Vini d'Acqui e Brachetto d'Acqui: tour di cene, Masterclass e Wine Tasting

22 Feb 2023, 10:58 | a cura di
Gambero Rosso e Il Consorzio Tutela Vini d’Acqui hanno organizzato il tour "Il dolce, il rosso e il rosé. Alla scoperta dei Vini d'Acqui", che farà tappa a Torino, Napoli e Roma con cene degustazione, Masterclass e Wine Tasting. Sarà un'ottima occasione per scoprire le nuove versioni delle principali denominazioni e la versatilità di questi vini negli abbinamenti.

Vini d'Acqui e Brachetto d'Acqui. Le nuove tipologie

Per molto tempo il consumo del Brachetto d’Acqui, vino dolce ricco di aromi di rose e di fragoline di bosco, si è limitato all’abbinamento con i dessert e con la frutta. Forse è stato proprio questo consumo “quasi obbligato” a limitarne la crescita, legandolo oltre modo alle abitudini e agli usi localistici. In quest’ottica il Consorzio Tutela Vini d’Acqui (oltre al Brachetto d’Acqui, il Consorzio tutela anche il Dolcetto d’Acqui), brillantemente presieduto negli ultimi 25 anni da Paolo Ricagno (rieletto anche per il triennio 2022-2024) ha ampiamente spinto per l’ultima modifica della Docg che arricchisce l’offerta con l’Acqui Rosato sia nella versione ferma che in quella spumante (con metodo Charmat o metodo classico) ottenuto separando con anticipo il mosto dalle bucce, e con l’Acqui Rosso fermo.

Questo restyling del Brachetto d’Acqui gli ha donato una nuova giovinezza e lo ha messo in competizione con altri vini riuscendo al tempo stesso ad attrarre nuovi consumatori: in particolare si punta sui giovani e sui nuovi momenti di consumo (come aperitivi e aperi-cene) abbinando queste nuove tipologie con stuzzichini salati.  "Con le nuove tipologie" - afferma il presidente Ricagno - "abbiamo la possibilità di estendere l’uso del nostro vino sulle tavole dove i vini secchi hanno più chance. Tutto senza abbandonare le versioni spumanti dolci che rappresentano buona parte della nostra storia. Per esempio, penso a un classico degli. utimi tempi: l’Acqui Rosé secco con i piatti speziati e piccanti di molte cucine etniche e fusion. Abbiamo anche provato i nostri Rosé spumanti con dei crudi di mare e persino con delle fritture di pesce: provare per credere". C’è anche chi gioca alla riscoperta delle vecchie tradizioni contadine in cui il vino aromatico secco (ma anche dolce) veniva consumato con i salumi ed eventualmente con crostini salati.

Vini d'Acqui e Brachetto d'Acqui. Il tour e le denominazioni protagoniste

Le versioni classiche dolci e spumanti  e le nuove generazioni di etichette secche e ferme dei vini d'Acqui, ottime anche con pesce e frittura, sono le protagoniste del tour Il dolce, il rosso e il rosé. Alla scoperta dei Vini d'Acqui, organizzato da Gambero Rosso e dal Consorzio Tutela Vini d’Acqui. Tra marzo e giugno, a Torino, Napoli e Roma, si potrà partecipare a cene degustazione - con menu ideati per l'occasione - , masterclass e wine tasting, che permetteranno di apprezzare la naturale eleganza e peculiarità di vini unici, grandi interpretazioni del loro territorio d’origine: il Monferrato.

Il dolce: Brachetto d’Acqui Docg

Il grappolo di Brachetto è ricco, con acini sodi di colore rosso scuro e ricchi di pruina. Si distingue per il suo alto contenuto zuccherino e la forte carica aromatica. Un aroma caratteristico percepibile già nel vigneto con il suo inconfondibile profumo di rosa che riconosceremo al momento dell’assaggio. Il metodo più diffuso di produzione del Brachetto d’Acqui docg dolce è il “Metodo Martinotti-Charmat”, con fermentazione in vasca di acciaio pressurizzata a temperatura controllata, per un periodo di 30 giorni, durante il quale gli zuccheri presenti vengono trasformati in alcol e anidride carbonica a opera dei lieviti.

Il rosso: Acqui Docg rosso

Si rifà alla tipologia secco del Brachetto diffusa soprattutto nei primi anni del Novecento, apprezzata tanto come vino da aperitivo e come da bevanda a tutto pasto, ad esempio abbinato allo stoccafisso nella zona dell’Acquese.

Il Rosé: Acqui Docg rosé

Il Piemonte è la patria del primo spumante d’Italia, che vide la luce a Canelli, nell’Astigiano, nel 1865. Anche la vinificazione in versione non dolce delle uve brachetto, vitigno aromatico tradizionalmente utilizzato per vini dolci, ha radici antiche. Da questa storia, nata nel XIX Secolo, tra Café Chantant e feste danzanti, trae origine l’Acqui docg, declinato Rosé sia in versione spumante sia in versione di vino “fermo”.

Vini d'Acqui e Brachetto d'Acqui. Il territorio

I vini d’Acqui sono figli di un territorio vocato e variegato, qual è il Monferrato, dove i vitigni si esprimono al meglio sin dall’antichità. Grazie a un clima caratterizzato da un regolare avvicendarsi delle stagioni, le uve sviluppano caratteristiche particolari che definiscono la tipicità, mentre la diversa composizione dei terreni (ricchi di sabbia, limo e argilla) di natura friabile, conferisce ai vini una versatilità espressiva unica, ponendo l’accento ora su finezza ed eleganza, ora su corpo e intensità di ogni elemento, ora su leggerezza e fragranza. Questo territorio nel 2014 è stato proclamato, patrimonio dell’umanità dall’ Unesco.

L’areale della denominazione comprende 26 comuni (8 in provincia di Alessandria – tra cui Acqui Terme che dà il nome alla Doc – e 18 in provincia di Asti) e potremmo delimitarla dal torrente Belbo a nord e a ovest e dal fiume Bormida a sud e a est. Nel 1992, con la nascita del Consorzio Tutela Vini d’Acqui, inizia il controllo sul territorio con particolare attenzione all’espansione delle vigne e al materiale vivaistico dei nuovi impianti. Subito arrivano i primi risultati: nel 1996 il Brachetto d’Acqui (o Acqui) ottiene la Docg con le tre tipologie: Brachetto d’Acqui Spumante (rosso dolce spumante), Brachetto d’Acqui (detto anche “tappo raso” che è rosso dolce frizzante) e Brachetto d’Acqui Passito (rosso dolce passito). Sono le tre tipologie storiche.

Il disciplinare prevede una composizione varietale di almeno il 97% di Brachetto e rese massime di 80 quintali/ettaro con possibilità di ridurla in annate poco favorevoli. Grazie all’impegno del Consorzio per la promozione e la valorizzazione del prodotto, la notorietà del Brachetto d’Acqui cresce e conseguentemente si innalzano anche le vendite, facendo esplodere il prezzo delle uve che raggiungono nel 1997 prezzi mai visti, se non per i grandi rossi di Langa, di 4.700 lire/chilo.

Consorzio Tutela Vini d’Acqui

Il Consorzio Tutela Vini d’Acqui nasce nel 1992 ad Acqui Terme, in provincia di Alessandria, in Piemonte, nel Nord Ovest d’Italia, con lo scopo di controllare e regolamentare la crescita delle denominazioni dei Vini d’Acqui, a tutela del loro territorio d’origine, dei produttori e dei consumatori. Il Consorzio riunisce 60 aziende tra cui aziende agricole, cantine cooperative e aziende spumantiere. Nel 1996 il Brachetto d’Acqui ha ottenuto la DOCG (denominazione d’Origine Controllata e Garantita) grazie al forte impulso del Consorzio che ha contribuito a definire con maggiore precisione, dal punto di vista legale e amministrativo, le peculiarità sia del vino sia dello spumante, elevando così il livello di entrambe le categorie tutelate. Il Consorzio concretizza inoltre il proprio impegno volto alla valorizzazione dei Vini d’Acqui attraverso un’attenta programmazione della produzione, azioni di promozione mirate alla crescita della visibilità di vini simbolo del Made in Italy e ad attività educative mirate a divulgare le qualità dei Vini d’Acqui e a sostenerne la commercializzazione in Italia e all’estero.

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Attività realizzata con il contributo del MASAF, ai sensi del decreto direttoriale n. 553922 del 28 ottobre 2022 (cfr. par. 3.3 dell’allegato D al d.d. 302355 del 7 luglio 2022) CUP J88H22001680008

 

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