C’era molta attesa per i numeri Istat sull'export di vino italiano nel 2022, dopo aver visto i dati confortanti sui consumi interni. Anno molto particolare in cui ci si aspettava di superare gli 8 miliardi di euro, invece quel tetto è stato solo sfiorato. Pazienza. I 7,87 miliardi di euro totalizzati tra gennaio e dicembre rappresentano comunque un nuovo record a valore, arrivato a fronte di volumi sostanzialmente stabili (-0,6% a 2,19 miliardi di litri), che equivalgono a un miglioramento del prezzo medio all'export, ora attestato su 3,58 euro per litro, rispetto ai 3,26 di un anno prima. Il che significa che la sfida futura sarà legata a un consolidamento dei valori medi e a un incremento delle quantità esportate. L’Italia resta il primo fornitore di vino a livello quantitativo e secondo in valore davanti alla Spagna (2,98 miliardi di euro, che chiude a +3,5% nei valori e -9% nei volumi), ma dietro la Francia, che conferma la leadership mondiale, con 12,3 miliardi di euro (+11% a valore e -5% a volume).
Export vini: il “doping dei prezzi”
L'analisi dell'Osservatorio Uiv-Ismea-Vinitaly parla di bilancio finale “senz'altro positivo”. Il mercato è riuscito a reggere alle inevitabili e parziali variazioni dei listini. Ma i margini di guadagno per la filiera, a causa dell'incremento dei costi di produzione, si sono ridotti, soprattutto per i prodotti delle fasce entry-level e popular, ovvero fino ai 6 euro per litro. “Il record commerciale” rileva l'Osservatorio “è senz'altro determinato da un doping dei prezzi” che, da un lato, è stato necessario per limitare l'erosione dei margini dovuta al surplus dei costi ma, dall'altro lato, è definito “pericoloso” sul fronte dei consumi previsti per questo 2023.
L'effetto ralenti nell'ultimo trimestre
Il conto della bilancia commerciale italiana del vino, che rispetto a un anno fa ha speso di più per importare prodotti dall'estero (512 mln di euro contro 430 mln), è positivo per 7,3 miliardi di euro. Uno dei motivi che non ha permesso all'Italia di superare il tetto degli 8 miliardi di euro a valore è stato il forte rallentamento del terzo trimestre dell'anno, che ha segnato incrementi del 4,8% a fronte di percentuali ben più alte nei trimestri precedenti: marzo +19%, giugno +11%, settembre +12%. Su questo trend erano basate le previsioni più ottimistiche degli analisti elaborate nei mesi precedenti. In ogni modo, va detto che l'Italia, tranne nel 2020, ha incrementato i valori delle proprie esportazioni dal 2010, quando i miliardi di euro erano appena quattro. Considerando l'andamento annuale dei volumi, il solo primo trimestre è risultato positivo rispetto al 2021, mentre da giugno la media rilevata dall'Osservatorio è stata del -3%. L'ultimo trimestre, in particolare, ha segnato un -3,2 per cento.
Nei tre grandi mercati, volumi in calo nell'export vino
Considerando i vari Paesi di destinazione del vino italiano, gli Stati Uniti registrano aumenti nei valori del 10% (a 1,86 miliardi di euro), confermandosi il primo mercato per l'export made in Italy, con un peso sul giro d'affari del 23%. Al secondo posto, c'è la Germania, che nel 2022 incrementa gli acquisti del 5%, a 1,2 miliardi di euro, con una quota del 15%. Positivo anche il bilancio verso il Regno Unito (+9,5% a 811 milioni di euro), che occupa la terza piazza con una quota del 10%.
a cura di Gianluca Atzeni
L’articolo completo è stato pubblicato sul Settimanale Tre Bicchieri del 9 marzo 2023
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