Se non la conoscete, tranquilli: in Italia questa tradizione non esiste. Come spesso accade è un'usanza lanciata dagli immigrati italiani negli Stati Uniti che riprende la nostra tradizione di mangiare pesce durante la cena della Vigilia di Natale, dandogli un nome accattivante.
“The Vigil”, la festa dei sette pesci
Polpette tuffate con rabbia in una pentola di sugo bollente, aragoste spezzate a metà con violenza, timer sporchi di pomodoro che fungono da promemoria e continuano a suonare. E a far sobbalzare. La sesta puntata della seconda stagione di The Bear potrebbe essere benissimo un film a sé stante, nel quale, però, viene esplorata la storia della famiglia del protagonista Carmy Berzatto, il cui cognome richiama chiaramente alle su origini italiane, e del suo rapporto con il cibo. E con i traumi. È in questo episodio flashback, che racconta una delirante e disarmante Vigilia di Natale in famiglia (allargata), che si parla della tradizione italiana dei “Seven Fishes”. Una tradizione, fatta passare come italiana, pure dal New York Times, nella sua sezione “Cooking” dove si legge: “Conosciuta anche come “The Vigil” è un'usanza del Sud Italia che prevede che prima della mezzanotte della Vigilia di Natale venga servito un pasto a base di almeno sette diversi tipi di pesce”.
Da dove nasce la finta tradizione italiana?
Peccato che questa non sia una tradizione italiana, o meglio non in questi termini. Come ben sappiamo il cenone della Vigilia, soprattutto al Sud, prevede pesce e frutti di mare in abbondanza, più che per un retaggio “liturgico” non più attuale (secondo il Codice di Diritto Canonico, i cosiddetti “giorni di magro” sono due all'anno: il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo), per un'usanza popolare, ma non per questo scevra di una altrettanta carica simbolica attribuita al cibo. Ed è proprio questa fortissima carica simbolica che accomuna la tradizione, questa sì italiana, di mangiare pesce alla Vigilia e quella dei “Seven Fishes” che secondo la mamma di Carmy rappresenterebbero le "sette cose migliori" che gli italiani hanno portato con loro in America. È sempre una questione di simboli, scambi, incroci, promiscuità. Che bellezza la cucina.