È stato un 2022 sfidante per le imprese vitivinicole e, in particolare, per quelle del settore spumantistico italiano, che vanta un patrimonio di oltre 900 milioni di bottiglie, considerando Prosecco (Docg e Doc), Asolo, Franciacorta, Trentodoc, Asti, Alta Langa, Oltrepò Pavese, Alto Adige, Etna. Da un lato, la ripresa decisa del turismo (presenze raddoppiate rispetto al 2021 ma ancora sotto il 2019) ha dato ossigeno al settore, penalizzato dall'aumento dei costi di produzione. Dall'altro lato, la forte propensione all'export, che nella media supera il 70%, ha imposto ai Consorzi di tutela delle Dop delle scelte molto oculate in termini di produzione, marketing e promozione. E questo varrà soprattutto nel 2023, anno in cui lo scenario macroeconomico si prospetta altrettanto difficile, come hanno sottolineato autorevoli fonti: la Commissione Ue, che ha rivisto al ribasso la crescita italiana del Pil per il prossimo anno (+0,3%); l'Istat, secondo cui la ripresa sarà sostenuta nel 2022 (+3,9%) ma poi rallenterà significativamente nel 2023 (+0,4%); e il Fondo monetario internazionale, che ha parlato di scenario recessivo per un terzo dell'economia mondiale.
Un mese natalizio senza restrizioni
Dicembre è tradizionalmente un mese di acquisti, complici le festività, e spesso risolleva gli umori delle imprese in anni complessi come quello che si sta concludendo. Per di più, il “mese natalizio” godrà del vantaggio di non avere condizionamenti derivanti dalla pandemia da Covid. Gli italiani, infatti, avranno modo di regalarsi momenti di libera convivialità e svago sia in casa sia fuori casa. In questo contesto, il settimanale Tre Bicchieri ha provato a sondare l'umore di alcune tra le principali Dop italiane effervescenti, da cui è emerso che la crisi non ha fermato il buon andamento delle bollicine Made in Italy, ma anche che lo sguardo sul 2023 è improntato all'estrema prudenza, anche in uno dei segmenti del beverage vitivinicolo che meglio sta performando, e che la sostenibilità resta il driver degli investimenti futuri.
Prosecco Doc verso quota 660 milioni di bottiglie
La super-Doc Prosecco (28mila ettari e 360 aziende spumantistiche) si conferma quella capace di marciare spedita nei mercati mondiali e rappresentare il motore dell'export nazionale. Lo dicono sia gli imbottigliamenti (+5,6% nei primi 10 mesi rispetto al 2021) sia le esportazioni (78% del giro d'affari) che, tra gennaio e agosto, sono cresciute del 6,6% rispetto a un anno fa, in particolare in Usa, Uk e anche in Francia (+4,9%). L'anno 2022, secondo stime del Consorzio presieduto da Stefano Zanette, dovrebbe registrare un nuovo tetto alla produzione a quota 660 milioni di bottiglie di Prosecco Doc (compresa la versione rosato) rispetto ai 627 milioni del 2021 (+5,26%). Le stime sulle vendite di fine anno sono, quindi, in terreno positivo. “I risultati sono soddisfacenti” fanno sapere dalla sede trevigiana di Piazza Filodrammatici “soprattutto alla luce delle difficoltà che hanno caratterizzato il 2022, compresa la crisi idrica”.
Il 2023 sarà un anno in cui le risorse consortili verranno indirizzate sulla promozione e sulla tutela, con un rafforzamento delle attività soprattutto a livello internazionale, a cui risponderà anche l'assunzione di nuovo personale. Il tema della sostenibilità economica sarà tra quelli centrali, si parla di nuove segmentazioni del prodotto, ricerche e analisi di mercato, gestione dei volumi in base all'offerta in modo da garantire la stabilità al valore del Prosecco e della sua base produttiva.
Conegliano Valdobbiadene, giro d’affari a 580 milioni di euro
La Docg Conegliano Valdobbiadene, che si appresta a presentare i dati economici (venerdì 16 dicembre), dovrebbe arrivare al giro di boa del 2022 – come per il 2021 – a quota 100 milioni di bottiglie, per il 38% vendute fuori confine (Uk, Germania e Svizzera). Un risultato estremamente positivo per le 209 case spumantistiche, che operano su 8.700 ettari nelle colline Unesco. Per la Docg trevigiana, va ricordato che il 2022 iniziava con una disponibilità di prodotto superiore al 2021 (750mila hl), grazie al fatto che la vendemmia 2021 non aveva limitazioni di rese sul disciplinare. Considerando le conseguenze della crisi internazionale per la guerra Russia-Ucraina, il 2022 nel suo complesso potrebbe chiudere “in termini di valore in linea con le aspettative di crescita moderata espresse a inizio 2022 sui mercati esteri, ma più per effetto di un aumento dei prezzi dovuto all'inflazione piuttosto che per un aumento delle vendite a volume. E con una riduzione dei margini per l'incremento dei costi delle materie prime”. Il giro d'affari complessivo atteso dovrebbe essere superiore ai 580 milioni di euro.
Lo sguardo della Docg Prosecco sul 2023 è in un'ottica sostenibile. I 60 anni del Consorzio sono stati l'occasione per lanciare due progetti. Il primo è la Green academy, un incubatore di ricerche e studi per favorire la transizione verde del territorio a partire dai temi della crisi climatica su cui si lavora già assieme a Università della Cantabria e Banca Prealpi per creare modelli previsionali sugli eventi estremi da oggi al 2030, 2050 e 2100; ma si lavora anche a istituire un osservatorio permanente sull'uso del suolo. Il secondo progetto è il Wine tourism lab, per fare formazione e coinvolgere i giovani nel futuro della Docg.
Il 2023 sarà un anno di intensa attività promozionale: a Vinexpo Parigi e Prowein si inaugurerà il nuovo stand istituzionale. Durante la fiera francese a febbraio 2023, in particolare, dopo gli ottimi risultati del 2022, sono previste attività collaterali per valorizzare la Docg in un mercato che il Consorzio definisce “promettente”. Infine, Regno Unito e Usa (piazze storiche) e Australia (mercato emergente) sono i tre focus delle attività del nuovo anno.
a cura di Gianluca Azteni
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L’ articolo completo è stato pubblicato sul Settimanale Tre Bicchieri del 24 novembre 2022
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