Come ogni anno il 7 dicembre c'è la Prima della Scala a Milano. L'appuntamento mondano e istituzionale più importante della città viene celebrato con una super cena per 500 persone e un grande cuoco: Enrico Bartolini.
Non è la prima volta che lo chef di Pescia viene chiamato da Salvatore Quartulli del Caffè Scala a occuparsi di questo importante evento: già nel 2019 firmò la cena di gala che segue l'avvio del cartellone scaligero. All'epoca fu Tosca di Puccini con la regia di Davide Livermore ad aprire la stagione, accolta da 16 minuti di applausi. Stavolta il direttore Riccardo Chailly ha scelto il Don Carlo di Giuseppe Verdi con la regia di Lluis Pasqual.
E al grande compositore e buongustaio si è ispirato chef Bartolini per il menu della cena nelle sontuose sale della Società del Giardino, realizzata con Davide Boglioli, Executive Chef del Mudec, Edoardo Montagni, chef per gli eventi, e Federico Pignatelli, event manager. Insieme hanno realizzato un allestimento che richiama l’atmosfera della Spagna alla metà del Cinquecento. «Insieme abbiamo studiato un menu che potesse raccontare la grande tradizione gastronomica italiana attraverso la tipicità di una terra generosa come l’Emilia e alcuni tra i piatti più amati da Verdi» spiega Bartolini. Un affondo nei sapori della tradizione emiliana reinterpretati in pieno stile Bartolini.
Giuseppe Verdi e il cibo
Grande conoscitore di cibo, Giuseppe Verdi è noto per la sua cultura gastronomica, i suoi carteggi sono ricchissimi di testimonianze di ricette e consigli, la sua casa era spesso teatro di raffinati pranzi conviviali nei quali celebrava i doni della sua regione, di cui era appassionato portavoce in ogni aspetto: dai grandi prodotti artigiani, ai piatti semplici, ai frutti della terra, la pianura piacentina e parmense, del resto eraa anche un imprenditore agricolo. La sua passione era nota già all'epoca: «è un artista e come tale considera, e con ragione, il pranzo quale opera d’arte» scriveva Giuseppe Giacosa nel 1889.
Il menu della cena della Prima alla Scala
Sin dall'antipasto della cena di gala Enrico Bartolini – chef del Mudec e di una costellazione di ristoranti premiatissimi - celebra l'autentica tradizione emiliana: Parmigiano, pepe e puntarelle, Panada emiliana e tartufo, Focaccia al rosmarino con Spalla di San Secondo – uno dei prodotti più amati da Maestro – e poi il risotto, immancabile sulle tavole delle grandi occasioni di Milano. In questo caso con porcini, anice e amarene: un omaggio oltre che alla cultura milanese anche a Giuseppina Strepponi, celebre soprano e seconda moglie del Maestro Verdi, originaria di Lodi (quindi lombarda doc) particolarmente appassionata di questo piatto. La Faraona, mostarda e cime di rapa rimanda di nuovo ai piatti preferiti dal Maestro, appassionato di carni bianche e della mostarda. In chiusura la Corona Don Carlo con mele, spezie e grano saraceno.
Il Don Carlo e l'epopea del potere
L'appuntamento con la Prima della Scala, come accade dal 1951, è nel giorno di Sant'Ambrogio, ideale inizio del periodo natalizio all'ombra della Madonnina. Una data simbolica per un vento altrettanto simbolico. Ben più di un semplice appuntamento lirico, l'inizio del calendario scaligero è un evento culturale, mondano, ma soprattutto politico, uno di quelli in cui le istituzioni si presentano alla comunità con il loro contorno di linguaggi non verbali.
Quest'anno, per esempio, spiccano l'assenza di Sergio Mattarella (fa sapere per pregressi impegni istituzionali) e di Giorgia Meloni, mancherà anche Ursula von der Leyen, presente lo scorso anno per rispondere alle tensioni scaturite dalla messa in scena del Boris Godunov del compositore russo Mussorgskij. La sua presenza rappresentava un segnale di distensione nel pieno del conflitto russo-ucraino, conflitto ancor oggi in essere ma scavalcato, nelle cronache mondiali, da quello israelo-palestinese. È la memoria corta dell'informazione ai tempi della ricerca bulimica delle notizie. Quest'anno a inaugurare la stagione è - per l'ottava volta dal 1868 – il Don Carlo di Verdi, ennesima opera sul tema del potere scelta dal direttore Riccardo Chailly dopo il Boris Godunov nel 2022 e il Macbeth nel 2021. Stavolta l'attenzione è tutta sull'atteggiamento crudele nei confronti degli oppressi e della legittima aspirazione alla felicità dei singoli, schiacciata dal potente di turno.
I melomani potranno seguire la Prima in scena sul palcoscenico del Teatro alla Scala anche fuori dal teatro, grazie all'iniziativa ‘Prima Diffusa’, che conta 35 sedi di proiezione e un totale di 10mila posti disponibili. Tra gli altri ci sono il grande schermo all’Ottagono, teatri e sale di alcuni istituti penali, ospedali, il Mudec dove ha sede anche il main restaurant di Bartolini, l'aeroporto di Malpensa, dove è da poco approdato Antonino Cannavacciuolo. Inoltre fino al 7 dicembre, una serie di guide all’ascolto, concerti, performance, mostre e rassegne, conferenze e incontri gratuiti, coinvolgendo teatri, istituzioni, luoghi della cultura, spazi cittadini e sedi non convenzionali.