La notizia è di quella che basterebbe a riempire capitoli di libri sul marketing del territorio: Alain Ducasse, uno dei più noti chef del mondo, vola con il suo aereo privato verso Capodichino e poi in macchina via verso Caiazzo, provincia di Caserta, Campania. Il motivo? Ovvio, assaggiare la pizza di Franco Pepe.
L’incontro tra Pepe e Ducasse
Franco Pepe è molto noto al nostro pubblico: maestro tra i pizzaioli italiani, sempre in cima alla classifica della guida Pizzerie d’Italia, per il Gambero Rosso ha anche firmato un bellissimo volume, "La mia pizza autentica", che racconta la sua storia e la sua pizza (nella foto di apertura Pepe regala a Ducasse il volume).
Lo abbiamo raggiunto al telefono per sapere cosa ha portato lo chef francese sulla sua strada: «Ci conoscevamo, ci eravamo incontrati in varie occasioni – risponde il pizzaiolo - ma lui non aveva mai assaggiato la mia pizza». Galeotta è stata Bologna, con la manifestazione “C’è + Gusto”, svoltasi lo scorso ottobre.
Pepe, in procinto di salire sul palco, sente pronunciare il suo nome: «Mi volto, ed era Alain Ducasse che stava leggendo il programma della giornata». Ducasse lo saluta e gli annuncia che lo ascolterà con molto piacere e assaggerà le pizze proposte. Pepe quel giorno racconta al pubblico bolognese della ricerca nutrizionale dietro al menu funzionale, dell’idea della pizza mediterranea, dei dressing con le erbe: il cuoco francese resta talmente colpito da un’idea di pizza così diversa rispetto a quella cui è abituato il pubblico internazionale che la paragona all’arte dell’haute couture. Invita il pizzaiolo a Parigi, gli fa conoscere le sue insegne. Franco a quel punto ricambia l’invito e propone al noto chef di venire a conoscere da vicino la realtà di Pepe in Grani.
Un pranzo a Caiazzo
Ducasse non si è fatto pregare ed è arrivato a Caiazzo il 1 dicembre accompagnato da un altro grande nome dell’imprenditoria francese, Olivier Ginon, patron di un gigante degli eventi come GL Events (che, tra le altre cose, è l’azienda che organizza il Bocuse d’Or).
All’inizio lo chef ha visitato il laboratorio, ammirando il lavoro certosino della squadra di Pepe in Grani e deliziandosi con un assaggio di impasto fritto, stupito da tanta leggerezza. “In cucina, in piedi, ha mangiato un Ciro” racconta Franco: il Ciro è uno dei coni di pizza fritta proposti in menu, farcito con fonduta di Grana Padano, pesto di rucola e polvere di oliva caiazzana. Poi un assaggio integro dei prodotti dell’Alto Casertano che Pepe porta in giro per il mondo da anni, creando un vero e proprio sistema territoriale da zero.
«In tavola ho servito una degustazione, per fargli capire la mia filosofia di pizza»: e via con la Sensazione di Costiera, l’iconica Margherita Sbagliata, la dolce Crisommola. All’assaggio di quest’ultima (con le albicocche del Vesuvio e la ricotta di bufala, fu premiata come Pizza dell’Anno nel 2018 dal Gambero Rosso) Ducasse ha esclamato: «Fantastica!», mattoncino decisivo per il la rivoluzione della pizza.
Un paio d’ore in Pepe in Grani, tra laboratorio e sala, ed ecco Ducasse e Ginon, dopo pranzo, pronti per ripartire verso l’aeroporto e tornare in Francia.
Pepe non è nuovo al successo internazionale: forse il pizzaiolo italiano più conosciuto all’estero, incoronato più e più volte come migliore al mondo, raccontato da Chef’s Table su Netflix al pubblico dei cinque continenti, è stato raggiunto a Caiazzo da tante celebrità (Gordon Ramsey, ad esempio). Ma Ducasse rappresenta la storia dell’alta cucina mondiale e Franco è ancora emozionato: «Oggi mi sento appagato, dice, perché per me questo è il lavoro di una vita: ridare dignità al mestiere di pizzaiolo. È un riconoscimento per tutto il mondo della pizza».
credits foto: Luciano Furia