«E comunque da ieri abbiamo diecimila follower in più». Dopo il pandoro Balocco, dopo la bambola Trudi, dopo le uova di Pasqua, a essere investito dall'ondata di ritorno del "miracolo Ferragni" è l'Hotellerie de Mascognaz, lo spettacolare albergo di Champoluc che dopo avere ospitato l'influencer in una suite è stato travolto da una valanga di attacchi sui suoi social. Una classica shitstorm, rivelata dal Gambero Rosso con una notizia che nel giro di poche ore ha fatto il giro del web. Sfottò, critiche, qualche insulto, che hanno lasciato comprensibilmente frastornati i padroni di Mascognaz. Che adesso in qualche modo cercano di venirne fuori. Ma intanto dal loro ufficio stampa fanno sapere - e di questi tempi è la vera notizia - che dalla faccenda loro usciranno vincenti: perché dopo che, lunedì scorso, la Ferragni ha postato su Instagram le sue foto in albergo, «spent such a beautiful weekend at @hotellerie_de_mascognaz, a dislocated hotel restored on an ancient village from 1300 in Ayas valley in the middle of nowhere», i social dell'albergo sono letteralmente esplosi. «Diecimila nuovi follower in meno di ventiquattr'ore, il doppio di quanti ne avevamo accumulati in anni di lavoro», spiegano i portavoce. E insieme ai follower sono piovute le richieste di prenotazione, «non riusciamo più a starci dietro».
Macchina da visibilità
E se dunque la morale della favola fosse che, nonostante tutti i suoi guai, l'occhicerulea Chiara continua a essere una macchina da visibilità, da contatti, e insomma da soldi? Se dovessimo prendere atto le bugie che è accusata di avere diffuso per piazzare pandori al triplo del costo non hanno scalfito - se non in piccola parte - il suo tocco magico? Che i 675.567 like piovuti sul suo post su Mascorgnaz sono l'avanguardia di una maggioranza silente che nel dorato mondo dei Ferragnez continua, balle o non balle, a ritrovare un modello?
Il caso dell'Hotellerie de Mascognaz
Nel frattempo, il caso Mascorgnaz, per come il Gambero Rosso è in grado di ricostruirlo, offre nuova materia a chi studia le dinamiche dei social e della comunicazione in genere. A partire dal ruolo dell'ufficio stampa dell'Hotellerie. Gli uffici stampa in genere vivono di visibilità. Quello di Mascorgnaz invece implora di non apparire. «Siamo una piccola realtà», «non metta il mio nome», e via di questo passo. No problem, dobbiamo tutti vivere. Però ci raccontate bene cosa è successo.
«Partiamo da un dato di fatto: conosciamo Chiara da anni, abbiamo lavorato con lei, e non la abbandoniamo certo perché ora le vengono rivolte delle accuse». E quindi? «Quando Chiara ha chiesto un consiglio su dove andare in vacanza con i figli glielo abbiamo dato, non come ufficio stampa ma come amici». Quali erano i requisiti? «Che fosse vicino a Milano» Che la ospitassero gratis? Che la pagassero per andare? «Assolutamente no. Non ha proposto nessun progetto di comunicazione. Voleva solo andare in vacanza pagando normalmente il conto». E lo ha pagato? «Assolutamente si». Ci fate vedere le ricevute? «Non sarebbe rispettoso verso di lei. Ma assicuriamo che esistono».
«Non abbiamo fatto un post sulla Ferragni»
Tra le diverse proposte dell'Hotellerie, Chiara (e forse anche questa è una notizia) non sceglie la più cara. Prenota la Master Suite Walser, in uno chalet autonomo, «soluzione abitativa ideale per la vacanza in famiglia». Costo 692 euro a notte, colazione compresa. Trascorre lì due notti, al momento di ripartire posta il suo ritratto, maglione e cappello bianco, affacciata al balcone dello chalet. E il caso esplode. «Non siamo stati noi a rilanciare il post di Chiara, non ci vantiamo dei nostri clienti, non è nel nostro storytelling. Abbiamo fatto un'eccezione solo per Alessandro Borghi che in Val d'Ayas ha girato il film Le otto montagne. Non abbiamo fatto post sulla Ferragni, non abbiamo condiviso il suo post».
Ma cambia poco. Dal messaggio della Ferragni su Instagram si approda via link alla pagina dell'albergo. E lì, sotto l'innocua immagine di un cameriere che prepara un aperitivo, accade di tutto. Settecento like, il primo è quello della Ferragni. Ma anche una valanga di contumelie, «che vergogna, proprio una truffatrice dovevate invitare», «andare in un hotel pubblicizzato da un elemento del genere? NO GRAZIE». E via di questo passo.
«Alla fine - spiega l'ufficio stampa - non abbiamo avuto altra scelta che rimuovere i commenti». Ma, come è noto, il web non dimentica niente. Parte la tempesta, e l'albergo "in the middle of nowhere" si trova catapultato nell'affaire più mediatico degli ultimi tempi.
Qualche attimo di panico. Poi il centralino delle prenotazioni inizia a suonare e non smette più. Poi il numero dei follower impazzisce.
E allo Mascorgnaz capiscono che non è andata poi così male.