È stata firmata a Toledo la dichiarazione sui consumi moderati che libera il vino dallo stigma prodotto dannoso delle quantità assunte. Il gruppo di trenta scienziati da tutto il mondo che si è riunito in Spagna al congresso scientifico “Lifestyle, diet, wine & health” ha messo in evidenza che “una dieta bilanciata come quella Mediterranea, che include moderazione in tutti gli aspetti della vita - inclusi i consumi di vino - è riconosciuta come contributo positivo ad uno stile di vita sostenibile e sano”.
Fondi Ue: a rischio vino e carni rosse
Un piccolo inciso quello sul vino che, però, inserito in un documento scientifico di questo calibro, assume un valore ben più ampio. Ricordiamo, infatti, che negli ultimi anni – e ancora in questi ultimi giorni - il vino è stato al centro di un duro dibattitto, accusato da più parti di fare male alla salute di là delle quantità assunte.
Rientra in questa strategia proibizionistica, anche la proposta di penalizzare vino e carni rosse nell’accesso ai fondi di promozione dell'Unione europea: 176 milioni di euro destinati all’agroalimentare, vino compreso. Proposta che, dopo essere stata respinta lo scorso anno, torna a minacciare il settore: la votazione da parte dei Paesi membri si terrà il prossimo 25 ottobre all’interno della seduta del Comitato Ocm.
La proposta della Commissione
In particolare, nel testo è stato introdotto un sotto-criterio che valuterà anche l’allineamento con gli obiettivi del Piano europeo di lotta contro il cancro, che mira ad incoraggiare una dieta basata maggiormente su cibi vegetali a discapito di altri prodotti come carni rosse, prosciutti, salumi, vino e bevande alcoliche.
Si capisce, quindi, come la firma della dichiarazione di Toledo, in questo preciso momento storico, diventi un contraltare preziosissimo. Così come mette in evidenza il presidente Uiv Lamberto Frescobaldi: “Guardiamo con estremo interesse alla dichiarazione conclusiva Lifestyle matters e alla comunità scientifica che ha discusso ed evidenziato l’importanza del consumo enologico moderato nell’ambito di uno stile di vita equilibrato e sano. Si tratta” continua “di una posizione purtroppo non recepita in ambito comunitario, dove tornano ad addensarsi nubi che vogliono il vino fortemente penalizzato nell’ambito dei prossimi programmi di promozione”.
Dall’Oms alle etichette irlandesi
Non è la prima volta che il vino finisce sotto attacco per i suoi effetti sulla salute. Dapprima fu il piano anti cancro proposto nel 2021 dalla Commissione europea che, nella sua versione originale, non teneva conto della differenza tra abuso e consumo e che condannava il vino a degli alert in etichetta e dei tagli alla promozione. Pericolo, poi, scongiurato con il voto in Parlamento.
A seguire venne il rapporto di implementazione della strategia alcol dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il cui obiettivo dichiarato è ridurre del 20% il consumo di alcol entro il 2030. Poi, gli health warning in etichetta approvati dal Governo irlandese e su cui anche l’immunologa Antonella Viola si era espressa positivamente con tutto il caso mediatico che ne è seguito. Adesso il Piano Promozione, che già due anni fa aveva penalizzato il vino nel silenzio assenso dell’Italia.
L’appello delle associazioni
“Un ritorno al passato”, conclude Frescobaldi, “Uiv ritiene non si possa pregiudicare al vino – un comparto da 8 miliardi di euro l’anno di export – una chance promozionale importante e confida in una netta opposizione dell’Italia, come avvenuto con successo lo scorso anno. Una volta di più sta passando il concetto del vino come prodotto dannoso a prescindere dalle modalità di consumo, proprio il contrario di quanto stabilito a Toledo”.
Dello stesso avviso Origin Italia (l’associazione che rappresenta i Consorzi di tutela delle Indicazioni Geografiche) che nei giorni scorsi ha scritto al ministro Francesco Lollobrigida: “Il programma proposto dalla Commissione Ue penalizza e discrimina alcuni prodotti simbolo del Made in Italy, con il rischio di arrecare un considerevole danno in termini economici e d’immagine al settore Dop e Igp” sottolinea il presidente di Origin Italia Cesare Baldrighi “per questo chiediamo al Ministro Lollobrigida di esprimere parere negativo, al fine di tutelare questi prodotti i cui comparti necessitano delle campagne promozionali”.