Il metodo di studio è una sorta di utopia, tutti cercano quello perfetto, in pochi riescono a trovarlo. Ma la scienza, come sempre, ha una risposta chiara, che in questo caso prende in considerazione anche il cibo. Sono tanti gli alimenti che favoriscono la concentrazione, consigliati soprattutto in fase d’esame, ma i trucchi per mantenere alta l’attenzione sono diversi.
La gomma da masticare per affrontare gli esami
Prima di pensare al gusto, meglio riordinare la scrivania. Come dice Sabine Kastner, docente di psicologia all’Università di Princeton, “il disordine attira l’attenzione del cervello, più stimoli visivi si hanno davanti, più difficile diventa lavorare”. Ora che abbiamo sgomberato il campo, passiamo all’azione: meglio munirsi di gomme da masticare, ottime per gli studenti alle prese con i compiti più impegnativi. A dirlo è una ricerca pubblicata dal British Journal of Psychology, che ha analizzato il livello di concentrazione di 38 partecipanti, divisi in due gruppi. L’obiettivo era quello di creare delle sequenze di numeri dispari-pari-dispari in un elenco casuale: il gruppo a cui erano stati dati i chewing-gum ha avuto la meglio, con tempi di reazione più rapidi e risultati migliori rispetto agli altri. Un esperimento durato 30 minuti, che ha dimostrato che la gomma da masticare aiuta soprattutto negli esercizi più lunghi.
Caffeina, la migliore amica degli studenti
Che il caffè sia la bevanda preferita da tutti gli universitari non è poi una novità. Ma la ricerca sugli effetti benefici del prodotto non si ferma, e uno studio del 2020 dell’Università dell’Arkansas ha confermato ancora una volta il potere della caffeina. Gli studenti a cui era stata somministrata una pillola di caffeina da 200 mg avevano risolto i problemi più rapidamente rispetto a chi aveva sorseggiato solo acqua. Le analisi per trovare il metodo di studio infallibile sono tantissime: tra queste, curioso è il caso del test del marshmallow, esperimento condotto dallo psicologo Walter Mischel alla Stanford University negli anni ‘60, e ancora attuale. Tecnicamente, si chiama “test della gratificazione differita”: bambini tra i 3 e i 6 anni potevano scegliere se mangiare subito il dolcetto, oppure resistere per 15 minuti e riceverne un altro. Lo psicologo ha dimostrato che chi era in grado di aspettare più a lungo per ricevere un ulteriore premio otteneva risultati migliori nei test.
A proposito di dolci… un trucco utile è anche quello di concedersi un auto-regalo post studio, che aiuta a rendere più piacevole la fatica, come ricorda il neuroscienziato Michael J. Frank della Brown University. Un buon pranzo, per esempio, o magari una cena fuori in quel ristorante che si vuole provare da tanto tempo. Mai come in fase d’esame, qualsiasi scusa è buona per coccolarsi un po’.