassicaia, ma anche diversi Brunello di Montalcino, a enoteche e ristoranti della Toscana. All'interno, perรฒ, c'era del vino in cartone, con aggiunta di zuccheri e alcol. L'indagine era partita nel 2014, nel 2017 erano giร scattati i primi arresti. La truffa avrebbe generato un giro di affari di circa 400mila euro, le annate andavano dalla 2010 alla 2015, circa 4.200 le bottiglie incriminate.
La base nella zona di Empoli
Tutto era stato pianificato nei minimi dettagli. Acquistavano vino in cartone e aggiungevano zucchero e alcol per modificare la percezione gustativa. Quindi lo imbottigliavano in un'azienda nell'areale di Empoli. Addirittura, completavano le bottiglie con false etichetta e tanto di fascette ministeriali, Docg o Doc. Addirittura, sarebbero riusciti a riprodurre anche l'ologramma anti-contraffazione sulle etichetti originali del Sassicaia. Anche la carta velina usata per il confezionamento avevo lo stesso peso di quella originale: 22 grammi. I tappi? Identici agli originali. Il piano ha funzionato a regime, fino a quando il proprietario di un'enoteca di Firenze ha iniziato a dubitare. Qualcosa non trovava in quelle bottiglie di Sassicaia. Si รจ accorto della frode e ha chiamato i carabinieri.