Roba da millenials, primi veri fanatici di Starbucks. Generazione conquistata dal format per tantissimi motivi, tra cui anche il bicchiere. Sì, quello di carta usa e getta su cui i baristi segnano il nome del cliente, sbagliando puntualmente. È parte del gioco, soprattutto da quando sono nati i social network, e con loro la gara a chi ottiene la storpiatura più divertente. Si può dire che abbia fatto un pezzo di storia del brand, l’iconico bicchiere bianco con la sirena verde, ma i tempi sono più che maturi ora per abbandonarlo, in favore di scelte più sostenibili.
Starbucks vuole eliminare l’usa e getta
Il progetto è pensato per prendere vita entro il 2030: il colosso internazionale del caffè si impegna a eliminare i bicchieri monouso, che rappresentano lo spreco maggiore per l’azienda. Certo, non è la prima volta che Starbucks fa promesse simili: nel 2008 aveva dichiarato di voler rendere i bicchieri 100% riciclabili o riutilizzabili entro il 2015, obiettivo ambizioso solo parzialmente raggiunto. Un progetto nobile, ma non così semplice da mettere in pratica: chiunque si dichiara a favore del riciclo per il bene dell’ambiente, ma rinunciare a una parte di comodità non è da tutti. Nel caso di un’azienda simile, dai numeri sempre crescenti, servire tutto il mondo in maniera veloce e professionale senza utilizzare contenitori usa e getta è piuttosto complesso. Le opzioni riutilizzabili, del resto, sono presenti già da diversi anni nei punti vendita, un piccolo investimento a lungo termine che potrebbe facilmente cambiare le cose, ma i clienti che optano per questa opzione sono ancora pochissimi.
Addio a un’icona millenial. Senza rimpianti
Il cambiamento, ormai, è doveroso. Ancor di più nel caso della catena di caffetterie più famosa al mondo, con una diffusione capillare che non ha eguali. Esempi virtuosi si trovano già in bar e locali indipendenti, ma una mossa simile da parte di un gigante come Starbucks potrebbe essere da esempio per tante altre catene e aziende del settore. Nel piano del brand di Seattle, comunque, c’è anche – e soprattutto – la ricerca di nuovi materiali più riciclabili per dar vita a bicchieri monouso che siano meno impattanti per l’ambiente. Un compromesso necessario, anche se l’obiettivo di Starbucks è quello di rendere i bicchieri riutilizzabili la prima scelta per il pubblico. Forse è presto per dire addio al mitico bicchiere, quello che ha cambiato radicalmente il modo di fare take-away in America e nel mondo: quando negli anni ’80 Starbucks ha iniziato a servire caffè da asporto, a farlo erano solo tavole calde e minimarket, che utilizzavano il polistirolo. Nell’87, il lancio del bicchiere in carta fu una vera rivoluzione, immortalata anche sul grande schermo e in TV, con le tante serie che ritraevano ragazzi a passeggio intenti a sorseggiare il loro americano. Il bicchiere monouso è diventato così un’icona, parte dell’esperienza stessa. Un rituale che, però, è tempo di abbandonare. Senza nostalgia.