Tutto pronto per la sesta edizione della Champagne Experience. Ancora una volta sarà Modena a ospitare il più grande evento italiano dedicato alle bollicine d’Oltralpe, in programma il 15 e 16 ottobre a Modenafiere. Società Excellence ha messo insieme ben 176 maison, in assaggio troverete 800 Champagne, suddivisi per sottozone geografiche. Noi ci siamo portati avanti, abbiamo studiato minuziosamente il catalogo dell’evento per proporvi una guida dettagliata, tra parentesi indichiamo il numero della postazione. Si parte.
Le migliori etichette da provare a Modena Champagne Experience
Attacchiamo la Cote des Bar con una cuvée difficile da trovare ma che non vorremmo mai smettere di bere: lo Champagne Extra Brut Linea Classic di Erick Schrieber (21), pioniere nella biodinamica. Ci piace il gioco tra maturità (60 mesi sui lieviti e percentuale importante di vini di riserva) e freschezza, per una cuvée dominata dal pinot nero, potente e materica ma allo stesso tempo vibrante e golosa. Non abbiamo scelto una partenza lineare, ci spostiamo nella Cote des Blanc, dicono che dalle parti di Avize siano in grado di sussurrare allo Chardonnay con particolare classe. Facciamo finta di crederci e proviamo in fila lo Champagne Terroirs di Agrapart (23) per sintonizzarci sulla luce e sul gesso, poi lo Champagne Longitude di Larmandier – Bernier (25), sempre da sole uve chardonnay. Qualche settimane fa abbiamo assaggiato una sboccatura di 5-6 anni fa e abbiamo baciato ogni singolo commensale. A metà percorso scocca l’ora delle Maison Classiche, ci ritroviamo dietro al banchetto di Pol Roger (82), non vediamo l’ora di assaggiare lo Champagne Brut Vintage 2016, la casa non sbaglia un colpo e sui millesimati si vola alto senza scomodare il buon Churchill.
Passiamo davanti alla postazione di Bruno Paillard (67) perché siamo molto curiosi di testare il nuovo Blanc de Noirs, poi eccoci a proporvi una cuvée che non splende di luce propria per fama, ma che nel bicchiere si fa capire davvero molto bene: lo Champagne Nature 2009 di Virginie T(86): 120 mesi sui lieviti, annata non certo indimenticabile, ma il bicchiere lascia il segno, graffia e rilancia. E’ arrivato il momento di scalare la Montagne de Reims. Ci trasferiamo a Pouillon da Vincent Cuillier (104) per assaggiare la solitudine dei numeri artigianali. Scegliamo lo Champagne Brut Nature L’Arbre, millesimo in retro-etichetta è il 2019, si tratta di un Meunier particolarmente avvincente, polposo e sfaccettato. Scocca l’ora di Marguet (122), che è sempre una buona idea. Per saper né leggere né scrivere chiediamo il Sapience Enoteque 2010 a metà strada tra un Whiskey di Islay e una spada acida, difficile dimenticarlo. Poi, sfacciati, chiediamo se per caso ci fosse sottobanco uno Chardonnay fermo o un parcellare: “Non è che vi avanza un Les Crayeres o un Les Beurys?". Rimanendo sulla bellezza dei piccoli numeri, proviamo per la prima volta lo Champagne Collection Privée Edition n.07 selection de 987 boutteille di Sylvie Moreau (118), sappiamo già che non saremo tutti d’accordo sul giudizio. Ma lo Champagne è anche questo, discussione.
Procediamo verso la chiusura, ahimè, ed eccoci nella Vallé de la Marne. Regis Poissinet (141) è uno dei nomi caldi di questa edizione, poche bottiglie ma grande carattere, noi siamo rimasti stregati dal suo Rosé, ma vi consigliamo caldamente anche l’Extra Brut Irize Meunier 2014, un Blanc de Noirs profondo e sfaccettato, tirato in ben 1700 esemplari. Tra le conferme inseriamo il Rosé Zero di Tarlant (138), ha più carattere del 97,4% dei rosati prodotti in regione. Finiamo in punta di piedi con l’Entre Ciel et Terre di Francoise Bedel (155), uno Champagne di pura gola, pane e salame. Non è propriamente un millesimato ma preghiamo di non trovare come annata base la 2017, una delle poche cose che ci mette paura nel meraviglioso mondo dello Champagne.
A proposito, noi a Modena ci saremo fisicamente, i nostri assaggi li troverete raccontati sulle pagine del Gambero Rosso di Dicembre
