Il progresso nell'ambito tecnologico sembra essere inarrestabile. Nel campo della brain-robot interface (BRI) – interfaccia cervello-robot - è stato presentato un nuovo progetto che consentirebbe di comandare un robot e svolgere le attività quotidiane attraverso i segnali cerebrali, tra cui la possibilità di preparare piatti freddi o caldi. Il nuovo dispositivo si chiama NOIR (Neural Signal Operated Intelligent Robots for Everyday Activities) e porta la firma di un gruppo di studenti e ricercatori della Stanford Vision and Learning Lab della Stanford University.
Introducing our new work @corl_conf 2023, a novel brain-robot interface system: NOIR (Neural Signal Operated Intelligent Robots).
Website: https://t.co/LZAQ8AmDRk
Paper: https://t.co/tsI50UF92s
🧠🤖 pic.twitter.com/8Wx6IoNaiF— Ruohan Zhang (@RuohanZhang76) November 3, 2023
Un piatto giapponese cucinato con il pensiero
In un video diventato virale sul social X (al secolo Twitter) si vede uno dei partecipanti alla sperimentazione di NOIR intento a preparare il Sukiyaki senza muovere un muscolo, dando le istruzioni tramite la mente a un robot che taglia, prende, posiziona o versa degli ingredienti in una ciotola. Uno dei tanti esperimenti portati avanti per monitorare i progressi di apprendimento di NOIR e sondare la versatilità del dispositivo nello svolgere diverse attività.
L’EEG al servizio della robotica
Il sistema NOIR userebbe una tecnologia sicura per l’uomo. «Attraverso questa interfaccia, gli esseri umani comunicano ai robot gli oggetti di interesse e le azioni che intendono compiere utilizzando l'elettroencefalogramma (EEG). Il nostro nuovo sistema ha dimostrato di avere successo in una vasta gamma di 20 attività domestiche quotidiane e impegnative, tra cui la cucina, la pulizia, la cura della persona e l'intrattenimento», si legge sul sito ufficiale del dispositivo. Il sistema NOIR riesce a decodificare delle istruzioni dai segnali cerebrali umani e trasmetterle ad un sistema robotico con una libreria di abilità primitive. I robot hanno la capacità di imparare a prevedere gli obiettivi che l'uomo intende raggiungere, riducendo così lo sforzo umano necessario per la decodifica.
La cucina negli esperimenti effettuati
Punto cruciale è l’uso di algoritmi di apprendimento che permettono di abbassare il tempo di decodificazione dell'intenzione umana ripetendo determinate attività. Sono stati fatti in tal senso diversi esperimenti, 8 che riguardano la preparazione di piatti, tra cui il Sukiyaki giapponese, un panino farcito o cuocere della pasta, ma anche attività più semplici come tagliare una banana, grattugiare del formaggio o servire del tè. Una tecnologia che potrà avere diverse applicazioni «tra cui l'assistenza alle persone con disabilità, in particolare a quelle con problemi di mobilità. Consentendo a queste persone di svolgere le attività della vita quotidiana e le attività strumentali, migliorando notevolmente la loro indipendenza e la qualità di vita complessiva», si legge sul sito.