Blocchi stradali, cortei di trattori, incendi di copertoni, petardi, uova e letame contro la polizia in assetto antisommossa. Bruxelles è nuovamente teatro delle proteste degli agricoltori di mezza Europa. La capitale belga, nel giorno in cui si tiene il Consiglio dei ministri agricoli dell'Unione europea (Agrifish), chiamato a discutere le misure a favore del settore proposte dalla Commissione Ue, ha visto nuovamente esplodere la rabbia, in alcuni casi violenta, delle imprese agricole (prevalentemente da Belgio, Francia, Olanda e Germania) nei confronti della Pac e del Green deal. Centinaia di trattori (circa 300 quelli stimati dalle forze dell'ordine) hanno assediato il quartiere europeo provando anche a forzare i posti di blocco e costringendo gli agenti a usare lacrimogeni, e idranti per spegnere alcuni incendi nelle vie adiacenti le sedi istituzionali.
Le risposte (insufficienti) dell'Ue
La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, dopo le proteste di inizio febbraio sempre a Bruxelles, ha tentato la via dell'apertura alle richieste degli imprenditori, sia quelli organizzati in associazioni sia quelli che hanno dato vita a movimenti spontanei in tutta Europa e in Italia. Regole più semplici e meno controlli burocratici, assieme a una moratoria delle sanzioni per chi non rispetta gli obblighi europei alla luce dei disastri naturali e ambientali, ma anche la deroga sull'obbligo per tutto il 2024 sulla messa riposo per il 4% dei terreni agricoli. Misure che, tuttavia, non sembrano sufficienti a placare gli animi.
Le richieste dell'Italia
L'Italia, col ministro per l'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, porterà all'Agrifish un documento italiano in cui si chiedono modifiche alla Pac. Il governo Meloni punta sulla sospensione delle regole degli aiuti di Stato per l'agricoltura (provvedimento già adottato nel periodo pandemico) a una moratoria per i debiti delle aziende agricole in tutti in Paesi membri. Ma Lollobrigida chiederà criteri di reciprocità nell'import di prodotti da mercati extra Ue, uno tra i temi più sentiti dalla base degli imprenditori di tutta Europa, assieme alle paure per gli accordi Mercosur coi Paesi dell'America meridionale (Brasile, Argentina, Paraguay, Uruguay).
Anche l'Italia si è mossa con due delle maggiori sigle sindacali. La Coldiretti (che ha preso le distanze dagli episodi violenti) è scesa in piazza davanti alle sedi europee con circa 3mila persone per chiedere «lo stop alla burocrazia e all'aumento dei costi che danneggiano gli agricoltori italiani, l'incremento degli aiuti alle aziende per contrastare la crisi e l'aumento dei tassi di interesse, la garanzia di una moratoria sui debiti, il rafforzamento della direttiva europea contro le pratiche sleali e la cancellazione definitiva» e non la deroga già approvata dall'Ue dell'obbligo di tenere a riposo il 4% dei terreni, ha sottolineato il presidente Ettore Prandini. Davanti alla sede del Parlamento, i giovani di Coldiretti hanno svuotato sacchi di grano canadese, trattato con il glifosato, per protestare contro l'invasione di cibo straniero e di prodotti da mercati che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale.
Confagricoltura presenta un Manifesto
Anche la Confagricoltura si è spostata in una Bruxelles quasi sotto assedio per tenere l'assemblea straordinaria. Il sindacato presieduto da Massimiliano Giansanti ha presentato un Manifesto in cui chiede la sospensione dell'entrata in vigore di alcuni provvedimenti discussi nel corso della legislatura in scadenza, in attesa delle conclusioni del dialogo strategico sul futuro dell'agricoltura promosso dalla Commissione. La sospensione deve riguardare «le proposte di regolamento sul ripristino della natura e sulle emissioni industriali» mentre va «rivista la Direttiva nitrati che risale al 1991». Confagricoltura, oltre a una riduzione burocratica e una revisione degli ecoschemi, chiede sia di riformulare la proposta sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggi tenendo conto della specificità dei prodotti destinati all'alimentazione sia di eliminare gli obblighi della rotazione obbligatoria e destinazione non produttiva dei terreni.
Il Cra a Roma chiede un incontro con Meloni
Mobilitazione anche a Roma, sabato 2 marzo, con i Comitati riuniti agricoli (Cra) che hanno organizzato in piazza Santi Apostoli una manifestazione per chiedere un confronto con il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e i rappresentanti della Commissione Ue in Italia. Il movimento guidato da Danilo Calvani vuole verificare se, dopo un mese di proteste, c'è la volontà della politica italiana ed europea di «collaborare con i produttori agricoli – si legge in una nota ufficiale – per una rapida soluzione dei drammatici problemi del comparto agroalimentare».